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Rassegna Stampa-L'Argomento di Oggi - dal 2010-08-12 ad oggi 2010-08-15 Sintesi (Più sotto trovate gli articoli)

Comunità Martinese con Guida Spirituale Don Franco Semeraro Parroco di S. Martino in

VIAGGIO dal 27 Aprile al 4 Maggio 2010 in

TERRA SANTA: Sulle STRADE del VANGELO Pg 8

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Reportage Fotografico di MASSIMILIANO BELLO, Proprietà delle FOTO Massimiliano Bello

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ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

41° Anniversario - SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

 

Internet, l'informatore, ll Giornalista, la stampa, la TV, la Radio, devono innanzi tutto informare correttamente sul Pensiero dell'Intervistato, Avvenimento, Fatto, pena la decadenza dal Diritto e Libertà di Testimoniare.. Poi si deve esprimere separatamente e distintamente il proprio personale giudizio.. Il Mio Pensiero (Vedi il "Libro dei Miei Pensieri"html PDF ):

 

Celebrazione S. Messa don F. Semeraro e G. Bello

Mosaico al di Sotto del Calvario

Luogo dove fu Ritrovata la Santa Croce di Cristo

Ingresso della Basilica del Santo Sepolcro

Incontro Con il Custote Francescano del Santo Sepolcro

Incontro Con il Segretario del Patriarca Latino Twal Gran Priore dell'Ordine Equestre del Santo

Incontro Con il Segretario del Patriarca Latino Twal Gran Priore dell'Ordine Equestre del Santo

Incontro Con il Segretario del Patriarca Latino Twal Gran Priore dell'Ordine Equestre del Santo

Incontro Con il Segretario del Patriarca Latino Twal Gran Priore dell'Ordine Equestre del Santo

Nomina di Dame e Cavalieri Incontro Con il Patriarca Latino Twal Gran Priore dell'Ordine Equestre del Santo

Incontro Con il Segretario del Patriarca Latino Twal Gran Priore dell'Ordine Equestre del Santo

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Incontro Con il Patriarca Latino di Gerusalemme Twal, Gran Priore dell'Ordine Equestre del Santo

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Incontro Con il Patriarca Latino di Gerusalemme Twal, Gran Priore dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusaalemme

Incontro Con il Patriarca Latino di Gerusalemme Twal, Gran Priore dell'Ordine Equestre del Santo Foto Ricordo Comunità Martinese

Don Franco Semeraro con Dame e Cavalieri di Nuova Investitura all'Incontro con Incontro Con il Patriarca Twal, Gran Priore dell'Ordine Equestre del Santo

Gerusalemme dal Monte degli Ulivi

Gerusalemme dal Monte degli Ulivi

Gerusalemme dal Monte degli Ulivi

Gerusalemme dal Monte degli Ulivi

Gerusalemme dal Monte degli Ulivi

Gerusalemme dal Monte degli Ulivi

Foto Ricordo G. e M. Bello con 2 Amici

Famiglia Bello In Aereo Per il Rientro in Italia

Cobclusione di un Viaggio in

Terra Santa

dal 27 Aprile al 4 Maggio 2010

che grazie al grande amico Peppino Bello ed a suo figlio Massimiliano, Fotografo Autore/Regista delle Immagini, e Cronista, ci ha consentito di estrapolare questa pg. con oltre 500 foto per riostruire un viaggio sulle Strade del Vangelo a beneficio di chi come me non è mai stato in Terra Santa.

Per. Ind. Giacomo Dalessandro

 

 

 

 

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ESTRATTO NOTIZIE e DATI

Riportati dai Siti Internet Indicati:

TEL AVIV http://www.tourism.gov.il/Tourism_Ita/Destinations/Tel+Aviv/Tel+Aviv.htm

JAFFA

DAL SITO INTERNET

http://www.tourism.gov.il/Tourism_Ita/Destinations/Tel+Aviv/Tel+Aviv.htm

Tel Aviv

Tel Aviv è una città attiva 24 ore al giorno, rigogliosa di cultura, divertimento e commercio, con le sue spiagge d’oro, i mercati esotici, la vita notturna famosa in tutto il mondo, e gli esclusivi centri commerciali. Un’autentica metropoli cosmopolita, dove tradizione e modernità si incontrano, tra l’architettura contemporanea e le vie dei tempi antichi. Tel Aviv ha già compiuto 100 anni ma la sua linea di confine più a sud, il porto di Jaffa, possiede una storia che risale almeno a 5000 anni fa. Agitata ininterrottamente dal vigore dei mercati delle pulci affacciati lungo le strade, non vi è nulla che possa competere con la sua vita notturna: sulla spiaggia, party e grigliate iniziano mentre il sole sta ancora sfiorando l’orizzonte e, quando è tramontato, ognuno si sta già muovendo verso gli eleganti ristoranti di Jaffa o del centro, i caffè e i clubs, che rimarranno aperti fino all’alba.

Tel Aviv, "la città che non si ferma mai", è la prima città ebraica moderna costruita in Israele, ed è il centro dell’economia e della cultura nazionali, con la sua ricchezza di eventi artistici e culturali, festivals, intrattenimenti d’ogni sorta, ed un’attivissima vita notturna. Estesa per 14 Km lungo il Mediterraneo, dal fiume Yarkon a nord fino al fiume Ayalon ad est, ogni giorno viene raggiunta da centinaia di migliaia di lavoratori, turisti, visitatori e festaioli, che, fino alle prime ore del mattino, percorreranno la città alla ricerca di nights, ristoranti e luoghi piacevoli dove trascorrere la notte.

Storia

La storia di Tel Aviv ha inizio a Jaffa (Yafo), adiacente e antica di 3000 anni, situata a sudovest. L’attuale città vecchia di Jaffa risale al periodo ottomano, e le sue case di pietra e gli stretti vicoli ospitano oggi il pittoresco quartiere degli artisti e il centro turistico. Tra le sue attrazioni, vi è Gan HaPisga, il Summit Garden, con i suoi ristoranti, gallerie, negozi dall’atmosfera unica, la passeggiata lungo il mare e le mura della città vecchia, il porto di pesca, il centro turistico nella vecchia corte. Vi sono anche alcuni importanti luoghi della cultura cristiana, tra cui la chiesa di San Pietro, datata al XVII secolo, la casa di Simone il conciatore, dove Pietro ebbe una visione di animali proibiti (non kosher) e la tomba di Tabitha, la donna che Pietro resuscitò dalla morte. Nei dintorni di Jaffa si trovano la torre dell’orologio di epoca Ottomana, un vivace mercato delle pulci che è consigliabile visitare, e il quartiere di Ajami.

Nel 1909 66 famiglie di Ebrei, che abitavano a Jaffa, costituirono le fondamenta di quella che in seguito sarebbe divenuta Tel Aviv. Il luogo, denominato Akhuzat Bayit (casa colonica), era originariamente unito a Jaffa, ma nel 1910, quando prese ad espandersi, vide il suo nome mutarsi in Tel Aviv, ed altri nuovi quartieri si aggiunsero fino a costituire il centro di Yishuv, l’insediamento ebraico presente all’epoca in Palestina. E nel 1948, fu a Tel Aviv che David Ben Gurion dichiarò l’indipendenza dello Stato di Israele.

Oggi Akhuzat Bayit, che si estende da Montifiori Street a Yehuda HaLevi Street, costituisce il nucleo storico della città, affiancato ad Ovest da Neve Tzedek, primo quartiere ebraico esterno a Jaffa costituito nel 1887 e completamente rinnovato nel 1980, ed oggi è un affascinante quartiere dove sono rimaste intatte molte delle costruzioni originali. Nei dintorni di Akhuzat Bayit, sono sorti numerosi palazzi nell’eclettico stile diffusosi a Tel Aviv negli anni ’20, visibile a Nakhlat Binyamin e all’interno del "cuore della città", l’area triangolare che si estende tra Shenkin Street, Rothschild Boulevard e Allenby Street.

La città bianca

L’architettura di Tel Aviv ha subito l’influenza di numerose correnti, tra cui la Bauhaus, la famosa scuola tedesca le cui opere sono caratterizzate da forme geometriche pulite e asimmetriche, che si diffuse nella zona intorno agli anni ’30, concentrandosi in quelle che sono le attuali aree di Rothschild Boulevard e Dizengoff Center. La "Città Bianca" si estende da Allenby Street, a sud, verso il fiume Yarkon a Nord, e da Begin Boulevard verso il mare.

Cultura e spettacolo

Con oltre 20 musei, Tel Aviv è il centro nazionale della cultura. I principali sono il Museo della Terra di Israele (Ha’aretz) e il famosissimo museo d’Arte di Tel Aviv, ma la varietà è infinita. Tra gli altri, nel contesto storico/culturale, ricordiamo il Museo della Diaspora, delle Forze Armate Israeliane (IDF), il museo di Etzel, dedicato all’omonima organizzazione militare, il Museo dell’Haganah, l’istituzione da cui ebbe origine l’Esercito di Israele, il Museo della Palmach, l’"elite" dell’Haganah, il Museo di Lechi, dedicato all’omonima organizzazione per l’indipendenza, ed il Museo dedicato a Nachum Guttman, artista e scrittore nato in Romania, tra i primi allievi dell’Accadema di Gerusalemme, oltre che combattente nella Legione Ebraica durante la prima guerra mondiale.

Tel Aviv è sede dell’Orchestra Filarmonica di Israele e della Compagnia Israeliana dell’Opera, oltre che della maggior parte di compagnie di danza e teatro nazionali.

Centro nazionale del divertimento notturno, le sue vie sono piene di night clubs che offrono ogni genere di musica, discoteche, ristoranti, pubs, coffee houses, dancings, cinema, teatri, auditorium e sale da concerto, la sua spiaggia regala l’emozione di un bagno e di una romantica passeggiata lungo il litorale, tra le sue storiche mura vi sono la casa del grande poeta e saggista ebreo di origine ucraina Chaim Nachman Bialik, dello statista David Ben Gurion, di Dizengoff, protagonista del sionismo, il vecchio cimitero in Trumpeldor Street e la casa/museo dell’artista Rubin Reuven. Gli innamorati della natura, e le famiglie possono deliziarsi visitando il giardino di Abu Kabir, il parco HaYarkon e l’orto botanico accanto all’Università. La chiesa di San Pietro, il Monastero Francescano, e diverse chiese e moschee sono situate a Jaffa.

Chi decide di soggiornare a Tel Aviv può scegliere tra dozzine di hotels, case in affitto, ostelli, con un’ampissima scelta di sistemazioni e di costi, dalle più lussuose alle più semplici. La città è anche un’attivo e vivace luogo di commercio, con i suoi movimentati mercati, tra cui il mercato delle pulci a Jaffa, il mercato del Carmelo, di HaTikva e di Levinsky. Non mancano i moderni centri commerciali, gli importanti centri d’affari per le imprese tecnologiche e gli agenti immobiliari, e il mercato finanziario. Tutto questo ha resa Tel Aviv la capitale economica di Israele, centro internazionale per meeting, mostre e conferenze di grande importanza.

Dal Sito Internet di WIKIPEDIA

http://it.wikipedia.org/wiki/Tel_Aviv

" Gerusalemme prega e Tel-Aviv si diverte "

(detto popolare israeliano)

Tel Aviv (in ebraico: תל אביב-יפו letteralmente: Collina della primavera; arabo: تَلْ أَبِيبْ - يَافَا Tal Abīb-Yāfā) č una città israeliana sulla costa del Mar Mediterraneo. Tel Aviv è anche il centro dell'area metropolitana più grande e popolosa in Israele, denominata Gush Dan (Blocco di Dan). È il principale centro economico di Israele.

La giurisdizione di Tel Aviv-Giaffa è di 50,6 km². La densità di popolazione è di 7.445 persone per km² secondo le stime dell'Ufficio Centrale Israeliano di Statistica, riferite al settembre 2005, quando la popolazione della città ammontava a 376.700, in costante crescita a un tasso annuo dell'1 %. Il 96,1 % dei residenti sono ebrei, mentre il 3,0 % sono arabi musulmani e lo 0,9 % sono arabi cristiani. Secondo alcune stime circa 50.000 lavoratori stranieri non regolarizzati vivono a Tel Aviv[1].

L'area metropolitana più grande comprende un numero di municipalità separate con circa 2,5 milioni di abitanti nell'agglomerato lungo i 14 km della costa mediterranea. Bat Yam, Holon, Ramat Gan, Giv'atayim, Bnei Brak, Petah Tikva, Rishon LeZion, Ramat Hasharon e Herzliya sono nell'ordine le maggiori città nell'area Gush Dan.

 

Cesarea in Palestina

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

http://it.wikipedia.org/wiki/Cesarea_in_Palestina

Anfiteatro romano di Cesarea Marittima

Coordinate: 32°30′00″N 34°53′59″E / 32.5, 34.89972

Anfiteatro romano di Cesarea Marittima

Cesarea, città e porto in Israele, fu fondata da Erode il Grande tra il 25 a.C. e il 13 a.C. ed è situata sulla costa israeliana tra Tel Aviv e Haifa. La città, conosciuta con molti nomi (tra cui: Cesarea Marittima, Colonia Prima Flavia Augusta Caesariensis, Cesarea di Erode, Horvat Qesari, Kaisariyeh, Kessaria, Metropoli della provincia di Siria e Palestina, Migdal Shorshon, Qaisariya, Qaisariyeh, Qaysariyah, Qesari, Qisri, Qisrin), porta lo stesso nome di molte altre città dell'era romana, tra cui Cesarea di Filippo sulle alture del Golan e Cesarea Mazaca in Cappadocia.

Nel 13 a.C. divenne la capitale politica e militare della Giudea e vi risiedeva il procuratore e governatore romano.

La città possedeva un porto molto grande con un molo che proteggeva gli attracchi da sud e da ovest. Era dotata di un doppio acquedotto che portava l'acqua in città dalle sorgenti del monte Carmelo. I ruderi di un imponente anfiteatro sono ancora visibili oggi come resti del citato acquedotto. La città fu molto ben descritta da Flavio Giuseppe nei suoi libri Guerra giudaica e Antichità giudaiche.

San Pietro vi battezza il centurione Cornelio, san Paolo vi soggiornò sovente e vi fu imprigionato per due anni prima di essere trasferito a Roma.

Dopo la rivolta di Simon Bar Kokhba Gerusalemme fu completamente distrutta e Cesarea divenne il centro della cristianità in Israele.

Nel III secolo Origene vi soggiornò a lungo fondandovi la scuola di teologia e annessa biblioteca. Vi scrisse la sua opera più famosa Hexapla. Eusebio vi fu arcivescovo tra il 315 e 318. Con il sostegno finanziario di san Panfilo martire presbitero in Cesarea, la biblioteca divenne una delle più rinomate dei suoi tempi, conteneva più di 30.000 manoscritti. Gregorio Nazianzeno, Basilio il Grande e san Girolamo vennero a Cesarea per approfondire i propri studi.

Nel teatro cittadino venne rinvenuta negli anni '60 la famosa iscrizione di Ponzio Pilato.

 

MONTE CARMELO

Dal Sito Internet WIKIPEDIA

http://it.wikipedia.org/wiki/Monte_Carmelo

Monte Carmelo

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Coordinate: 32°44′N 35°03′E / 32.733, 35.05

Flag of UNESCO.svg Bene protetto dall'UNESCO

Gnome-globe.svg Riserva della biosfera

Monte Carmelo הַר הַכַּרְמֶל‎ Har HaKarmel

Mount Carmel

Mount-carmel-1894.jpg

Anno 1996

Scheda UNESCO inglese

Riserve della biosfera in Israele

Il Monte Carmelo si trova nell'Alta Galilea, una regione dello Stato di Israele, è una propaggine rocciosa che si infila nel Mar Mediterraneo. Una volta ai piedi del monte Carmelo si trovava la città di Haifa, ora con lo sviluppo demografico successivo alla nascita di Israele, il monte Carmelo è diventato uno dei quartieri della città, in cui si trova anche l'università di Haifa.

Dal 1996 il monte è stato dichiarato dall'UNESCO riserva della biosfera.

Indice

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* 1 Preistoria

* 2 Il Monte Carmelo nell'Ebraismo

* 3 Il Monte Carmelo nel Cristianesimo

* 4 Il Monte Carmelo nella Fede bahá'í

* 5 Note

* 6 Altri progetti

Preistoria [modifica]

Sul fianco occidentale del monte, vi è la grotta di Kebara, che si rivelata un straordinario sito archeologico, e dagli anni trenta in poi, ha rivelato tracce di strati del Paleolitico superiore e successivamente, negli anni cinquanta, anche del Paleolitico medio. Negli anni ottanta, è stata rinvenuta la sepoltura di un uomo adulto all'interno di una fossa, risalente a 60.000 anni fa e molto affine alla tipologia neandertaliana.[1]

Il Monte Carmelo nell'Ebraismo [modifica]

Secondo la Bibbia, nel IX secolo a.C. il Monte Carmelo era il luogo di residenza del profeta Elia. Qui egli sfidò un gruppo di profeti del dio Baal e li vinse (cfr. 1 Re 18,17-40).

Il Monte Carmelo nel Cristianesimo [modifica]

Statua della Beata Vergine del Monte Carmelo

Nel XIII secolo, sull'esempio di Elia, un gruppo di monaci cristiani vi si ritirò iniziando una vita di contemplazione: da questi monaci nacque l'Ordine del Carmelo. Qui il 16 luglio 1251, Maria, madre di Gesù sarebbe apparsa a san Simone Stock, all'epoca priore generale dell'ordine carmelitano. La Madonna avrebbe consegnato a Stock uno scapolare e gli avrebbe rivelato notevoli privilegi connessi alla sua devozione.

La festa liturgica della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo (uno degli appellativi con cui la Chiesa cattolica venera Maria, anche nella sua variante del Carmine attraverso l'equivalente spagnolo Carmen) fu istituita per commemorare quest'apparizione mariana. Si celebra il 16 luglio.

Il Monte Carmelo nella Fede bahá'í [modifica]

Il Monte Carmelo visto da Haifa, si possono vedere il tempio bahá'í e più in alto il santuario Stella Maris all'interno del quale si trova la statua della Beata Vergine del Monte Carmelo

Sul Monte Carmelo si trovano i principali luoghi santi della Fede Bahá'í.

Vi si trovano il Mausoleo del Báb e le sue terrazze, nonché gli edifici che compongono il cosiddetto Arco Bahai. Questi edifici, insieme Mausoleo di Bahá'u'lláh presso Acri formano il Centro mondiale bahai.

 

 

NAZARET

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

http://it.wikipedia.org/wiki/Nazaret

Nazaret

Panorama di Nazaret

Stato: bandiera Israele

Distretto: Distretto Nord

Coordinate: 32°47′07″N 35°18′12″E / 32.78528, 35.30333Coordinate: 32°47′07″N 35°18′12″E / 32.78528, 35.30333

Superficie: 14,2 km²

Abitanti : 64.800 (2006)

Densità: 4.536 ab./km²

Sindaco: Ramiz Jaraisy

Nazaret (Israele)

Nazaret

Nazaret

Sito istituzionale

Fontana della Vergine - Antica fontana risalente al I secolo, al tempo di Maria, è simbolo di Nazaret.

Nazaret (arabo: الناصرة‎, al-Nāṣira; נצרת in ebraico) č una città di 60.000 abitanti del distretto Nord di Israele, nella regione storica della Galilea. La maggioranza della popolazione è cittadina araba di Israele che si divide in 31,3% cristiani e 68,7% musulmani.

Nazaret è famosa universalmente come la città di origine di Gesù, che secondo i Vangeli, pur essendo nato a Betlemme, vi abitò durante la sua infanzia e giovinezza. A Nazaret inoltre, sempre secondo i Vangeli, avvenne l'Annunciazione, cioè l'annuncio della sua prossima nascita, che venne fatto a sua madre Maria dall'Arcangelo Gabriele.

Il 14 maggio 2009, si è recato in storica visita apostolica a Nazaret, Papa Benedetto XVI, il quale ha celebrato la Santa Messa sul Monte del Precipizio di Nazaret.

Indice

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* 1 Storia

o 1.1 Testimonianze storiche

o 1.2 Ritrovamenti archeologici

+ 1.2.1 La lapide di Cesarea

* 2 Gesù di Nazaret

* 3 Nazaret ed il mondo cristiano

* 4 Note

* 5 Voci correlate

* 6 Altri progetti

* 7 Collegamenti esterni

Storia [modifica]

Testimonianze storiche [modifica]

Nazaret non è menzionata né nell'Antico Testamento, né dallo storico Giuseppe Flavio, né nel Talmud. San Girolamo nel V secolo affermava che fosse un viculus ovvero un piccolo villaggio, abitato da un centinaio di persone. Era un villaggio nei dintorni di Zippori, una città romana ellenistica, che dista circa 6,5 km.

Giulio Africano (circa 200), citato da Eusebio di Cesarea (Storia Ecclesiastica 1.7.14), parla di Nazaret come un villaggio ebreo, e nello stesso passo parla di desposunoi, o parenti di Gesù, che provenivano da Nazaret e dalla vicina Cochaba e conservavano nota della loro discendenza con grande cura. Inoltre, un martire chiamato Conone, che morì in Panfilia sotto Decio (249-251), dichiarò al suo processo: "Io sono della città di Nazaret in Galilea, e sono un parente di Cristo che io servo, come i miei antenati hanno fatto"[1].

Epifanio, che morì nel 402, dice (Panarion i. 136), basandosi su una conversazione con un certo Giuseppe che costruiva chiese a Zippori e altre città, che fino al tempo di Costantino (IV secolo) Nazaret era abitata solo da ebrei. Questo potrebbe implicare che al tempo di Epifanio vi abitavano alcuni cristiani non ebrei (e non esclude che degli ebrei credenti in Cristo vi abitassero in precedenza); è incerto se questo Giuseppe abbia costruito chiese anche a Nazaret o Cafarnao. Nel VI secolo, leggende su Maria iniziarono a suscitare interesse sul luogo tra i pellegrini, tra i quali Elena, che fondò la Basilica dell'Annunciazione e associò un pozzo a Maria. Nel 570, l'Anonimo di Piacenza racconta di aver viaggiato da Zippori a Nazaret e fa cenno alla bellezza delle donne ebree del luogo, che dicono che Maria era loro parente, e annota: "La casa della santa Maria è una basilica"[2].

La Grotta dell'Incarnazione, che si trova nella cripta della Basilica dell'Annunciazione (che è costruita su di essa), è indicata dalla tradizione come il luogo della casa di Maria, in cui ella ricevette la visita dell'arcangelo Gabriele. Gli scavi, durante la costruzione della basilica moderna (edificata verso il 1960), hanno messo alla luce i resti di due chiese precedenti, una bizantina e una crociata, che testimoniano l'antichità di questa tradizione.

La casa era per metà scavata nella roccia, e per metà costruita in muratura davanti all'imboccatura della grotta; documenti dell'epoca confermano che la costruzione in muratura esisteva sul posto fino al 1291, quando fu rimossa e trasportata a Loreto, nelle Marche, dove è venerata col nome di Santa Casa.

Ritrovamenti archeologici [modifica]

Jack Finegan scrive sull'archeologia di Nazaret:

La vita umana più antica nella regione di Nazaret è attestata dal cranio trovato nel 1934 da R. Neuville in una caverna circa un miglio e mezzo a sud-est della città, un cranio che potrebbe essere più antico di quello dell'uomo di Neandertal. Nella stessa Nazaret un complesso di caverne sepolcrali è stato trovato nella città alta nel 1963, nel quale vi era del vasellame della prima parte della media età del bronzo[3].

Giù, nell'area della Basilica latina dell'Annunciazione, c'era certamente un antico villaggio abitato per lungo tempo. La ricerca archeologica dentro e intorno a questa chiesa è stata condotta da Benedict Vlaminck nel 1892, da Prosper Viaud nel 1889 e 1907-1909 e da Bellarmino Bagatti dal 1955 in poi, quando la preesistente chiesa del XVIII secolo (1730) fu demolita per fare posto alla nuova e più grande Basilica dell'Annunciazione (n. 49). L'area sotto e intorno alla chiesa, così come alla chiesa di San Giuseppe non lontano, era chiaramente quella di un villaggio agricolo. C'erano numerose grotte, silos per il grano, cisterne per acqua e olio; presse per uva e olive, e pietre di mulino.

Mentre i silos sono di un tipo trovato a Tell Abu Matar fin dall'era del Calcolitico, il vasellame più antico ritrovato in essi qui a Nazaret è della seconda età del ferro (900-600 a.C.). Vardaman richiama l'attenzione alla caratteristica grande giara con un piccolo "imbuto" a fianco dell'imboccatura: questa appendice, chiaramente disegnata come un imbuto, è semplicemente attaccata alla spalla, e non fora la parete della giara[4]. Altro vasellame del sito comprende una piccola parte del periodo Ellenistico, una parte maggiore di quello Romano, e la parte più grande del periodo Bizantino.

Delle numerose grotte almeno alcune sono servite per uso domestico e sono state anche modificate architetturalmente per questo scopo. Una di queste, dove dei muri sono stati costruiti davanti a una grotta per farne un'abitazione, sotto il convento annesso alla Basilica dell'Annunciazione. Sono state trovate anche ventitré tombe, la maggior parte a una distanza dai 200 ai 700 metri dalla basilica verso nord, ovest, e sud. Siccome queste devono essere state fuori del villaggio, la loro posizione dà un'idea dei limiti dell'insediamento. Diciotto delle tombe sono del tipo kokim, che era noto in Palestina circa dal 200 a.C., e diventò in pratica il tipo standard di tomba ebraica. Due delle tombe, l'una (PEFQS 1923, p. 90) a soli 60 metri dall'altra (QDAP 1 [1932], pp. 53-55), 400 metri a sud-ovest dalla Basilica dell'Annunciazione, contenevano ancora oggetti come lampade di ceramica e vasi e recipienti di vetro, e queste datano probabilmente dal I al III o IV secolo dell'era cristiana. Quattro delle tombe erano chiuse con pietre rotolate, un tipo di chiusura tipico del tardo periodo ebraico fino al 70 d.C. Dalle tombe, pertanto, si può concludere che Nazaret era un insediamento fortemente ebraico nel periodo Romano[5].

Richard Carrier commenta inoltre:

Si vedano: 'Nazareth,' Avraham Negev & Shimon Gibson, eds., Archaeological Encyclopedia of the Holy Land, new ed. (2001); e B. Bagatti, Excavations in Nazareth, vol. 1 (1969), specialmente le pp. 233-34, che discutono quattro basi di colonne di calcite, che furono riutilizzate in una struttura posteriore, ma sono datate prima della Guerra dalla loro somiglianza stilistica con sinagoghe e costruzioni romane della Giudea del I secolo, e dal fatto che contengono iscrizioni nabatee (che suggeriscono una costruzione precedente a quando i sacerdoti ebrei migrarono a Nazaret dopo la guerra), e anche dal loro materiale povero (calcite invece di marmo); le pp. 170-71 discutono frammenti di marmo con iscrizioni aramaiche datate paleograficamente verso la fine del I secolo o inizio del II, che dimostrano che a Nazaret vi erano strutture di marmo poco dopo l'epoca in cui i Vangeli furono scritti (se non prima). [1]

Ci sono dunque delle prove che il sito di Nazaret era abitato secoli prima di Cristo, e che un insediamento ebraico esisteva in loco sia prima che dopo la prima rivolta ebraica del 70 d.C.

La lapide di Cesarea [modifica]

Nel 1962 un'equipe di archeologi israeliani guidati dal professor Avi Jonah dell'Università di Gerusalemme[6] rinvenne nei pressi dell'antica Cesarea Marittima una lapide di marmo grigio che citava la località di Nazaret, datandola al III secolo d.C.

Avi-Jonah identifica nella lapide l'elenco dei luoghi in cui le classi sacerdotali risiedevano dopo la distruzione del Secondo Tempio, deducendo che l'iscrizione fosse una lista completa delle 24 classi sacerdotali (cfr. 1 Cronache 24:7-19; Neemia 24:1-21), dove a ciascuna classe (o famiglia) era assegnato il suo ordine e il nome di ogni città o villaggio in Galilea dove si era stabilita.

Per quel che riguarda la datazione dei tre frammenti rimastici dell'iscrizione, Avi-Yonah riporta che il frammento A proviente da un settore contenente materiale frammisto risalente ai periodi ellenistico, romano e tardo-bizantino; mentre il frammento B è stato trovato riutilizzato in un pavimento tardo-bizantino (il frammento C fu trovato in superficie).

Vittorio Messori cita erroneamente lo stesso Avi-Jonah,[7] retrodatando la lapide al III secolo a.C. e facendola così diventare la più antica testimonianza storica sull'esistenza della città. Questa datazione alta non trova riscontro nei dati archeologici riportati da Avi-Yonah ed è contraddetta dal terminus post quem della distruzione del Secondo Tempio (70 d.C.)

Gesù di Nazaret [modifica]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Luogo di origine di Gesù.

Secondo la tradizione cristiana Nazaret di Galilea è il luogo nel quale Gesù ha trascorso la sua vita privata pre-pubblica, come testimoniato dai Vangeli e dagli altri scritti del Nuovo Testamento, le principali fonti storiche su Gesù. Gesù viene anche indicato col termine di non chiara origine "nazoreo", che può indicare il voto di nazireato oppure può essere un appellativo messianico.

Nelle immediate vicinanze di Nazaret si trova la cosiddetta chiesa francescana di S. Maria del Tremore, costruita in memoria della paura provata da Maria nel vedere il figlio minacciato di morte. Proseguendo lungo la strada dedicata a Paolo VI si trovano un ricovero e il monastero delle Clarisse. Presso l'area del Monte del Precipizio, che nel versante sud contempla una discesa a picco verso la pianura di Esdrelon di quasi 300 metri, è stato ricavato un anfiteatro naturale per ospitare la celebrazione eucaristica di Benedetto XVI nel maggio 2009.

Storici moderni come M.Pesce concordano sull'origine nazarena di Gesù[8], evidenziando anche il suo forte legame con la Galilea, dove si concentra anche una parte significativa della sua attività pubblica e della sua predicazione.

Secondo alcuni studiosi laici, l'appellativo teologico-messianico "Nazoreo", storpiato in "Nazareno", potrebbe invece essere stato storicizzato dagli evangelisti nell'indicazione del luogo di origine di Gesù a Nazaret. Il vero luogo di origine di Gesù non ci sarebbe quindi noto, anche se l'ampio rilievo che ha nei Vangeli Cafarnao potrebbe far propendere per questa località[senza fonte].

Nazaret ed il mondo cristiano [modifica]

Nazaret, come tutta la Galilea, è stata una delle prime mete raggiunte dalla predicazione degli apostoli. La Chiesa vi si sviluppò con una diocesi propria dal 1187, proprio l'anno della sconfitta dei cristiani ai Corni di Hittin e della fine del I regno crociato in Terra Santa ad opera di Salah al-Din b. Ayyub. Al tempo delle crociate, Nazaret possedeva varie succursali, una delle quali anche in Puglia, nella città di Barletta. A causa delle ripetute e costanti conquista musulmane, i vescovi di Nazaret erano costretti a rifugiarsi in questi loro possedimenti secondari. Quando, nel 1291, San Giovanni d'Acri cadde per sempre in mano dei musulmani, l'arcivescovo di Nazaret si rifugiò a Barletta, fino a trasferirsi definitivamente in essa nel 1327.

Soprattutto a partire dal 1800 la cittadina di Nazaret ha esercitato un forte influsso sul pensiero religioso cristiano, in particolare quello cattolico. La fine del potere temporale della Chiesa, ma soprattutto l'accentuarsi del ruolo dei laici nella Chiesa ha posto l'attenzione dei cattolici sul periodo di vita che Cristo ha condotto proprio a Nazaret, prima di iniziare, all'età di trent'anni, la sua predicazione. Sono, infatti, nate varie congregazioni religiose ispirate alla "Famiglia di Nazaret" (vedi Congregazione della Sacra Famiglia di Nazareth) e molti mistici e santi cattolici hanno trovato nella vita nascosta di Cristo un motivo di ispirazione (vedi Charles de Foucauld).

 

 

LAGO di TIBERIADE o MARE di GALILEA

Mar di Galilea http://www.qumran2.net/indice.pax?c=disegni&parole=lago%20di%20tiberiade

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

http://it.wikipedia.org/wiki/Mar_di_Galilea

Mar di Galilea

Panorama del lago, nello sfondo, sulla destra la città di Tiberiade.

Nazione bandiera Israele

Mahoz Settentrionale

Coordinate 32°49′00″N 35°34′00″E / 32.833333, 35.583333

Mar di Galilea (Israele)

Mar di Galilea

Dimensioni

Superficie 166 km²

Altitudine

Lunghezza 21 km

Larghezza 13 km

Profondità massima 48 m

Profondità media 26 m

Volume 4 km³

Sviluppo costiero 53 km

Immissari principali Giordano

Emissari principali Giordano

Tempo di ritenzione lacustre 5 anni

Coordinate: 32°49′00″N 35°34′00″E / 32.833333, 35.583333

Il Mare di Galilea, detto anche Lago di Tiberiade o di Gennesaret o di Kinneret, è il più grande lago d'acqua dolce dello Stato di Israele avendo una circonferenza di circa 53 km.

Situato a 209 mt sotto il livello del mare, ha una profondità massima di 43 mt: si tratta del lago d'acqua dolce più grande della Terra sotto il livello del mare, superato per dimensioni solo dal Mar Morto che è però un lago d'acqua salata. Il lago si trova nella Grande Fossa Tettonica, depressione creatasi dal distacco delle placche araba e africana e nella quale, da nord a sud, scorrono le acque del fiume Giordano che alimentano il lago. Per tale motivo la zona è caratterizzata da elevata sismicità, mentre in passato era presente anche una certa attività vulcanica come testimonia la presenza di rocce basaltiche ed ignee.

È posto tra i territori di Israele e le alture del Golan annesse da Israele e rivendicate dalla Siria. Nel corso dei secoli ha avuto molte denominazioni in funzione delle principali città che nel tempo avevano la prevalenza sulle sue rive. Nel Vecchio Testamento è chiamato Mare di Kinneret (Numeri 34,11) e (Giosuè 13,27), termine che potrebbe derivare dalla parola ebraica kinnot, ovvero arpa o lira in relazione alla forma del lago stesso. Nel Nuovo Testamento è chiamato lago o mare di Galilea, o di Tiberiade o di Gennèsaret: Galilea dal nome della regione in cui si trova; Tiberiade dal nome della città fondata da Erode Antipa intorno al 20 d.C. sulla sua riva nord in onore dell'imperatore Tiberio; Gennèsaret dal nome di una piccola pianura fertile situata sulle coste occidentali del lago. Il nome arabo del lago deriva da Tiberiade, la principale città all'epoca della conquista araba.

Il Mare di Galilea è conosciuto soprattutto per essere stata, secondo i Vangeli, la sede principale della predicazione di Gesù. Essi narrano che Gesù visitò più volte molte località poste sulle rive del lago, attraversandolo spesso in barca.

Vicende bibliche [modifica]

I Vangeli nominano questo lago varie volte:

* Il lago rappresentava il luogo di lavoro dei pescatori tra i quali Gesù scelse alcuni dei suoi apostoli: Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo e suo fratello Giovanni, questi ultimi figli di Zebedeo furono chiamati da Gesù mentre sulla riva del lago riassettavano le reti, e immediatamente lasciarono tutto e lo seguirono (Luca 5,1-11).

* Durante una traversata del lago, un'improvvisa tempesta mise in pericolo la fragile lancia su cui c'erano Gesù e gli apostoli. Siccome Gesù stava dormendo per la stanchezza, lo svegliarono, e con poche parole calmó la furia del mare e del vento (Luca 8,22-25).

* Un episodio simile avviene dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci. Il Vangelo secondo Giovanni narra che Gesù allontanò la folla che voleva farlo re, allontanò anche i discepoli spingendoli sulla barca, e si ritirò sul monte in preghiera. Nel cuore della notte Gesù apparve ai discepoli camminando sulle acque del lago (Giovanni 6,16-21)

* Il Lago di Galilea vedrà anche un'apparizione pasquale di Gesù resuscitato: da distante, dalla riva, suggerirà ai discepoli estenuati per la notte passata senza pescar nulla, che tirassero la rete dalla parte destra della barca. A questa maniera i discepoli pescano una gran quantità di pesci, e riconoscono che quello sconosciuto "è il Signore!". Pietro si tuffa e raggiunge a nuoto la riva, mentre gli altri raggiungono la riva con la barca. Al loro arrivo, Gesù sta arrostendo per loro pane e alcuni pesci, e li dà loro. Finito di mangiare, Gesù chiede per 3 volte a Pietro se lui lo ama, ad ogni risposta di Pietro Gesù risponde con la frase "pasci le mie pecorelle". Questo dialogo, da parte cattolica, viene considerato come il momento in cui Gesù affida a Pietro la Chiesa.(Giovanni 21,1-19)

 

TABGA

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

http://it.wikipedia.org/wiki/Tabga

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Cortile della Chiesa della Moltiplicazione.

Tabga è una località sulla riva del Mar di Galilea, in Israele.

La tradizione cristiana la identifica con il luogo in cui si svolsero due episodi dei Vangeli: la moltiplicazione dei pani (un miracolo compiuto da Gesù durante la sua vita pubblica) e il terzo incontro di Gesù con i suoi discepoli dopo la Resurrezione (Giovanni 21).

A ricordo di questi eventi sono state erette a Tabga due chiese, visitate da molti dei pellegrini che si recano nella Terra Santa: la Chiesa della Moltiplicazione dei pani (sede di un monastero benedettino) e la Chiesa del Primato di Pietro (così chiamata in quanto, nell'incontro coi discepoli, Gesù riconfermò Pietro a capo della Chiesa).

 

 

 

Chiesa delle Beatitudini

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_delle_Beatitudini

Città Tabga

Regione Distretto Settentrionale

Stato bandiera Israele

Religione Cattolica

Diocesi Patriarcato Latino di Gerusalemme

Anno di consacrazione

Architetto {{{Architetto}}}

Stile architettonico

Inizio della costruzione

Completamento 1937

Sito web

Note

La chiesa delle Beatitudini è una chiesa cattolica di Tabga, in Galilea.

Indice

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* 1 Riferimenti biblici

* 2 Cenni storici

* 3 Architettura

* 4 Bibliografia

* 5 Altri progetti

Riferimenti biblici [modifica]

Si dice che sia il luogo dove Gesù avrebbe pronunciato il discorso della Montagna con le beatitudini, anche se scavi e ricerche hanno spostato l'episodio avvenuto in un altro luogo.

Cenni storici [modifica]

Eretta nel 1937 dall’architetto Antonio Barluzzi.

Architettura [modifica]

La chiesa è a pianta ottagonale, circondata interamente da un portico, e sormontata da una cupola. All'interno della chiesa compaiono le otto beatitudini disegnate sui lati e sul pavimento altre raffigurazione comprendono sia le tre virtù teologali che le quattro virtù cardinali.

Bibliografia [modifica]

* Arte e storia di Gerusalemme. 3000 anni della Città Santa, Bonechi & Steinmatzky, 1999

* Guida biblica e turistica della Terra Santa, Istituto Propaganda Libraria, Milano 1980

 

 

 

CHIESA DELLA MOLTIPLICAZIONE DEI PANI E PESCI

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_della_Moltiplicazione_dei_pani

Città Tabga

Regione Distretto Settentrionale

Stato bandiera Israele

Religione Cattolica

Diocesi Patriarcato Latino di Gerusalemme

Anno di consacrazione

Architetto {{{Architetto}}}

Stile architettonico

Inizio della costruzione

Completamento XX secolo

Sito web

Note edificata su resti di chiesa bizantina

La chiesa della Moltiplicazione dei pani è una chiesa di Tabga, in Galilea, nello Stato di Israele, nei pressi delle rive del lago di Tiberiade.

Essa fa riferimento all’episodio evangelico della moltiplicazione dei pani e dei pesci compiuta da Gesù sulle rive del lago di Tiberiade (cfr. Giovanni 6,1-15).

Il luogo, come quello della chiesa del Primato di Pietro, è attestato dal diario della pellegrina Egeria (380 ca.), che parla di

" … un prato coperto d’erbe che ha abbastanza fieno e molti palmizi; accanto a questi vi sono le sette fontane ciascuna delle quali manda acqua in abbondanza; fu in questo campo che il Signore saziò il popolo con cinque pani e due pesci. Veramente la pietra sopra la quale il Signore pose il pane è stata ridotta ad altare, dalla quale pietra i pellegrini staccano pezzetti che usano con giovamento della loro salute. Presso le pareti di questa chiesa passa la strada pubblica… "

Gli scavi archeologici hanno confermato la descrizione di Egeria; gli scavi compiuti nel 1932 hanno portato alla luce le fondazioni di una chiesa bizantina a tre navate; quelli del 1936 i resti di un edificio sacro più piccolo e più antico (databile del IV secolo). Sopra questo piccolo edificio fu costruita la basilica d’epoca bizantina, con uno stupendo pavimento in mosaico ancora oggi visibile; essa fu distrutta, come la maggior parte delle chiese cristiane di Palestina, con l’invasione persiana del 614.

La chiesa attuale è di recente costruzione (XX secolo), e oltre al mosaico antico, conserva anche la pietra di cui parla Egeria sotto l’altare attuale. Essa è di proprietà dei monaci benedettini tedeschi.

Altri progetti [modifica]

* Collabora a Commons Wikimedia Commons contiene file multimediali su Chiesa della Moltiplicazione dei pani

Bibliografia [modifica]

* Guida biblica e turistica della Terra Santa, Istituto Propaganda Libraria, Milano 1980

Collegamenti esterni [modifica]

* Mosaico dei pesci e dei pani (epoca bizantina)

 

 

 

 

Chiesa del Primato di Pietro

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_del_Primato_di_Pietro

Città Tabga

Regione Distretto Settentrionale

Stato bandiera Israele

Religione Cattolica

Diocesi Patriarcato Latino di Gerusalemme

Anno di consacrazione

Architetto {{{Architetto}}}

Stile architettonico

Inizio della costruzione

Completamento 1933

Sito web

Note edificata su resti di chiesa bizantina

La chiesa del Primato di Pietro è una chiesa di Tabga, in Galilea, nello Stato di Israele, posizionata sulle rive del lago di Tiberiade.

Essa fa riferimento all’episodio evangelico del conferimento a Pietro del primato all’interno del gruppo degli Apostoli e della Chiesa (cfr. Giovanni 21,1-19).

Scavi effettuati dai Francescani ne 1968 hanno portato alla luce tracce di un’antica cappella d’epoca bizantina e datata tra IV e V secolo, che cadde con le invasioni persiana ed araba. Nei secoli successivi continuano le testimonianze di pellegrini che affermano l’esistenza sul luogo di un edificio religioso, chiamato Chiesa degli Apostoli o dei Dodici Troni. I crociati, nel XII secolo aggiunsero alla chiesa un castello fortificato. Il tutto cadde con la fine del regno crociato.

La chiesa attuale fu costruita dai francescani nel 1933. All’interno è conservata una roccia, chiamata Mensa Christi, che la tradizione afferma essere quella su cui Gesù, dopo la pesca miracolosa, preparò da mangiare ai suoi discepoli e conferì il primato a Pietro. Su questa stessa roccia si prostrò in preghiera papa Paolo VI durante il suo pellegrinaggio in Terra santa nel 1964.

La roccia conservata all'interno della chiesa e denominata Mensa Christi

Esterno della chiesa, si notano i resti di una scalinata risalente al periodo romano e descritta dalla pellegrina Egeria

 

 

 

GERASA

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Jerash

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Stato: bandiera Giordania

Coordinate: 32°16′20″N 35°53′29″E / 32.27222, 35.89139Coordinate: 32°16′20″N 35°53′29″E / 32.27222, 35.89139

Abitanti : 43.832 [1] (2010)

Jerash (Giordania)

Jerash

Jerash

Mappa di Gerasa

Jerash (arabo: جرش‎), l'antica Gerasa, è la capitale dell'omonima regione giordana, nel nord del paese, a circa trenta chilometri dalla capitale Amman.

La città è situata sulle rive del fiume Wadi Jerash[2], che fa parte del bacino idrografico del Giordano e prospera grazie al fertile terreno agricolo circostante.

Storia

Il sito esisteva già in epoca neolitica come i ritrovamenti archeologici confermano e molto probabilmente continuò ad essere abitato anche durante l'età del bronzo e quella del ferro. Grazie alla presenza del fiume Wadi Jerash già nel Neolitico il centro era abitato e d'altronde i resti che affiorano oggi dai siti archeologici appartengono ad un ventaglio storico che va dall'età del bronzo a quella romana[3].

Jerash nel passato [modifica]

Il primo insediamento di una certa importanza avvenne ad opera dei Greci dopo la conquista operata da Alessandro Magno; tuttavia Gerasa divenne veramente importante solo con l'avvento dei Romani.

A seguito della conquista della regione operata da Pompeo, nel 64 a.C., Gerasa fu annessa, da parte della Repubblica romana, nella provincia di Siria.

Gerasa fece parte di un sodalizio commerciale e militare assieme ad altre nove città denominato Decapolis, che la fecero espandere. Nel corso dei due secoli successivi, Gerasa strinse rapporti commerciali coi Nabatei e grazie ai profitti del commercio e alle ricchezze dell'agricoltura, la città divenne ricca e fiorente.

Nel I secolo d.C., la città venne ridisegnata e assunse il classico aspetto del modello romano: una strada colonnata principale in direzione nord-sud (cardo massimo) intersecata da due strade orientate in direzione est-ovest (decumani).

Dopo che l'imperatore Traiano, nel 106, aveva annesso il regno nabateo, a Gerasa affluirono molte ricchezze e molti edifici furono abbattuti per essere sostituiti da altri ancora più imponenti. L'opera continuò anche durante il governo di Adriano che, nel 129, visitò la città, ed in suo onore a sud della città venne edificato un Arco di trionfo. Lo schema urbanistico della città è quello classico dell'epoca e dal punto di vista architettonico è tipico del periodo di Adriano e Traiano. Nel 130, la città era abitata da circa 20 mila abitanti.

La città raggiunse il suo apice all'inizio del III secolo, quando a Gerasa fu conferito il titolo di colonia. Dopo la distruzione di Palmira, nel 273, e col contemporaneo decadimento delle vie carovaniere, a causa dello sviluppo del commercio marittimo[4], iniziò una lenta decadenza (con una breve interruzione durante il governo di Diocleziano, verso il 300), che continuò sino alla metà del V secolo, dopo che il cristianesimo era divenuta la religione principale dell'impero e quindi, nei primi anni dell'era cristiana, si ebbe un nuovo periodo di splendore, con la costruzione di edifici religiosi. E ancora sotto l'imperatore bizantino, Giustiniano (527-565) furono erette sette chiese, anche se si fece uso in buona parte le pietre provenienti dai templi e santuari romani.

L'invasione dei sasanidi provenienti dalla Persia, nel 614, e la conquista araba, del 636, accentuarono la ripresa della decadenza, e poi il devastante terremoto del 747, determinò il declino definitivo di Gerasa, la cui popolazione si ridusse ad un quarto di quella originaria.

Nei secoli successivi, ad eccezione dell'occupazione da parte dei Crociati, nel corso del XII secolo, la città fu completamente abbandonata, fino all'arrivo dei Circassi dalla Russia, nel 1878. A seguito di questa migrazione si comprese l'importanza archeologica del sito e vennero intraprese le prime opere di scavo. l'eccezionale stato di conservazione di Jerash va anche attribuito al fatto che il valore storico e archeologico del sito fu riconosciuto molto presto e fu tutelato.

La Jerash attuale [modifica]

La città si è sviluppata moltissimo nell'ultimo secolo grazie alla sua posizione strategica in Giordania ed alla crescente importanza del turismo: attualmente Jerash è la seconda attrazione turistica del paese (preceduta solamente dalle rovine di Petra).

Luoghi d'interesse [modifica]

Il foro ovale ed il cardo massimo

Il sito ha offerto agli occhi degli studiosi la sorprendente presenza di due strutture (teatro, tempio, terme), segno di due insediamenti diversi.

Foro [modifica]

Il tempio di Giove

Arco di Adriano

Il foro si trova nei pressi della porta meridionale, in un avvallamento. Ha una insolita forma ellittica per la necessità di collegare l'asse del Tempio di Zeus con quello del cardus maximus. Il foro è racchiuso da 56 colonne ioniche e misura circa 90 m x 80 m.. Il foro è lastricato con pietre di calcare di finissima qualità, che dal centro alla periferia diventano sempre più grandi.

Arco di Adriano, con sulla destra l'ippodromo

La sua funzione nell'antichità non è del tutto chiara: alcuni studiosi pensano che il foro fosse il centro commerciale della città, altri lo ritengono invece un luogo di culto o un'area sacra di fronte al Tempio di Zeus; in base alle differenti interpretazioni il piedistallo al centro sarebbe un altare o il basamento di una statua, che comunque, nel VII secolo, divenne una fontana, di cui, sotto al podio, si può ancora vedere l'impianto idraulico.

Il foro di forma ovale

Il foro ovale ed il cardo massimo

Il foro ovale e la porta sud

Il foro ovale con alle spalle la città attuale

Tempio di Zeus [modifica]

Dal foro una scalinata con rilievi di tralci e melograni conduce alle rovine del Tempio di Zeus, del 162, costruito su di un preesistente santuario romano. Il complesso si compone del tempio vero e proprio e da una sottostante area sacra, un cortile costruito su un porticato a volta per compensare la conformazione del terreno; in questo cortile sacro (temenos), con un recinto di 80 m x 35 m, che domina il sottostante foro ovale era situato l'altare per i sacrifici. Il tempio poggiava su una base colonnata di 40 m. x 30 m.

Di tutto l'edificio rimangono solo alcune colonne di cui tre del peristilio; i massicci muri della cella del dio sono invece stati distrutti da un terremoto, come il resto del tempio.

Gli scavi condotti da una missione francese hanno riportato alla luce fregi ispirati alle espressioni artistiche dei Nabatei.

Arco di Adriano [modifica]

Posto a sud della città, a 250 m prima delle mura, l'arco ha dimensioni imponenti: 37 m di larghezza e 13 m di altezza. Fu eretto in onore dell'imperatore Adriano in visita alla città durante l'inverno del 129-130 d.C.. Alla base di ogni pilastro son scolpite ghirlande di foglie d'acanto. I tre archi erano dotati di tre portali in legno di cui oggi rimangono solo le cornici in pietra.

L'ippodromo

La porta meridionale

La scena del teatro meridionale

L'arco avrebbe dovuto costituire la nuova porta sud della città di Gerasa, ma l'area compresa tra l'arco e l'attuale porta sud non venne mai completata,

Il tempio di Giove

Arco di Adriano

L'ippodromo [modifica]

Accanto all'arco di Adriano, costruito tra il I secolo ed il III secolo, poteva ospitare sino a 15.000 spettatori, era di notevoli dimensioni (244 m. x 50 m.) e vi si tenevano gare di atletica e di corse di bighe. All'interno vi erano le stalle, i cui resti sono stati portati alla luce da recenti scavi.

L'ippodromo è stato restaurato e, ogni giorno viene offerto uno spettacolo di corsa delle bighe.

Porta meridionale e mura [modifica]

A 250 metri dall'arco di Adriano, eretta nel corso del II secolo, era una delle quattro porte della città. Come l'arco di Adriano alla base di ogni pilastro son scolpite ghirlande di foglie d'acanto e gli archi erano dotati di portali in legno di cui oggi rimangono solo le cornici in pietra.

Tetrapylon settentrionale, con sullo sfondo la porta nord

Le mura furono costruite sempre in quello stesso periodo, ma con l'espandersi della città il perimetro venne ampliato più volte nei secoli successivi. Gran parte di ciò che rimane oggi delle mura e delle torri di guardia, circa 3,5 chilometri spesse tre metri, sono del periodo bizantino.

La porta meridionale

La cavea del teatro meridionale

L'orchestra del teatro meridionale

Teatro meridionale [modifica]

Le colonne della chiesa di San Giovanni Battista, in primo piano il mosaico della chiesa dei Santi Cosma e Damiano e in secondo piano la chiesa di San Giorgio

In primo piano la chiesa di San Giorgio, le colonne della chiesa di San Giovanni Battista e la parete laterale della chiesa dei Santi Cosma e Damiano

I resti della cattedrale con alle spalle il tempio di Artemide

Situato alle spalle del tempio di Giove, fu costruito tra l'81 e il 96 e poteva ospitare circa 5.000 spettatori distribuiti su due piani. Solo il primo piano è ancora in piedi e sfoggia 32 file di posti, di cui alcuni ancora segnati coi numeri greci. Il palcoscenico, a due livelli, porte delle belle decorazioni. Dalla sommità del teatro si ha un'ottima vista delle rovine e della città moderna.

L'acustica del teatro è ancora ottima e la si può constatare quando suonano le cornamuse della banda militare giordana.

Cardo massimo, Macellum, tetrapilon meridionale e tetrapylon settentrionale [modifica]

Il cardo massimo, strada colonnata, è la via principale della città, lunga 800 metri, dal foro ovale alla porta nord, e conserva ancora la pavimentazione originale, in cui si vedono ancora i solchi dei carri e gli scolo dell'acqua. Le 500 colonne ai lati della strada, che sono state restaurate negli anni 60 del secolo scorso, avevano altezze diverse per adattarsi alle facciate dei palazzi che sorgevano alle loro spalle.

poco prima di incrociarsi col decumano sud[5] si trova l'ingresso dell'agorà o macellum, dove i cittadini solevano incontrarsi intorno alla fontana centrale.

Nei due punti dove il cardo incrociava i decumani (sud e nord) vennero costruiti altrettanti tetrapylon. Quello meridionale era formato da quattro basamento che sorreggevano, ciascuno, quattro colonne, sormontate da un piano con sopra una statua (oggi si vedono le basi mentre le colonne sono in fase di restaurazione), mentre il tetrapylon settentrionale, che ha l'aspetto di un arco è stato restaurato, nel 2000, ed era dedicato alla moglie dell'imperatore Settimio Severo.

Il cardo massimo

Il cardo massimo ed il foro ovale, con alle spalle la città nuova

Il decumano meridionale

Il tetrapylon meridionale

Complesso delle tre chiese bizantine [modifica]

Sono tre chiese costruite una a fianco dell'altra, nella parte alta della città:

* la chiesa di San Giorgio fu edificata nel 530, e fu frequentata dai fedeli sino all'VIII secolo, essendo stata risparmiata dai terremoti, ma durante il periodo degli omayyadi i suoi mosaici furono depredati,

* la chiesa di San Giovanni Battista fu edificata nel 531 e aveva la forma a ferro di cavallo; nel corso dei secoli ha subito notevoli danni e dei suoi mosaici del pavimento rimangono solo alcune parti che rappresentano elementi vegetali e animali, il mutare delle stagioni ed alcune città dell'Egitto,

* la chiesa dei Santi Cosma e Damiano[6] fu consacrata nel 533, ed i suoi mosaici sono ancora in buone condizioni; la pavimentazione presenta figure zoomorfe figure geometriche e simboli medici. Diversi mosaici oggi sono al Museo delle Tradizioni popolari di Amman.

Mosaico della chiesa dei Santi Cosma e Damiano

Abside della chiesa dei Santi Cosma e Damiano

Chiesa di San Giorgio

Chiesa dei Santi Cosma e Damiano

Cattedrale [modifica]

La cattedrale fu eretta nella seconda metà del IV secolo, sul sito dove sorgeva un tempio di Dioniso del II secolo, a sua volta costruito al posto di un tempio nabateo dedicato al dio Dushara; parti della scalinata e dell'ingresso del tempio di Dioniso si possono ancora cedere.

La cattedrale, col tempo è andata in rovina, ma le mura rimaste rendono l'idea di quella che fu una grande struttura, una imponente basilica a tre navate, a cui si accedeva attraverso un portale decorato da diverse sculture in marmo.

Chiesa di San Teodoro [modifica]

Sopra la cattedrale, a ovest, si trovano i pochi resti della chiesa di San Teodoro, costruita dai bizantini, nel 496, che era anch'essa un'imponente basilica.

Il ninfeo

Il tempio di Artemide

Dietro alla chies, si vedono i resti di un bacino quadrangolare, al centro di un piccolo atrio, che veniva chiamato il cortile della fontana e dove, in epoca bizantina, ogni anno veniva commemorato il miracolo delle nozze di Cana, quando Gesù, secondo i vangeli trasformò l'acqua in vino.

Ninfeo [modifica]

La più importante fontana della città, che si trovava lungo il cardo massimo, era dedicata alle ninfe. Costruita nel 191, era molto decorata ed era a due piani: il piano inferiore rivestito in marmo, quello superiore intonacato, il tutto coronato da una semicupola, da cui cascava l'acqua che si raccoglieva in una grande piscina, da cui defluiva nella strada sottostante attraverso le teste di sette leoni.

Della semicupola a forma di conchiglia restano ancora i capitelli che sostenevano il soffitto.

I propilei del tempio di Artemide

Le undici colonne dell tempio di Artemide

L'interno del tempio di Artemide

La scalinata dei propilei del tempio di Artemide

Tempio di Artemide [modifica]

Costruito tra il 150 e il 170, era fiancheggiato da 12 colonne corinzie (oggi ne sono rimaste undici). Per livellare il cortile erano stati costruiti sotterranei con volta a botte dove erano costruiti i tesori del tempio. Il tempio era rivestito di marmo come di marmo erano i pavimenti, ma in seguito ai decreti dell'imperatore Teodosio, del 391 e 392, il tempio di Artemide fu smantellato. Durante il periodo bizantino fu trasformato in una bottega di terraglie e utensili da cucina. Dopo la conquista araba, il tempio venne fortificato, ma i Crociati lo distrussero quasi completamente.

Come porta di accesso al tempio, nel 150, vennero costruiti i propilei, da cui partiva una scalinata fiancheggiata da negozi che conduceva al tempio.

I resti di una piccola chiesa bizantina con alle spalle la città nuova

Il tetrapylon settentrionale e, al fondo del cardo massimo, la porta nord

Teatro settentrionale [modifica]

Costruito nel 165, fu ampliato nel 235, ma è più piccolo del teatro meridionale, presentava quattordici file di posti e, secondo gli storici, era destinato a ospitare assemblee politiche più che spettacoli. Durante il periodo bizantino e poi durante il periodo degli Omayyadi fu parzialmente smantellato.

Il teatro è stato recentemente restaurato ed è in grado di contenere circa 2.000 spettatori.

Terme [modifica]

La città di Gerasa aveva due terme, quelle occidentali, situate vicino al cardo massimo, costruite nel II secolo, erano molto grandi, una struttura quadrata sormontata da una cupola, che misurava 70 m. x 50 m. ed erano dotate di calidarium tepidarium e frigidarium, mentre quelle orientali, più piccole erano situate nella parte bassa della città.

Porta settentrionale [modifica]

La porta fu costruita nel 115 circa, e si presenta come una struttura modesta. La porta era stata commissionata da Claudio Severo.

 

 

 

Amman

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Stato: bandiera Giordania

Coordinate: 31°57′″N 35°56′″E / <span class="geo-dec geo" title="Mappe, foto aeree ed altre informazioni per Errore nell'espressione: operatore / inatteso Errore nell'espressione: operatore / inatteso">Errore nell'espressione: operatore / inatteso, Errore nell'espressione: operatore / inattesoCoordinate: 31°57′″N 35°56′″E / <span class="geo-dec geo" title="Mappe, foto aeree ed altre informazioni per Errore nell'espressione: operatore / inatteso Errore nell'espressione: operatore / inatteso">Errore nell'espressione: operatore / inatteso, Errore nell'espressione: operatore / inatteso

Altitudine: 777-1,400 m s.l.m.

Superficie: 1,680 km²

Abitanti : 2,520,000 (2005)

Densità: 700 ab./km²

Sindaco: Omar Maani

Amman (Giordania)

Amman

Amman

Sito istituzionale

Amman (arabo: عمان‎, ʿAmmān) č la capitale e la più popolosa città della Giordania. formata da 14 montagne. La città antica dove è situata Amman, sembra che in origine si chiamasse Rab Amoon (ربة عمون) e poi nel III secolo a.C. venne chiamata Filadelfia.

Indice

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* 1 Storia

* 2 Geografia e Clima

* 3 Distretti

* 4 Trasporti

* 5 Economia

* 6 Popolazione

* 7 Note

* 8 Voci correlate

* 9 Altri progetti

* 10 Collegamenti esterni

Storia [modifica]

L'anfiteatro romano

Il tempio di Ercole

Amman è stata abitata da parecchie civiltà, la prima delle quali risale al periodo Neolitico, intorno al 6500 a.C.; l'esistenza di tale civiltà è stata dimostrata nel 1994 attraverso il ritrovamento di reperti archeologici [1] ad ʿAyn Ghazāl (arabo: عين غزال‎), "localitą situata nella parte orientale di Amman".

Nel XIII secolo a.C. Amman fu dominata dagli Ammoniti, successivamente dagli Assiri, dai Persiani e poi dai Greci, durante la dominazione dei quali fu chiamata Philadelphia da Tolomeo II. Successivamente divenne una città del regno di Nabatea. Conquista dai Romani divenne una delle dieci città di Decapolis.

Il nome Philadelphia fu modificato con Amman durante l'era dei Ghassanidi ed ebbe il massimo splendore nell'era degli Omayyadi, che avevano come loro capitale la vicina città di Damasco. Amman continuò ad essere una città importante anche nell'era degli Abbasidi (con capitale a Bagdad).

A causa di parecchi terremoti e disastri naturali Amman rimase niente più di un piccolo villaggio con annesso un mucchio di rovine fino all'anno 1887, quando arrivarono al governo i Circassi, i quali decisero di costruire una linea ferroviaria tra Damasco e La Medina e passante per Amman in modo da facilitare agli abitanti dei loro territori il pellegrinaggio annuale verso La Mecca.

Nel 1921 ʿAbd Allāh I scelse Amman come sede del governo per la creazione degli Emirati di Transgiordania e successivamente come capitale del regno hashemita del Giordano. Amman rimase una piccola cittą fino al 1948, quando ebbe inizio un afflusso di rifugiati palestinesi che portò ad un considerevole aumento di popolazione; è in questo anno, infatti, che i sionisti creano lo Stato di Israele all'interno di una parte della Palestina storica. Nel 1967 si registra una seconda imponente ondata in corrispondenza con l'occupazione da parte di Israele dei rimanenti territori palestinesi.

Dall'8 all'11 maggio 2009, si è recato in storica visita apostolica ad Amman, Papa Benedetto XVI, il quale ha celebrato la Santa Messa nell'International Stadium di Amman.

Geografia e Clima [modifica]

Amman si trova su una zona collinare del nord-ovest della Giordania, ed è posta ad un'altitudine di 1.029 m sul livello del mare (punto più alto) a 773 metri sopra il livello del mare (punto più basso). La città è stata costruita sui sette colli ma oggi si estende su una superficie di oltre diciannove colline (che prende il nome di Jabal o montagna). Molti dei distretti di Amman prendono il nome proprio dalla caratteriste dei sette colli.

A causa degli effetti di raffreddamento della sua posizione su un altopiano, Amman, gode di un clima mediterraneo e le stagioni generalmente godono di un bel tempo rispetto ad altri luoghi della regione. L'estate giordana raggiunge i 28 °C- 30 °C, ma con bassa umidità e frequenti brezze. Le temperature primaverili ed estive sono estremamente piacevoli e mite. Le temperature invernali(specialmente quelle notturne) oscillano vicino i -5 °C, le nevicate ad Amman di solito si verificano poche volte l'anno. La media annuale del numero di giorni con pioggia è 15-95 mentre con la neve è 3-15. Generalmente non si verificano giorni di pioggia da giugno a settembre. Negli ultimi tempi si sono verificate nevicate anche mese di aprile e l'inizio di maggio. In realtà le precipitazioni della pioggia nell'aprile 2006 è diminuita, e recentemente la neve è caduta sulla capitale nei mesi di aprile, cosa insolita per la Giordania.

Distretti [modifica]

Torri, note come Jordan Gate

La vecchia stazione di Amman della Ferrovia dell'Higiaz

Il Rainbow Cinema di Jabal Amman, che si trova a Rainbow Street

L'Aeroporto Internazionale Queen Alia, situato a circa 30 minuti dalla capitale, è l'aeroporto più grande della Giordania, e hub della Royal Jordanian. L'aeroporto dispone di tre terminali: due per i passeggeri e uno per il traffico merci. Nel 2007 il traffico passeggeri è stato di 4-5 milioni, ma l'attuale ristrutturazione dell'aeroporto potrebbe ampliare il flusso dei passeggeri fino a 9 milioni. Il collegamento ferroviario, verrà potenziato, collegando l'aeroporto con con Raghadan, Mahatta, e Zarqa.

Il sistema di trasporto di Amman, subirà una radicale trasformazione, è in progetto la costruzione di tre linee della metropolitana ad Amman. La prima fase è di due linee, rossa e verde, che collegherà la parte meridionale, centrale e settentrionale della città, con un transito ad Amman Plaza con alcuni collegamenti con il Nord e il Sud della periferia. La seconda fase consiste in una linea gialla che collegherà il nord e il sud di Amman, con il transito verso le linee verde e rossa, e verso il municipio. Il progetto dovrebbe costare più di mezzo miliardo di dollari. C'è anche il progetto della costruzione della funicolare Amman est che collegherà il vecchio centro della città con Jabal al-Qal'at. Questi progetti dovrebbero essere completati entro il 2016 con l'intero sistema di trasporto di capitale completato entro il 2025.

Amman sarà collegata con la Ferrovia nazionale del regno giordano che collegherà ad Amman con il resto del Regno e della regione. Questo progetto sarà completato entro il 2013.

Amman dispone di un vasto sistema autostradale che collega ogni parte della città, e le città di Zarqa e Madaba. Dato il traffico della tratta Amman-Zarqa soprattutto durante le ore di punta, è in costruzione una nuova linea ferroviaria. Anche il traffico dei bus è ben organizzato. Ci sono le gallerie pedonali pedoni che portano da un lato di una strada a un altro.

Ci sono otto cerchi, o rotatorie, estese fino alla parte occidentale di Amman, tuttavia, la città non ha una ferrovia o metropolitana in grado di reggere il traffico cittadino, per cui tutte le strade saranno collegate con la capitale aumentando la capacità di traffico di Amman.

Il trasporto pubblico (autobus e taxi), collega la città con le zone limitrofe; le due principali stazioni di autobus e taxi sono Abdali (nei pressi della moschea di ʿAbd Allāh, e del parlamento e palazzo di giustizia). Dato il turismo nel mesi estivi specialmente nel Golfo Persico, la cittą può subire una notevole congestione del traffico nelle ore di punta.

Economia [modifica]

Amman dall'alto

Tramonto sulla periferia della città

Amman è il centro nevralgico dell'economia giordana per le comunicazioni il trasporto, il turismo medico, l'istruzione, e gli investimenti, i continui investimenti delle imprese stanno trasformando la città in un centro finanziario. Dopo la Guerra d'Iraq, i rapporti commerciali tra i due paesi si sono concentrati sulla capitale. L'economia cittadina è in rapida crescita. sviluppo che abbraccia tutti i settori: finanziari, immobiliari, bancario e delle costruzioni.

Popolazione [modifica]

Amman conta una popolazione stimata (2007) di circa 3 milioni di persone, di cui la maggior parte sono di fede musulmana, ci sono minoranze cristiane (soprattutto greco ortodosse), e druze.

Dopo la guerra in Iraq, Amman è stata presa d'assalto da immigrati iracheni, la cui presenza è attualmente stimata intorno alle 800 mila persone. Invece,il resto degli abitanti sono in maggioranza palestinesi, ma hanno acquisito la cittadinanza giordana.

Amman sta vivendo momenti di grande prestigio internazionale grazie agli sforzi del Re ʿAbd Allāh II di Giordania che cerca di mediare la difficile situazione israelo-palestinese,

Dal 2000 circa Amman si sta sviluppando in modo sorprendente e infatti Amman è suddivisa in 2 parti:

* La parte orientale con i suq e l'anfiteatro romano, le rovine romane ecc.

* La parte occidentale con grattacieli, pub, discoteche e grandi centri commerciali.

Amman sta diventando il vero e proprio cuore del Vicino Oriente grazie ai continui investimenti esteri e alla stabilità politica ed economica del paese.

Inoltre Amman gode di un clima mite, (data la sua altitudine sul livello del mare, circa 800 m), e di conseguenza d'estate è presa d'assalto da molti turisti provenienti soprattutto dai paesi del Golfo

 

 

 

PETRA

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Petra (Giordania)

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Coordinate: 30°19′43″N 35°26′31″E / 30.32861, 35.44194

Flag of UNESCO.svg Bene protetto dall'UNESCO

Stub patrimoni dell'umanità.png Patrimonio dell'umanità

Petra

Petra

Petra Jordan BW 22.JPG

Tipologia Architettonico

Criterio C (i) (iii) (iv)

Pericolo Nessuna indicazione

Anno 1985

Scheda UNESCO inglese

francese

Patrimoni dell'umanità in Giordania

Localizzazione di Petra

Petra (da πέτρα, roccia in greco) θ una città posta circa 250 km a Sud di Amman, la capitale della Giordania, in un bacino tra le montagne ad Est del Wadi Araba, la grande valle che si estende dal Mar Morto fino al Golfo di Aqaba. Il suo nome semitico era Reqem o Raqmu ("la Variopinta"), attestato anche nei manoscritti di Qumran.

Fu nell'antichità una città edomita e poi divenne capitale dei Nabatei. Verso l'VIII secolo fu abbandonata in seguito alla decadenza dei commerci e a catastrofi naturali, e, benché le antiche cavità abbiano ospitato famiglie beduine fino ad anni recenti, fu in un certo senso dimenticata fino all'epoca moderna. Il complesso archeologico fu rivelato al mondo occidentale dall'esploratore svizzero Johann Ludwig Burckhardt nel 1812.

Le numerose facciate intagliate nella roccia, riferibili per la massima parte a sepolcri, ne fanno un monumento unico, che è stato dichiarato Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO il 6 dicembre 1985. Anche la zona circostante è dal 1993 parco nazionale archeologico. Nel 2007, inoltre, Petra è stata dichiarata una delle cosiddette sette meraviglie del mondo moderno.

Indice

Geografia [modifica]

Lo sbocco della gola del Sîq su Petra. Si intravede la facciata di El Khasneh

Petra è situata a mezza strada tra il Golfo di Aqaba e il Mar Morto, ad un'altezza tra 800 e 1396 metri s.l.m., (l'area urbana si situa intorno ai 900 m) nella regione montagnosa di Edom ad est del Wadi Araba, a circa 3 ore di strada da Amman.

La posizione e la disponibilità di acqua ne fecero un luogo propizio allo sviluppo e alla prosperità di una città. Il luogo è accessibile solo da nord-ovest, per uno stretto sentiero di montagna, e da est attraverso un canyon lungo circa 1,5 km e profondo fino a 200 metri, il Sîq, che ospitava la principale strada di accesso.

Geologia [modifica]

Le tombe di Petra sono scavate nei canaloni e sui fronti rocciosi delle montagne, mentre l'area urbana, a causa della mancanza di vegetazione, è caratterizzata da un vasto affioramento di pietrame derivante dal crollo degli alzati degli edifici, sicché roccia e pietre sono visibili in ogni punto.

Le costruzioni funerarie sono in gran parte ricavate nell'arenaria policroma di età paleozoica (deposito deltizio Cambriano/Ordoviciano - Form. di Umm Ishrin Sandstone), una roccia sedimentaria prodotta dalla sedimentazione e dall'accumulo di piccoli granelli di sabbia. Il risultato di questo processo è una roccia coerente e resistente, ma al contempo facile da scavare, organizzata in strati o bancate. Una caratteristica particolare di queste arenarie è la variazione del colore, con sfumature dal giallo ocra al rosso fuoco al bianco, dovute alla diversa concentrazione degli ossidi durante il lungo processo di consolidamento. Queste spettacolari variazioni cromatiche sono particolarmente visibili sui soffitti di molti ipogei di Petra. Nei dintorni di Petra si trovano anche rocce contenenti silice, che i Nabatei sfruttavano per produrre un cemento impermeabile. L'ingresso della città è un antico letto fluviale, una profonda gola tagliata nelle alte pareti di arenaria che venne trasformata in trincea viaria deviando altrove il corso del torrente. L'area di Petra è molto vicina al sistema Mar Morto-Valle del Giordano, caratterizzato da un'intensa attività tettonica, con cinematica trasforme-transtensiva sinistra, legata alla separazione (rift) tra placca arabica e africana. Il 19 maggio 363, e poi ancora nel 419, nel 551 e nel 747 ebbero luogo terremoti che danneggiarono la città e i suoi monumenti.

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L'irrigazione [modifica]

Il canale scavato nella roccia per indirizzare l'acqua

In questa regione semidesertica le sorgenti erano rare e potevano fornire acqua solo per poche famiglie. I bisogni primari vennero quindi fronteggiati utilizzando l'acqua piovana disponibile in circa 150 mm/anno (oggi la piovosità oscilla tra i 50 e i 250 mm/anno), e i Nabatei crearono un sistema di regole per la ripartizione del consumo d'acqua [1].

La posizione geografica di Petra in fondo a una valle rocciosa, unita alla relativa impermeabilità delle rocce circostanti, permettevano di recuperare acque pluviali da un bacino di circa 92 km². Questa impermeabilità creava d'altra parte anche molti problemi, a causa dei fenomeni alluvionali tipici delle zone desertiche, dove gli improvvisi temporali inducono la crescita rapidissima e tumultuosa di estemporanei torrenti, molto potente e quindi distruttiva, che si incanalano tumultuosi in quelli che fino al momento della tempesta non sembravano altro che canaloni sassosi. [2].

Resti di acquedotto

Ancor oggi sono visibili impianti destinati a raccogliere e a distribuire l'acqua superando i forti dislivelli del terreno, in particolare sbarramenti e cisterne a cielo aperto. Per la raccolta esisteva anche un'importante rete di cisterne sotterranee. A nordest e a sudest di Petra, le acque del Sîq scorrevano in gallerie scavate nella roccia e intonacate con gesso impermeabile, o in una rete idrica in leggera pendenza, fatta di tubi di terracotta o di ceramica. Questa rete alimentava l'acquedotto, le 200 cisterne (molte delle quali erano situate sul monte Umm al-Beira, che vuol dire "Madre delle cisterne"), bacini di raccolta ed un ninfeo, che era una fontana pubblica; una parte delle cisterne, che riutilizzano anche strutture più antiche, si può tuttavia attribuire ad epoche successive a quelle urbane. Un'altra rete, di maggiore portata, consentiva di captare l'acqua di sorgenti più lontane e di rifornire quartieri più in alto. L'insieme di queste reti idriche portava a Petra circa 40 milioni di litri d'acqua al giorno[3].

Dal punto di vista tecnologico, il sistema di distribuzione dell'acqua a Petra è stato paragonato a quello di Roma nello stesso periodo, ed era certamente sufficiente a coprire i bisogni della città. Furono proprio i Romani che utilizzarono la rete idrica come sistema di pressione militare, tagliando l'acquedotto in occasione di un assedio, proprio come accadde secoli dopo - per vendetta della storia - alla loro città per opera di Vitige.

Il risultato di questa padronanza delle risorse idriche fu la creazione, all'epoca, di una vera e propria oasi artificiale, delle cui installazione oggi rimangono solo resti.

Agricoltura e allevamento [modifica]

Quando la città era in pieno sviluppo, l'acqua serviva essenzialmente al consumo degli abitanti e degli animali, e successivamente fu utilizzata anche per usi agricoli.

Certamente a Petra si coltivavano cereali, come l'orzo e il grano, alberi da frutta e viti. Sono stati ritrovati dei torchi, probabilmente databili al periodo della dominazione romana, quando il vino aveva grande importanza.

Oggi sono visibili, attorno al sito, impianti agricoli su terrazzamenti nel settore di Zurrabeh, creati per difendere i terreni dall'erosione del suolo e per avere rendimenti più elevati. Dopo l'abbandono della città, la mancanza di manutenzione ha portato alla distruzione di quasi tutte le dighe. Ne rimangono visibili solo alcuni resti e il nome dato ad un particolare tipo di opera per la distribuzione dell'acqua, detta "giardini romani".

Attorno a Petra si aggirano anche mandrie di capre nere, specie addomesticata fin dal neolitico.

Storia [modifica]

Petra, la "Spianata del sacrificio"

Neolitico [modifica]

Ritrovamenti nei Wadi e sulle colline nei dintorni di Petra, hanno dimostrato l'esistenza di insediamenti umani databili ad un periodo stimato tra il X e l'VIII millennio. I resti del più famoso di questi ritrovamenti, si possono vedere nel sito di Beidha[4], ad alcuni chilometri da Petra (a 15 minuti di sentiero, dall'ingresso della Piccola Petra); il sito fu abitato per circa un millennio e poi abbandonato e, nell'area non si stabilirono altre civiltà; questo spiega perché il sito, pur difficile da decifrare, sia rimasto intatto.

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Cultura natufiana.

Lo stanziamento più antico trovato a Petra data invece all'età del ferro.

Antichità [modifica]

Periodo edomita [modifica]

Secondo Léon de Laborde le prime tracce di insediamenti stabili edomiti nel sito di Petra sono collocabili tra la fine dell'VIII e l'inizio del VII secolo a.C. Essi scelsero di installarsi sulle colline vicine al sito di Petra, tra cui Umm al-Beira (cioè "la Madre delle Cisterne", così chiamata perché sulla sommità ve ne sono effettivamente molte); quest'ultima città è stata, sino a pochi anni fa confusa con Sela[5], la capitale degli Edomiti[6], ma ricerche più recenti l'hanno collocata più a nord, 10 chilometri a sud della città di Tafila.

Costruttori in pietra, gli Edomiti erano però anche molto abili nell'arte fittile, e giunsero a dominare tutta la regione.

Secondo la Bibbia questo popolo avrebbe ostacolato il passaggio di Mosè al momento dell'esodo, in quanto discendente di Esaù, il fratello-nemico di Giacobbe[7]. Nel tentativo di localizzare le tappe dell'Esodo Laborde ed altri esploratori diedero nomi biblici a vari luoghi, come il citato Wadi Musa, o Khazinè al-Firawn "Tesoro del Faraone".

Periodo nabateo [modifica]

Le vie commerciali dei Nabatei attraverso l'Arabia

Il periodo in cui i Nabatei, popolazione nomade araba, proveniente dalla penisola araba occidentale, cominciarono a insediarsi a Petra, risale probabilmente al VI secolo a.C.: quando gli Edomiti, sotto la pressione dei Nabatei, l'abbandonarono per installarsi nella regione di Hebron. Dopo che gli Edomiti avevano abbandonato il sito, i Nabatei vi si stanziarono stabilmente, e, a seguito ad accordi commerciali con le altre popolazioni limitrofe, con le ricchezze accumulate negli anni successivi costruirono la città di Petra e la resero un centro importante.

Il periodo nabateo è documentato meglio delle altre epoche dell'antichità, ma la maggior parte dei documenti originali (scritti su papiro e altri supporti deperibili) è andata distrutta e le fonti dell'epoca sono rare: ciò che ci resta per cercar di comprendere la storia di quest'epoca sono date di eventi incise nell'arenaria delle mura della città e le tappe di costruzione dei monumenti.

* Durante il IV secolo a.C. la città si estendeva su oltre 10 km², ed era nota per la produzione di ceramiche di alta qualità, tecnologia certamente ricevuta dagli Edomiti.

* nel 312 a.C. il generale macedone Antigono Monoftalmo fallì il tentativo di impadronirsi della città.

* Tra la fine del IV e l'inizio del II secolo a.C. i Nabatei sembrano del tutto indipendenti, malgrado i Tolomei dominino su tutta la regione, anzi verso la fine del III secolo a.C. i Nabatei sostennero Antioco III, che respinse i Tolomei verso sud.

El Khasneh

Le tombe reali

Ingresso al sito; a sinistra lo sbarramento di protezione contro le piene del Siq

Tomba di Sestio Florentino, governatore romano (II secolo)

El Khasneh dall'alto

* Tra la prima metà del II secolo a.C. e la definitiva conquista romana, del 106 d.C., i Nabatei si riorganizzarono in regno.

* Una figura di cui si hanno notizie più dettagliate è il re Obodas I (96 a.C.-85 a.C.), che sconfisse il sovrano asmoneo Alessandro Ianneo sull'altopiano del Golan tra il 93 e il 90 a.C. mettendo fine alle mire espansionistiche degli Asmonei sul suo regno, e anzi impadronendosi per qualche anno dei paesi di Moab e di Galaad ad est del Giordano, e sconfisse anche Antioco XII Seleucide nell'85 a.C. I Nabatei, alla sua morte, lo divinizzarono creando un culto e costruendo il Deir [8] in suo onore.

* Il figlio di Obodas I, Areta III, estese il potere dei Nabatei fino a Damasco. E quando arrivarono i Romani, guidati da Pompeo, riuscì a corromperli, mantenendo l'indipendenza formale del regno, pur subendo l'influsso culturale dei nuovi dominatori della regione, come si può vedere dagli edifici e dalle monete del periodo di chiara ispirazione greco-romana.

* Sotto il regno di Malichus I, nel 41 a.C., dopo che i Parti, guidati da Quinto Labieno, avevano invaso la Siria, il regno nabateo appoggiò i Parti contro Roma ed il suo alleato, Erode il Grande, nominato re di Giudea dai Romani contro l'attuale re, Antigono l'asmoneo. Ma dopo la sconfitta e la morte di Quinto Labieno (39 a.C.) e la definitiva esecuzione di Antigono, nel 37 a.C., Malichus I divenne tributario di Roma e di Erode, che, per il tardato pagamento del tributo, prima invasero il regno nabateo e, nel 31 a.C., occuparono buona parte del territorio del regno.

* Durante il regno di Obodas III (dal 30 al 9 a.C.), successore di Malichus I, il regno nabateo divenne vassallo del re di Giudea, Erode il Grande, mentre, conquistato l'Egitto, i Romani tentarono di scoprire la fonte delle spezie e dei profumi che i Nabatei commerciavano, per scavalcare la loro intermediazione, ma diverse spedizioni romane verso l'Arabia Felix furono messe in scacco dal re di Petra, tra cui quella del prefetto d'Egitto Gaio Elio Gallo del 25-24 a.C. ritornata la pace, aquel periodo risale l'inizio della costruzione delle tombe e dei templi di Petra.

* Col successore di Obodas III, Areta IV, che regnò dal 9 a.C. al 40 d.C. la città raggiunse la sua maggiore prosperità e l'apogeo della propria fortuna. In quel periodo avrebbe avuto circa 30.000 abitanti, mentre altre fonti stimano da 20.000 a 40.000, tra cui spiccavano scribi (i nabatei avevano una propria scrittura in corsivo, precorritrice dell'arabo) e ingegneri idraulici (per la costruzione di dighe, cisterne, canali e tubazioni per imbrigliare, controllare e conservare l'acqua).

La città si era sviluppata soprattutto grazie al commercio sulla via dell'incenso. Si trattava di un tracciato carovaniero storico che partiva dallo Yemen, lungo la costa occidentale della Penisola araba, e a Petra si biforcava in una via nord-occidentale che portava a Gaza, e in una nord-orientale verso Damasco.

La disponibilità d'acqua e la sicurezza fecero di Petra il luogo d'elezione per la sosta all'incrocio di varie vie carovaniere che collegavano l'Egitto alla Siria e l'Arabia del sud al Mediterraneo, lungo le quali si svolgeva principalmente il commercio di prodotti di lusso - spezie e seta provenienti dall'India, perle del Mar Rosso e incenso dal sud dell'Arabia (risorsa particolarmente preziosa in quanto la resina della Boswellia era apprezzatissima nel mondo antico sia come offerta religiosa di gran pregio, sia come medicamento).

Intermediazione commerciale, acqua, ospitalità e diritti di dogana fornivano ai Nabatei forti guadagni, e la città fu sede per quasi un millennio, dal VI secolo a.C. al III secolo, di un grande mercato, raggiungendo l'apogeo verso la metà del I secolo d.C.

* Col successore di Aretas IV, Malichus II (40-70), l'importanza di Petra cominciò a diminuire in quanto i Romani erano riusciti a spostare il commercio delle spezie e dei profumi verso l'Egitto. Il regno nabateo perse il controllo di Damasco.

* Infine, con l'ultimo re, Rabbel II (70-106), Petra perse completamente il suo potere commerciale a scapito di Palmira, che in breve tempo si era assicurata tutti i commerci della via della seta e del golfo persico e dei traffici marittimi del mar Rosso che si collegavano con l'Egitto ed il mar Mediterraneo, senza transitare da Petra, perse anche importanza politica nei confronti della seconda capitale del regno: Bosra.

Infatti alla morte di Rabbel II, l'imperatore Traiano, nel 106, conquistò Petra e creò la provincia dell'arabia Petrea, con capitale Bosra.

I Nabatei adoravano le divinità presenti in Arabia prima dell'Islam, e anche alcuni dei loro re, deificati. All'epoca la principale divinità maschile era Dushara, accompagnato dalla triade femminile composta da Al-'Uzza, Allat et Manat. Molte statue scolpite nella roccia riproducono queste divinità.

Gli unici scrittori che documentano la condizione di Petra in questo periodo sono Diodoro Siculo e Strabone, le cui narrazioni testimoniano la grande ricchezza che questo popolo ricavava dal commercio carovaniero tra Asia ed Europa, ma non concordano sul loro modo di vivere, descrivendoli sia come sedentari sia come nomadi, ora come cittadini ora contadini.

Periodo romano [modifica]

Il teatro romano

Attorno a Petra era sorta una decapoli (confederazione di dieci città-stato) che Roma non riuscì a conquistare fino al 106 quando, dopo la morte del re nabateo Rabbel II senza combattere, il regno fu annesso all'impero da Cornelio Palma, governatore di Siria, per ordine di Traiano. Questi porrà a Bosra, divenuta in fretta la seconda città nabatea e rinominata Nova Traiana Bostra, la capitale della nuova provincia di Arabia, che ebbe appunto il nome di Arabia Petraea, mentre Petra ricevette il titolo onorifico di metropoli. Qualche anno dopo, nel 114, Petra divenne una delle basi per gli attacchi dei Romani contro i Parti, ad est.

Il fatto che i Romani prendessero possesso delle vie commerciali diede un colpo fatale a Petra e ai Nabatei, in quanto le vie commerciali non passavano più per la città. Dopo l'occupazione romana ci furono ancora carovane che sostavano a Petra, ma divennero sempre più rare, malgrado la costruzione di una strada di 400 chilometri che collegava Bosra, Petra e il Golfo di Aqaba.

L'imperatore Adriano visitò Petra nel 131, e la città fu rinominata, in suo onore, Petra Hadriana.

Lo sviluppo urbanistico della città rivela che la Pax Romana le portò un periodo prospero. Con la riorganizzazione dell'impero voluta da Diocleziano Petra divenne capitale di una delle tre parti in cui era divisa la Provincia di Palestina, che fu detta Palaestina salutaris e in seguito detta Palaestina taertia.

Periodo bizantino [modifica]

Mosaico bizantino di una chiesa di Petra

Il Cristianesimo giunse a Petra verso il IV secolo, dopo che Costantino ebbe fatto di Costantinopoli (già Bisanzio) la sua nuova capitale, e cominciato a favorire la diffusione della nuova religione. Gli abitanti della città rimasero fedeli ai propri dei per molto tempo, tuttavia già nel 350 Atanasio di Alessandria menziona un vescovo di Petra di nome Asterio, cioè la città era sede vescovile.

Un forte terremoto colpì Petra il 19 maggio del 363, danneggiando i monumenti - tra cui il teatro - e gli acquedotti. Il vescovo di Gerusalemme, Cirillo, ne testimonia in una sua lettera la data e le due scosse che semidistrussero la città, che - già impoverita dal dominio romano - da quella rovina non si sollevò più, e andò lentamente svuotandosi.

Nel V secolo a Petra sorgono chiese: risalgono a questo periodo l'utilizzo come chiesa del Deir, che diventa una specie di cattedrale nel 446, tracce di croci sui muri di molte tombe a nord della città (che indicano tombe cristiane), ed altre tre chiese scoperte durante scavi.

Un secondo terremoto, nel 551, danneggiò ulteriormente la città, che già stava cadendo nell'oblio.

Medioevo [modifica]

La conquista islamica che attraversa la regione tra il 629 e il 632 sembra aver ignorato Petra, la cui ultima menzione si trova in un testo scritto dal suo vescovo Antenogene tra la fine del V e l'inizio del VI secolo.

L'impatto della conquista musulmana è poco chiaro, e fu probabilmente ridotto dalla storica tolleranza mostrata dall'Islam primitivo verso il cristianesimo. Del resto il lento esodo degli abitanti aveva ridotto la città, verso il 700, ad un villaggio.

La zona fu infine conquistata dai Crociati Franchi, che vi eressero alcuni castelli, tra cui le fortezze di Al-Wu'ayrah et Al-Habis. Durante la Prima crociata la città fu occupata da Baldovino di Boulogne e costituì il secondo feudo della baronia di Al-Karak [9], nella signoria d'Oltregiordano.

La città rimase nelle mani dei cristiani fino al 1189, dopo che il Saladino aveva sconfitto definitivamente i Crociati del Regno di Gerusalemme alla Battaglia di Hattin, nel 1187. Dopodiché, si hanno notizie di Petra da un pellegrino tedesco che dice di esservi passato nel 1217, e per il passaggio del sultano mamelucco Baibars al-Bunduqdari nel 1276.

Periodo moderno [modifica]

Johann Ludwig Burckhardt

Petra fu rivelata al mondo moderno nel 1812 da Johann Ludwig Burckhardt, un viaggiatore svizzero che, in abiti arabi, si faceva chiamare Cheikh Ibrahim e seguiva la strada che collegava Damasco all'Egitto passando per la Giordania. Egli aveva sentito dire che nei pressi del villaggio di Wadi Musa si trovavano, in una sorta di fortezza naturale, delle vestigia straordinarie. La regione apparteneva allora all'Impero ottomano e gli stranieri curiosi di antichità - che erano ritenute "opera degli Infedeli" - erano considerati con grande diffidenza, anche per le tensioni politiche e religiose dell'epoca.

Burckhardt si presentò allora come un pellegrino che desiderava sacrificare una capra al profeta Aronne, la cui tomba, costruita nel XIII secolo, si riteneva collocata al di là delle rovine, in cima al gebel Haroun. Accompagnato dalla sua guida, l'esploratore attraversò la città antica senza potersi fermare un attimo a prendere una nota o a fare uno schizzo, e tuttavia consapevole dell'importanza di quelle vestigia, e che le rovine presso Wadi Musa fossero quelle di Petra. Entusiasta, diffuse la notizia tra gli occidentali residenti in Medio Oriente e in Egitto, e la ripeté nel suo libro Travels in Syria and the Holy Land, che fu pubblicato solo cinque anni dopo la sua morte, nel 1823.

Furono condotti anche altri tentativi di esplorazione, alla ricerca di Petra, nonostante la diffidenza delle popolazioni locali. Nel maggio 1818 un gruppo di una decina di persone provenienti da Gerusalemme, tra cui l'esploratore ed egittologo, William John Bankes, accompagnato dal dragomanno ferrarese Giovanni Finati e da due ufficiali di marina, riuscì a rimanere sul posto per due soli giorni, giacché rivalità tra capitribù locali li costrinsero a partire prima del previsto.

Le prime vere missioni archeologiche cominciarono dal 1828, e dopo il 1830 Petra divenne un luogo di visita, tappa di pellegrinaggi religiosi, e fonte di guadagni per i capi delle tribù dei dintorni.

Tra i tanti poeti ed artisti che si recarono a Petra vi fu, nel 1839, anche il celebre pittore britannico, David Roberts.

La prima missione archeologica inglese arrivò nel 1929, e tuttora sono in corso importanti scavi. Ancora nel 1992 (i mosaici della chiesa di Petra) e nel 2003 (il complesso funerario nascosto sotto il tesoro) sono state fatte importanti scoperte.

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Monumenti di Petra.

Petra oggi [modifica]

Ancora oggi si suole raggiungere Petra a piedi o a cavallo. L'ingresso più caratteristico è quello orientale, attraverso la lunga e profonda fessura delle rocce, chiamata Sik (o Siq). Alla fine del primo tratto di questo lungo corridoio dapprima si intravede e poi si apprezza in pieno per la presenza di un ampio spiazzo, uno dei più bei monumenti di Petra, il Khasneh al Faroun o il Tesoro del Faraone (il nome, di pura fantasia è stato inventato dai beduini), la cui facciata è profondamente incisa nella roccia.

In un sondaggio fatto, nel 2007, via internet o telefono, su 100 milioni di persone (il più grande sondaggio mai fatto), Petra è risultata essere tra le Sette meraviglie del mondo moderno, e anche se l'UNESCO non ha appoggiato l'iniziativa, il fatto di essere stata classificata come seconda meraviglia ha portato un notevole incremento al turismo di Petra.

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Sette meraviglie del mondo moderno.

Cinema [modifica]

Petra è stata utilizzata come set nelle scene di numerosi film, tra cui Indiana Jones e l'ultima crociata e Transformers - La vendetta del caduto.

Note [modifica]

1. ^ Strabone, nel I secolo a.C., testimonia che Petra disponeva di abbondanti risorse d'acqua, sia per l'uso domestico sia per l'irrigazione. (Fonte [1])

2. ^ In effetti, prima di essere deviato nel XX secolo, il wadi Musa (che vuol dire il fiume di Mosè) che scorreva nel Sîq dalla sorgente di ‘Ayn Musa (la sorgente di Mosè) fino al villaggio di Gaia causava frequentemente alluvioni molto pericolose, come l'ultima del 1963. Il nome di queste acque deriva dalla tradizione beduina secondo la quale Mosè e il suo popolo si fermarono a Petra, durante la traversata del deserto, e il profeta vi fece scaturire una fonte percuotendo la roccia con il suo bastone. Nel villaggio vicino a wadi Musa c'è una tomba che si dice essere quella di Miriam, la sorella di Mosè.

3. ^ quantità sufficiente, commenta la fonte [2], per più di 100.000 americani di oggi

4. ^ al-Beidha, un villaggio neolitico risalente a circa 9.000 anni fa (tra l'VIII e il VII millennio), costituisce uno dei siti archeologici più antichi del Medio Oriente; presenta 65 strutture a sezione tonda (poi divenuta rettangolare) che stanno a testimoniare il momento di transizione dalla vita nomade, basata sulla raccolta e la caccia, alla vita sedentaria, caratterizzata dall'agricoltura e dall'allevamento del bestiame.

5. ^ Petra, come Bosra, è stata conosciuta fino al XX secolo come la città menzionata nella Bibbia con il nome di Sela (dall'ebraico סלע sela, "roccia"), capitale degli Edomiti, prima che le ricerche archeologiche indicassero che si tratta di due città diverse, in quanto Sela è più a nord, 10 chilometri a sud della città di Tafila.

6. ^ cfr. 2 Re, 14, 7 e Isaia, 16, 1

7. ^ Numeri, 20, 14-20

8. ^ il nome - attribuito posteriormente - deriva dall'arabo al-Deir, "il monastero"

9. ^ Da questo sito (che deriva dalla parola aramaica karkha, che significa città) proviene il termine Krak

 

 

WADI RUM

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Il monte Rum nel Wadi Rum si erge per 1734 m sul livello del mare. La montagna è citata nel libro I sette pilastri della saggezza del colonnello Thomas Edward Lawrence, meglio noto come Lawrence d'Arabia [1]

Coordinate: 29°34′35.40″N 35°25′11.74″E / 29.5765, 35.4199278 Il Wadi Rum (arabo: وادي رم, Wādī Rūm), anche detto Valle della luna (arabo: وادي القمر, Wādī al-qamar) č una vallata scavata nei millenni dallo scorrere di un fiume nel suolo sabbioso e di roccia granitica della Giordania meridionale, a 60 km circa a est di Aqaba. È il più vasto wadi in Giordania. Il nome Rum proviene molto probabilmente dalla radice aramaica che significa "alto" o "elevato". Per proporre la sua pronuncia dialettale locale, si usa anche trascrivere la località Wadi Ramm. La maggiore elevazione nel Wadi Rum è il monte Jebel Rum alto 1754 m., mentre poco più a sud del Wadi Rum, al confine con l'Arabia Saudita, vi è il monte Jebel Wmm Adani, di circa 1830 m., il Il più alto monte della Giordania secondo il SRTM.

Il Wadi Rum ha ospitato insediamenti umani fin dai tempi preistorici (8000 a.C. circa) ed il luogo era noto come Iram.

Circa 30.000 incisioni rupestri decorano le superfici di tenera arenaria delle pareti rocciose del Wadi Rum: si tratta di petroglifi realizzati prima dalle tribù di Thamudeni, provenienti dall'Arabia meridionale e poi dei Nabatei che insediatisi nel Wadi Rum, nel IV secolo a.C., vissero pacificamente coi Thamudeni, adorando le stesse divinità, tra cui Dushara. I Nabatei oltre alle testimonianze sotto forma di pitture rupestri e graffiti ci hanno lasciato anche alcuni templi.

Greci e Romani ne avevano apprezzato i vigneti e gli oliveti, oggi scomparsi e le pinete di cui rimane traccia sulle vette più alte. Alcuni studiosi islamici ritengono che qui si trovasse il famoso "Ad", descritto nel Corano.

In Occidente il Wadi Rum è diventato maggiormente conosciuto per merito dell'alto ufficiale britannico T. E. Lawrence, che fissò qui la sua base operativa durante la Rivolta Araba[2], nel 1917–18, anche dopo la conquista di Aqaba.

Negli anni ottanta del XX secolo, una delle più imponenti formazioni rocciose del Wadi Rum fu per questo chiamata "The Seven Pillars of Wisdom", in memoria del capolavoro letterario di Lawrence, scritto nell'immediato primo dopoguerra.

A tutto il 2007, numerosi gruppi tribali beduini arabi abitano il Wadi Rum e l'area circostante (tra cui i Zalabiyya e i Zuweyda).

Deserto, flora e fauna [modifica]

Come descritto da Thomas Edward Lawrence, "vasto, echeggiante e simile ad una divinità" (Seven Pillars of Wisdom, libro VI, cap. LXXV), considerato da molti uno dei panorami più strabilianti al mondo, Wadi Rum è un paradiso per gli amanti della natura.

Una delle attrazioni principali della Giordania, questa zona è formata da montagne sabbiose con colorazioni molto varie, che spaziano dal giallo al bianco, al rosso ed al marrone, intervallate da profondi canyon con formazioni geologiche. Il panorama è anche distinto per i suoi delicati archi e ponti naturali, nonché da pietre modellate come funghi, intagliate e plasmate naturalmente da anni di vento ed erosione. Wadi Rum possiede fauna e flora rare ed endemiche. Una più grande enfasi è stata messa sulla fauna del Wadi dopo che una ricerca scoprì la presenza dello Stambecco, del Lupo grigio, della Volpe di Blanford, della rara Volpe rossa, oltre che a quella del Gatto delle sabbie. In questi ultimi anni è stato reintrodotta l'Orice, un'antilope del deserto, che allo stato selvatico si era estinta, nel 1972.

Vi si possono trovare, inoltre, specie rare di piccole piante ed erbe. Anemoni rossi, fiore nazionale della Giordania, crescono in abbondanza sulla strada. Piante usate come cure medicinali ed erbacee dai nomadi per secoli sono trovate nelle regioni montuose.

Le molte tribù beduine che vivono a Wadi Rum hanno un ruolo che ha un forte impatto sulla sua bellezza. Anche se alcuni ora vivano in case in cemento, la maggioranza ancora veste nel loro abito tradizionale e tiene alle loro tradizioni, conducendo un modo di vivere nomade di estate mentre alleva cammelli e capre e bevendo il loro latte, così come tessendo dalle lane di capra capi da indossare durante l'estate.

Rocce

Nel 1998 Wadi Rum fu dichiarata un'area protetta. Con appoggio dalla Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo, della Royal Society for the Conservation of Nature, un Organizzazione non governativa nazionale, patrocinata dalla Regina Noor di Giordania, fu commissionato di preparare un piano di conservazione e mettere insieme una squadra di abitanti del luogo per occuparsi del mantenimento dell'area. Questa squadra opera sotto l'Autorità Economica Speciale di Aqaba ed è una iniziativa pionieristica al fine di ripristinare e salvaguardare i delicati habitat di deserto Wadi Rum dall'azione umana in costante aumento.

Iscrizioni rupestri (petroglifi) [modifica]

Il Canyon Khazʿali del Wadi Rum è il sito in cui maggiormente sono presenti petroglifi raffiguranti esseri umani e antilopi che risalgono all'epoca dei Thamudeni. Comunque sia i petroglifi che i tumuli funebri punteggiano tutta l'area, significandone l'importanza come territorio di caccia e di ritrovo nei millenni passati. A partire dagli anni settanta, sono stati studiati da una equipe italiana dell'Università di Firenze, diretta da Edoardo Borzatti, con il sostegno di autorità e personalità giordane.[3]

Location cinematografiche [modifica]

L'area è stata più volte prescelta come location per numerose pellicole cinematografiche, quali:

* Lawrence d'Arabia - David Lean ha girato numerose scene del suo fil del 1962 nel Wadi Rum.[4]

* Red Planet - Il Wadi Rum è stato usato per simulare la superficie di Marte in questo film del 2000.

* Passione nel deserto - L'area è stata prescelta per alcune scene di questo film del 1998.

* The Face - BBC Film, Rock climbing in Rum

* Transformers: Revenge of the Fallen - L'area è stata scelta per simulare l'Egitto

Pozze d'acqua nelle gole

Panorama del Wadi Rum

Un albero nel deserto

Note [modifica]

1. ^ [1]

2. ^ La Rivolta Araba (1916–1918) fu avviata dallo Sharif di Mecca al-Husayn ibn ʿAlī dopo la promessa che gli Alleati avrebbero procurato la completa indipendenza degli arabi dal giogo turco-ottomano qualora gli arabi avessero combattuto contro Istanbul nel Primo conflitto mondiale.

3. ^ Edoardo Borzatti von Löwenstern, Quadri di pietra... Nuova S1, Bologna, p.166

4. ^ Jordan - Touristic Sites - South of Amman

 

 

ELIA PROFETA

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Il profeta Elia, di José de Ribera

Il profeta Elia (il cui nome significa "il mio dio è Yahweh"), della città di Tishbà nel paese di Galaad e perciò detto anche il Tishbita[1], è una delle figure più rilevanti dell'Antico Testamento; le sue gesta sono narrate nei due "libri dei Re" della Bibbia.

Secondo quanto si legge nei libri dei Re[2], Elia fu un grande profeta. Egli svolse la propria missione sotto il re Acab. Risuscitò il figlio della vedova di Sarepta che lo ospitava durante una carestia; ultimo fedele al Dio di Abramo, sfidò e vinse i profeti del dio Baal sul monte Carmelo: qui, dopo che essi furono svenuti, dimostrò la potenza di Dio accendendo, con la preghiera, una pira di legna verde e bagnata. Dopodiché, presso il torrente Kison, scannò tutti i 450 sacerdoti di Baal[3]. Fuggì sul monte Oreb[4], presso il quale gli porgeva cibo un angelo, e dove parlò con Dio. Chiamò Eliseo a seguirlo ed a essere il suo successore. Infine venne rapito in cielo con "un carro di fuoco e cavalli di fuoco" (2Re 2, 11).

Elia nell'ebraismo [modifica]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Messia.

Elia ha una grande importanza nel sentimento religioso ebraico in quanto vi si ritiene che, come narra la Bibbia, non morto sia stato assunto in Cielo anima e corpo e di tanto in tanto ricompaia sulla terra sotto mentite spoglie per aiutare il popolo ebraico in difficoltà. Il profeta Malachia profetizzò che Elia sarebbe tornato prima del giorno del Signore dell'Era messianica:

" Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore " (Malachia 3,23)

Nel giorno di Pasqua, alcuni ebrei lasciano una coppa di vino dinanzi all'uscio o ad una finestra aperta, in attesa che Elia torni e festeggi con loro la liberazione.

Alcuni esegeti interpretano la sua figura in modo simile a quella di Enoch, il bisnonno di Noè, perché "vengono presi" da Dio per la loro particolare rettitudine: Enoch viene preso da Dio dal mondo per evitare che lui, giusto, non venga coinvolto nella condotta immorale dei suoi contemporanei e per questo rischi di essere corrotto; diversamente dai testi considerati apocrifi dal Canone ebraico della Bibbia, Enoch non viene trasformato nell'Angelo della Merkavah Metatron. Elia ascese al Cielo e venne poi trasformato in un angelo, anche con il compito di assistere al Brit milah degli appartenenti alla Religione ebraica.

Elia nel cristianesimo [modifica]

Altro punto d'importante indagine e riflessione teologiche, pure per il Cristianesimo, è la particolare esperienza vissuta da Elia sull'Oreb.

Secondo la religione cristiana, la profezia di Malachia si è adempiuta in Giovanni il Battista[5]. Inoltre Elia apparve con Mosè durante la trasfigurazione di Gesù, a rappresentare la continuità di Cristo con i patriarchi (Mosè) ed i profeti (Elia, appunto).

Statua di Elia nella grotta sul Monte Carmelo in cui secondo la tradizione visse

Secondo i Vangeli, alcuni pensavano che Gesù fosse Elia ritornato (anche Gesù chiede agli apostoli: "La gente chi crede che io sia?" "La gente dice che tu sei Elia") o che lo chiamasse sulla Croce (mentre Egli, invece, invoca Dio: equivoco derivante dall'etimologia del nome stesso di Elia, che in ebraico significa "Yavhè è il mio unico Signore").

Nella tradizione cattolica è il modello dei contemplativi e dei monaci. L'ordine del Carmelo, sorto nei luoghi in cui Elia visse e svolse la sua missione, lo considera proprio padre e ispiratore.

Elia è il protettore contro i fulmini e i temporali, poiché nella Bibbia si dice di lui che era in grado di far discendere "il fuoco dal cielo". Inoltre, proprio per essere stato assunto in Cielo, è patrono degli aviatori. È poi patrono di Buonabitacolo in provincia di Salerno, di Maschito in provincia di Potenza, di Sperone in provincia di Avellino e di Peschici in provincia di Foggia.

È venerato come santo dalla Chiesa cattolica, che lo ricorda il 20 luglio.

Elia nell'Islam [modifica]

Elia viene talvolta associato a un personaggio di grande rilevanza per l'Islam, al-Khidr (o al-Khadir). Il più importante racconto coranico riguardante questa figura è contenuto nella sura XVIII (Sura al-Kahf, ovvero Sura della Caverna, vv. 59-81), che contiene anche altre due narrazioni di estrema rilevanza: quella riguardante i Sette Dormienti di Efeso e quella concernente Alessandro Magno (Dhu al-Qarnayn). Ilīyās compare in Corano VI, 85 e XXXVII, 123-132. Essendo al-Khadir un semplice epiteto (“il Verdeggiante”), il nome proprio che gli č più frequentemente attribuito dalla tradizione musulmana è quello di Balīyā bin Malkān. Talora si č letto in Balīyā il nome Ilīyā; e poiché Ilīyā č la forma siriaca del nome del profeta Elia, la cui versione greca è Ilīyās, secondo alcuni l'identitą primitiva tra Khadir ed Ilīyās sarebbe stabilita. Questa identitą è stata tuttavia messa in questione, tanto da alcuni musulmani (Ibn ʿArabī contro Muqātil; Dahhāk) quanto da vari orientalisti (Goldziher, contro Clermont-Ganneau). Presso i musulmani, la dicotomia deriva dal fatto che l'Ilīyās coranico č un profeta e che non potrebbe essere collocato in una posizione più alta rispetto a un profeta legislatore come Mosè. Si è obiettato che Khadir è preposto alle acque ed Ilīyās alle terre. Ma č l'acqua che vivifica le terre (Corano, XI 31). Per queste notizie parafrasiamo parzialmente un testo di Louis Massignon (Elie et son role transhistorique, khadiriya, en Islam, in Opera Minora, t. I, 1955, pp. 142–61).

Composizioni su Elia [modifica]

Nel 1846, su commissione del Festival di Birmingham che ne ospitò la prima esecuzione diretta dall'autore, Felix Mendelssohn Bartholdy compose Elias, oratorio sulla vita di Elia. Per il testo Mendelssohn si era servito di passi biblici scelti in collaborazione con l'amico pastore Julius Schubring.

Interessante è la descrizione della vita del Profeta Elia nel libro Monte Cinque (1998) di Paulo Coelho. L'autore narra da un punto di vista introspettivo i tormenti e le lotte di uno dei più grandi profeti d'Israele, dall'esilio fino all'assunzione in cielo.

Note [modifica]

1. ^ 1Re 17,1

2. ^ Cfr. 1Re 17-21 e 2Re 1-2.

3. ^ Cfr. 1Re 18,17-40.

4. ^ Cfr. 1Re 19,5-10.

5. ^ Cfr. Matteo 17,10-13, Luca 1,17

 

 

 

BETANIA

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Marta di Betania

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Santa Marta di Betania

Statua raffigurante santa Marta

Statua raffigurante santa Marta

Sorella di Lazzaro

Nascita I secolo ca.

Morte I secolo ca.

Venerato da Tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi

Beatificazione

Canonizzazione

Santuario principale

Ricorrenza 29 luglio

Attributi Chiavi, mestolo, scopa, drago

Patrono di Casalinghe, domestiche, albergatori, osti, cuochi, cognate

Marta di Betania (Tamar) è un personaggio dei Vangeli, sorella di Maria e Lazzaro. È citata in tre occasioni:

* in Luca 10,38-42, le due sorelle accolgono Gesù in casa, ma mentre Marta si occupa delle faccende domestiche, Maria si siede ad ascoltare la parola di Gesù. Marta se ne lamenta con Gesù, ma questi le risponde: "Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta".

* in Giovanni 11,1-46, le due sorelle mandano a chiamare Gesù perché venga a guarire Lazzaro che si è ammalato, ma Gesù si attarda e quando giunge Lazzaro è già morto. Gesù dialoga con Marta e ottiene da lei una professione di fede: "Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo". Quindi si reca al sepolcro e risuscita Lazzaro.

* in Giovanni 12,1-8, Lazzaro e le sue sorelle ospitano Gesù a cena; Marta serve a tavola. Durante la cena Maria cosparge i piedi di Gesù con un unguento molto prezioso e li asciuga con i propri capelli. Il fatto è riportato anche da Matteo (Mt 26,6-13) e Marco (Mc 14,3-9), che però non nominano le due sorelle e situano la cena in casa di Simone il lebbroso.

Secondo la tradizione, dopo la resurrezione di Gesù e le prime persecuzioni in patria, Marta emigrò con la sorella Maria di Betania (identificata con Maria Maddalena), il fratello Lazzaro, Maria Salomé, Maria Jacobé e altri discepoli.

Approdarono nel 48 d.C. a Saintes-Maries-de-la-Mer in Provenza, e qui portarono il credo cristiano.

Una leggenda popolare narra come le paludi della zona, la Camargue, fossero abitate da un terribile mostro, la tarasque che passava il tempo a terrorizzare la popolazione. Santa Marta, con la sola preghiera, lo fece rimpicciolire in dimensioni, così tanto da renderlo innocuo, e lo condusse nella città di Tarascon.

Il nome "Marta", "Martha" o "Mara" significa "maestra" in aramaico antico. Secondo la "Leggenda Aurea" di Jacopo da Varazze o Varagine, la donna emorroissa guarita da Gesù sarebbe Marta di Betania, anche se il "Vangelo di Nicodemo" identifica l'emorroissa con Veronica (moglie di Zaccheo, pubblicano di Gerico). La tradizione orientale chiama la miracolata col nome di Berenice (il nome della figlia di Erode Agrippa II; vedi "Codice Gesù" di Robert H. Eisenman). Questa identificazione di Marta di Betania con Veronica potrebbe essere provata anche dal fatto che entrambe evangelizzarono l'attuale Provenza (vedi "Leggenda Aurea"). Tuttavia, secondo la tradizione popolare Veronica sarebbe stata la moglie di Zaccheo, mentre a detta dell'autore della "Leggenda Aurea", Marta sarebbe morta vergine. In ogni caso, è importante ricordare che la "verginità" o la presunta "verginità" era una caratteristica molto apprezzata in ambiente cristiano e forse è da intendere come segno di purezza spirituale, anziché come una prova della reale castità di Veronica/Berenice la Maestra ("maestra" = "Marta"). Infine, la tradizione popolare identifica Veronica con la figlia della donna siro-fenicia-cananeo. Se Marta è identificabile con Veronica, allora la donna siro-fenicia (madre di Veronica) sarebbe Eucaria (madre di Marta; vedi "Leggenda Aurea"). Un'ulteriore conferma di ciò è rappresentata dalla precisazione di Jacopo da Varazze riguardante l'origine del marito di Eucaria (il padre di Marta), che, secondo la "leggende Aurea" sarebbe oriundo della Siria, proprio come sua moglie Eucaria, la donna siro-fenicia-cananea (discendente degli Asmonei che abitavano a Gamala e spesso si recavano in Siria, come nel caso di Giuda il Galileo e di suo padre Ezechia di Gamala; vedi "La Favola di Cristo" di Luigi Cascioli).

 

 

Madaba dei MOSAICI

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Madaba

Panorama di Madaba

Stato: Bandiera della Giordania Giordania

Coordinate:

31°43′N 35°48′E / 31.717, 35.8

Popolazione: 90.000 circa ab. (2000)

Jordan-Madaba.png

Madaba[1][2] (in Arabo مادبا) è una città della Giordania, sorta sull'antico sito biblico di Medba o Medeba, da cui ha poi preso il nome. Si trova a circa 35 km a sud-ovest di Amman, la capitale del Paese. La città sorge sulla Via Regia, una strada costruita cinquemila anni fa, a quasi 730m dal livello del mare.

Poco lontano da Madaba sorge il Monte Nebo, alto circa 817m, e poco lontano appare il Mar Morto.

Popolazione [modifica]

Madaba è la quinta città della Giordania per la popolazione, che costituisce circa il 3% della popolazione totale. Gli abitanti, 70.000, sono per la maggior parte di etnia araba e di religione islamica, anche se c'è una comunità cristiana, di oltre 20.000 abitanti (circa un terzo della popolazione) particolarmente legata alla tradizione greco-ortodossa, che la rende una delle più grandi comunità cristiane della Giordania. C'è inoltre una minoranza palestinese, composta principalmente da profughi. Madaba comunque rappresenta un caso esemplare di tolleranza etnica e religiosa

Storia [modifica]

Pianta della regione di Madaba

Via Hussein bin Alì, dove si trova la chiesa di San Giorgio

Come As-Salt e Quwaylibah, entrambe città non molto lontane, Madaba ha una storia molto antica, i cui inizi risalgono all'Età del Ferro, come dimostrano i molti reperti archeologici.

La città moabita di Medeba, citata nella Bibbia, fu uno degli insediamenti spartiti dalle dodici tribù di Israele spartiti al tempo dell'Esodo. Il suo nome compare anche nella stele di Mesha, dove verso l'850 a.C., il re moabita Mesha la fece erigere per commemorare la sua vittoria sugli Israeliti.

Fu successivamente conquistata dai Greci di Alessandro Magno e governata dalla dinastia dei Seleucidi. Durante il regno di questi ultimi la città passò sotto il dominio degli Ammoniti, prima, degli Israeliti, poi, ed infine fece parte del regno dei Nabatei.

Nel 106 d.C. la città finì sotto il dominio dei Romani, che la fecero prosperare come una florida città di provincia, ma a differenza di molte città, come ad esempio Pella e Jerash, non divenne una città di primaria importanza.

Solo dopo che il Cristianesimo divenne la religione dell'impero la città acquisì importanza. Infatti nel V secolo Madaba divenne sede vescovile, poi prosperò sotto i Bizantini raggiungendo l'apice del suo potere sotto Giustiniano I. I governatori bizantini la arricchirono di edifici religiosi e amministrativi, ornati sempre da mosaici particolari, che le hanno valso il nome di Città dei mosaici. I soggetti di questi mosaici sono in prevalenza tratti dalla natura, specialmente piante[3] ed animali.

Madaba fu poi conquistata nel 614 dai Persiani sasanidi e così iniziò il suo declino artistico e culturale.

Ritornata sotto il controllo dei Bizantini, nel 636, fu conquistata dagli Arabi, che all'inizio dell'VIII secolo, durante una spedizione punitiva contro la città distrussero alcuni mosaici. La città comunque fu abbandonata dopo il terremoto del 749, che la rase al suolo.

Madaba rinacque dopo circa 1100 anni, quando una piccola comunità cristiana di circa 2.000 persone, in lotta con la comunità musulmana di Karak decise di trasferirsi lì alla fine del XIX secolo. Questa comunità nell'intento di gettare la fondamenta delle case scoprì alcuni mosaici. Nel 1897, fu data notizia che nella chiesa di San Giorgio era venuto alla luce un mosaico raffigurante la cartina della Terra Santa. Quando la notizia giunse in Europa diede inizio ad un susseguirsi di spedizioni archeologiche che durano ancora ai giorni nostri, e da allora Madaba prosperò e la sua popolazione iniziò e continua tuttora ad aumentare.

Medba nella Bibbia [modifica]

La Bibbia racconta che Medba (Madaba) fu attaccata all'inizio del X secolo da Ammoniti e Amorrei, uniti per conquistarla. La resistenza, guidata da un certo Joab, permise di sconfiggere gli invasori. Respinti gli Amorrei, gli israeliti attraversarono l'Arnon[4] e invasero il regno di Sicon, distruggendolo.

La Chiesa di San Giorgio [modifica]

La Mappa di Terrasanta

La Mappa di Terrasanta [modifica]

La Chiesa di San Giorgio

Il più celebre mosaico bizantino di Madaba fu scoperto verso il 1890 durante la costruzione della Chiesa di San Giorgio, che venne portata a termine qualche anno prima. Questo mosaico è stato chiamato Mappa di Terrasanta, poiché raffigura l'itinerario per raggiungere Gerusalemme attraverso oltre centocinquanta località. Il mosaico è corredato di 157 didascalie in greco, che segnano i principali siti biblici del medio Oriente, dall'Egitto alla Palestina. In origine il mosaico era lungo dai 15 ai 25 metri e largo 6 metri ed era formato da circa due milioni di tessere, di cui solo un terzo è giunto sino a noi.

La presenza di alcuni importanti edifici, come il Santo Sepolcro, costruito nel 543, hanno permesso di ipotizzare una datazione. Infatti il mosaico è stato completato nel 560,

La chiesa [modifica]

Interno della chiesa di San Giorgio

Dipinto di San Giorgio che uccide il drago all'interno della chiesa

Consacrata nel 1896, la costruzione era stata iniziata, nel 1884, per puro caso sui resti di una preesistente chiesa bizantina da un gruppo di monaci greco-ortodossi, che la dedicarono a San Giorgio[5]. Oggi è una delle chiese cristiane più importanti della Giordania e delle più belle, motivo le colonne riccamente decorate, gli interni sontuosi e i mosaici. La chiesa è oggi meta di pellegrinaggio per le minoranze ortodosse della Giordania.

Facciata della chiesa di San Giorgio

Prima parte del mosaico dei posti biblici del medio oriente, dall'Egitto alla Palestina

Seconda parte del mosaico dei posti biblici del medio oriente, dall'Egitto alla Palestina

Riproduzione intera del mosaico dei posti biblici del medio oriente, dall'Egitto alla Palestina

Parco archeologico [modifica]

Vi sono esposti diversi mosaici provenienti sia da Madaba che da altri siti. Inoltre nel parco sono inglobate la chiesa del profeta Elia, la sala di Ippolito, una ricca residenza bizantina del VI secolo e la chiesa della Vergine Maria, ricche di mosaici belli e ben conservati.

Palazzo bruciato e chiesa dei Martiri [modifica]

Il palazzo era una lussuosa residenza privata distrutta da un incendio durante il terremoto del 749, La villa comunque conserva interessanti mosaici di cui sono degni di nota alcuni sul tema della caccia ed il mosaico del leone che attacca un toro.

Nello stesso sito si possono vedere i resti della chiesa dei Martiri, distrutta nel corso dell'VIII secolo.

Tell Madaba [modifica]

Il sito è di recente scoperta ed è in fase di scavo per cui non vi è ancora molto da vedere, ma si ha la certezza che conserva i resti di una villa bizantina e i resti di mura risalenti all'età del ferro.

Note [modifica]

1. ^ Si pronuncia Mādabā

2. ^ È conosciuta anche come Città dei mosaici

3. ^ L'uso della vegetazione è puramente simbolico, poiché sono raffigurate spesso corone con foglie di vite e di acanto

4. ^ Nome biblico usato per indicare l'odierno fiume al-Mawjib

5. ^ Conosciuto presso gli Arabi con il nome di Mār Girgis

 

 

 

 

MONTE NEBO

Monte Nebo

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Monte Nebo

BrazenSerpent.JPG

Dettaglio della scultura "I serpenti di rame", dell'artista italiano Giovanni Fantoni collocata sulla vetta del monte

Paese bandiera Giordania

Altezza 817 m s.l.m.

Catena Abarim

Coordinate 31°46′04″N 35°43′31″E / 31.76777, 35.72527

Mappa di localizzazione

Monte Nebo (Giordania)

Monte Nebo

Monte Nebo

Coordinate: 31°46′04″N 35°43′31″E / 31.76777, 35.72527 Il Monte Nebo, (ebraico הַר נְבוֹ, Har Nəvō, arabo: جبل نيبو, Jabal Nībū ) č una cresta montuosa alta circa 817 metri s.l.m., in quella che è attualmente la Giordania occidentale. La vista dalla sua sommità permette di godere del panorama della Terra Santa e, a settentrione, una più limitata visuale della valle del Giordano. La città cisgiordanica di Gerico è normalmente visibile dalla vetta, come pure Gerusalemme nelle giornate nitide.

Secondo il capitolo conclusivo del Deuteronomio, il Monte Nebo è quello sul quale il profeta ebraico Mosè ebbe la visione della Terra Promessa che Dio aveva destinato al Suo Popolo Eletto.

" Poi Mosè salì dalle pianure di Moab sul monte Nebo, in vetta al Pisga, che è di fronte a Gerico. E il SIGNORE gli fece vedere tutto il paese: Galaad fino a Dan,

tutto Neftali, il paese di Efraim e di Manasse, tutto il paese di Giuda fino al mare occidentale,

la regione meridionale, il bacino del Giordano e la valle di Gerico, città delle palme, fino a Soar. "

(Deuteronomio, 34:1-3)

Secondo le tradizioni ebraico-cristiane, Mosè fu sepolto su questa montagna dallo stesso Dio, ma il sito rimase sconosciuto. Gli studiosi seguitano a discettare se la montagna attualmente nota come Nebo sia la stessa montagna cui ci si riferisce nella Torah.

Storia [modifica]

Ingresso del memoriale di Mosè

La salita al memoriale di Mosè

Memoriale di Mosè

Cippo commemorativo del Giubileo 2000

La vista verso il Mar Morto dal Monte Nebo

Ex-voto sui rami degli alberi

Porta dell'antico monastero

Restauro della basilica

L'esistenza di una chiesa, del IV secolo, in questo luogo fu menzionata per la prima volta da una suora romana, Etheria o Egeria, che vi si recò in pellegrinaggio nel 393 d.C.. Nel V secolo fu aggiunta una navata, seguita dalla prima cappelle del Battistero, ornata di mosaici, nel 530, e della basilica principale, portata a termine nel 597. Nel medesimo periodo, attorno alla chiesa, fu costruito un grande monastero bizantino.

Già a quel tempo monte Nebo era una mete di pellegrinaggio; infatti una strada romana lo aveva collegato alla strada principale che attraversava la regione.

La chiesa fu abbandonata, nel XVI secolo, e poi riscoperta attraverso i racconti di viaggio dei pellegrini del IV e V secolo.

Nel 1932, i Francescani acquistarono il sito e avviarono i lavori di scavo che portarono alla scoperta delle rovine e ricostruirono gran parte dell'edificio della basilica.

Rovine [modifica]

Sul punto più elevato della montagna, Syagha, una delle cinque cime del monte, sono stati scoperti nel 1933 i resti di una chiesa e di un monastero. La chiesa era stata costruita una prima volta nella seconda metà del IV secolo per commemorare il posto in cui Mosè morì. La chiesa rispetta la pianta tipica della basilica. Essa fu ampliata nel tardo V secolo e ricostruita del 597. Sei tombe sono state scoperte incavate nella roccia naturale al di sotto del pavimento a mosaico della chiesa. Nella cappella moderna un presbiterio edificato per proteggere il sito e per provvedere uno spazio per le devozioni, si possono vedere i resti de mosaici floreali costruiti in diversi periodo storici. Il più antico di essi è un pannello con una finta croce, ora collocato a est, sul muro meridionale. La maggior parte dei reperti scoperti è stata opera della lunga campagna di scavi condotta da padre Michele Piccirillo

Storia recente [modifica]

Il 9 marzo 2000, Papa Giovanni Paolo II visitò il sito durante il suo pellegrinaggio in Terrasanta (il Monte Nebo è uno dei più importanti siti cristiani in Giordania). Durante la sua visita egli ha piantato un albero di ulivo a fianco della cappella bizantina come simbolo di pace.

La scultura cruciforme con serpenti di rame intrecciati sopra il Monte Nebo è stata creata dall'artista italiano, Giovanni Fantoni. Ricorda il Nehushtan, il serpente di rame creato da Mosè

" Mosè allora fece un serpente di rame e lo mise sopra un'asta; e avveniva che, quando un serpente mordeva qualcuno, se questi guardava il serpente di rame, restava in vita "

(Numeri 21:9)

e, allo stesso tempo, la croce sopra la quale fu crocifisso Gesù Cristo (Giovanni, 3:14).

Il 9 maggio 2009 anche Benedetto XVI ha visitato il sito, nel corso del suo viaggio apostolico in Terra Santa.

Il memoriale di Mosè [modifica]

La basilica [modifica]

Conserva le sezioni più antiche dell'intero complesso: la navata e il presbiterio del 597, sulle fondamenta della chiesa del IV secolo.

Il mosaico [modifica]

Misura 9 m. x 3 m. era parte dell'antico battistero e raffigura scene di caccia e di pascolo, intervallate da un assortimento di animali africani.

Il battistero recente [modifica]

Presenta diversi mosaici, tra cui spiccano quello che raffigura una gazzella ed alcuni alberi di melograno.

 

 

GERICO

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Gerico

arabo أريحا

ebraico יְרִיחוֹ

Panorama di Gerico

{{{didascalia}}}

Stato: bandiera Autorità Nazionale Palestinese

Sotto il controllo dell'ANP

Coordinate: 31°51′19″N 35°27′43″E / 31.85528, 35.46194Coordinate: 31°51′19″N 35°27′43″E / 31.85528, 35.46194

Abitanti : 20.400 (2006)

Sindaco: Hassan Saleh

Gerico (Palestina)

Gerico

Gerico

Gerico (arabo أريحا; ebraico יְרִיחוֹ ascolta[?·info] Yəriḥo o Yərîḫô, Yərîḥô) è una città della Cisgiordania (distretto di al-Quds), situata in prossimità del fiume Giordano, con una popolazione di circa 19.000 abitanti.

È situata a -240 m s.l.m. nella depressione del Mar Morto, in una zona fertile, circondata dal deserto di Giuda.

Almeno tre distinti insediamenti sono esistiti in prossimità della collocazione attuale per più di 11.000 anni. Si tratta infatti di una posizione favorevole, sia per la disponibilità di acqua, sia per la sua collocazione sulla via est-ovest che passa a nord del Mar Morto. É il più basso sito permanentemente abitato della Terra, e datazioni compiuta dagli studiosi sulle rovine trovate, fa ipotizzare che Gerico sia la città più antica del mondo dopo Damasco.

Il nome di Gerico è pronunciato Ariha dai palestinesi. Il nome significa "profumato" e deriva dalla parola cananea "Reah". Gerico è anche pronunciato Yəriḥo, in ebraico. Un'altra teoria sostiene che il nome derivi dalla parola Yareah (luna): la teoria è tenuta su dal fatto che in quella zona veniva celebrato un antico culto della luna. Chiamata anche 'la città delle palme' (De 34:3; Giudic 1:16; 3:13; 2Cr 28:15.)

Nella Bibbia [modifica]

Nell'Antico Testamento la città di Gerico viene citata nel libro di Giosuè: è la città che gli israeliti cingono d'assedio e poi distruggono con l'aiuto di Dio, quando arrivano nella terra promessa.

I Vangeli ci parlano più volte della città di Gerico:

* Gesù va a Gerico e lì incontra e converte Zaccheo, pubblicano del luogo;(Vangelo secondo Luca 19,1-10)

* la parabola del buon Samaritano è ambientata lungo la strada che da Gerusalemme scende a Gerico.( Lc 10,25-37)

* la guarigione del cieco Bartimeo avviene a Gerico. (Vangelo secondo Marco 10,46-53, , Lc 18,35-43)

* A Gerico Gesù guarisce anche 2 ciechi (Vangelo secondo Matteo 20,29-34)

Storia recente [modifica]

Veduta della piazza centrale della città moderna

L'attuale città fu conquistata dallo Stato di Israele durante la Guerra dei Sei Giorni nel 1967. Nel 1994 fu la prima città a passare sotto il controllo dell'Autorità Palestinese secondo gli accordi di Oslo. Dopo una nuova occupazione israeliana è nuovamente tornata sotto il controllo palestinese nel marzo del 2005.

Nel 1998 vi fu aperto un grande hotel con un casinò, l'hotel Intecontinental, l'obiettivo era creare un polo per il turismo di giocatori, una sorta di Las Vegas nella zona.

L'esperimento è sostanzialmente fallito a causa dei conflitti tra palestinesi e israeliani, il casinò è stato chiuso, l'albergo comunque continua a funzionare generando buone opporunità lavorative nella zona.

Archeologia [modifica]

Gerico è sede di importanti siti archeologici. I primi scavi furono effettuati nel 1868 da Charles Warren. Tra il 1907 e il 1911 Ernst Sellin e Carl Watzinger effettuarono scavi a Tell es-Sultan ed a Tulul Abu el-'Alayiq e John Garstang vi condusse i suoi scavi fra il 1930 ed il 1936. Ricerche ampie con l'uso di tecniche moderne furono condotte da Kathleen Kenyon tra il 1952 e il 1958, mentre gli italiani Lorenzo Nigro e i palestinesi hanno condotto una nuova fondamentale stagione di scavi dal 1997. I risultati di questi importanti scavi condotti congiuntamente dall'Università di Roma "La Sapienza" e dal Dipartimento delle Antichità della Palestina (Hamdan Taha) dal 1997 al 2000 e poi ripresi nel 2005 con campagne sistematiche nel 2009 e 2010 sono illustrati nel sito www.lasapienzatojericho.it. Tra le scoperte più importanti, l'identificazione del nome antico cananaico di Gerico (RUHA) scritto su uno scarabeo in geroglifici egiziani (Nigro 2009).

Preistoria [modifica]

Fondamenta di residenze emerse dagli scavi di Tell es-Sultan presso Gerico

Dagli scavi sono emerse tracce importanti di insediamenti del periodo epipaleolitico (tra il 18.000 ed il 12.500 a.C.), sono stati trovati reperti appartenenti alla cultura natufiana (tra il 12.000 ed il 10.500 a.C.), reperti del periodo neolitico pre-ceramico (tra l'8000 a.C. ed il 7.200 a.C.)

Età del Bronzo [modifica]

Verso la metà dell'età del bronzo Gerico era già un'importante città della regione canaanea e raggiunse la sua maggiore estensione tra il 1700 ed il 1550 a.C. Ciò pare si sia riflesso sull'elevata urbanizzazione della regione e legata al sorgere della classe Maryannu, una casta aristocratica che utilizzava i primi carri, collegata al sorgere del regno di Mitanni[1]

La dominazione araba [modifica]

Verso il 661 Gerico si trovò sotto il dominio degli omayyadi. Sotto il decimo califfo della dinastia, Hisham ibn 'Abd al-Malik (691 – 743), fu iniziato il sontuoso Palazzo di Hisham,[2] con due moschee, un sito termale, cortili con fontane. Poco dopo la fine della sua costruzione, nel 747, il palazzo fu parzialmente distrutto da un terremoto. Ora le rovine del Palazzo fanno parte del sito archeologico di Gerico.

Note [modifica]

  1. ^ Kathleen Kenyon sostiene: "…il periodo centrale dell'età del bronzo fu forse il più prosperoso nell'intera storia di Canaan … Le opere di difesa … appartengono ad una ben avanzata data in quel periodo" e vi era "…una massiccia ricopertura …parte di un complesso sistema di difesa". (Kathleen Kenyon, "Digging up Jericho", London, 1957, pp. 213–218)

 

 

 

GERUSALEMME

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bussola Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Gerusalemme (disambigua).

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Gerusalemme

ירושלים

القُدس

Gerusalemme - Bandiera

Gerusalemme - Stemma

Panorama di Gerusalemme

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Stato: bandiera Israele

(lo status di Gerusalemme Est è oggetto di controversia internazionale)

Distretto: Distretto di Gerusalemme

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Coordinate: 31°47′″N 35°13′″E / <span class="geo-dec geo" title="Mappe, foto aeree ed altre informazioni per Errore nell'espressione: operatore / inatteso Errore nell'espressione: operatore / inatteso">Errore nell'espressione: operatore / inatteso, Errore nell'espressione: operatore / inattesoCoordinate: 31°47′″N 35°13′″E / <span class="geo-dec geo" title="Mappe, foto aeree ed altre informazioni per Errore nell'espressione: operatore / inatteso Errore nell'espressione: operatore / inatteso">Errore nell'espressione: operatore / inatteso, Errore nell'espressione: operatore / inatteso

Altitudine: 760 m s.l.m.

Superficie: 200 km²

Abitanti : 724 000 (30-09-2006)

Densità: 3 525 ab./km²

Prefisso tel: 02

Sindaco: Nir Barkat

Gerusalemme (Israele)

Gerusalemme

Gerusalemme

Sito istituzionale

Gerusalemme vista dal Satellite SPOT

Gerusalemme (in ebraico: ירושלים, Yerushalayim ascolta[?·info]; in arabo: القُدس, al-Quds, "la (città) santa", arabo: أُورْشَلِيم, Ūrshalīm), gią capitale ebraica tra il X e il VI secolo a.C.[1], è una antichissima città di grande importanza storica e geopolitica nonché unica città santa per due delle tre principali religioni monoteistiche (Ebraismo e Cristianesimo) e terza città santa in ordine d'importanza, dopo la Mecca e Medina, per l'Islam. Sin dal 1949[2] è la capitale dello Stato di Israele, sebbene lo status internazionale della città sia oggetto di una complessa controversia internazionale[3]. Si trova sull'altopiano che separa la costa orientale del Mediterraneo dal Mar Morto, a est di Tel Aviv, a sud di Ramallah, a ovest di Gerico e a nord di Betlemme.

La Città Vecchia e le sue mura, considerate patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, racchiudono in meno di un chilometro quadrato luoghi di grande significato religioso come il Monte del Tempio, il Muro del pianto, il Santo Sepolcro, la Cupola della Roccia, la Moschea al-Aqsa. Nel corso della storia Gerusalemme è stata distrutta e ricostruita due volte, e fu assediata, conquistata e riconquistata in decine di occasioni.

Considerata già in epoca antica cuore religioso e culturale della nazione ebraica e, sin dal sorgere del movimento sionista[4], quale capitale dello Stato di Israele, fu così proclamata nel 1950 e designata come tale, completa e indivisa, nella legislazione israeliana il 30 luglio 1980[5]. I Palestinesi, di contro, rivendicano Gerusalemme Est quale propria capitale[6]. Attualmente le maggiori autorità giuridiche e diplomatiche internazionali considerano Gerusalemme Est quale territorio occupato[7].

Indice

[nascondi]

* 1 Geografia

o 1.1 Città antica

o 1.2 Clima

* 2 Storia

o 2.1 Status internazionale

* 3 Cultura

o 3.1 Composizione etnica

o 3.2 Una città unica

o 3.3 Cinema

o 3.4 Arti e lettere

o 3.5 Istruzione e ricerca

* 4 Turismo

o 4.1 Luoghi di interesse

* 5 Economia

* 6 Trasporti

* 7 Amministrazione

o 7.1 Sindaci

* 8 Città gemellate

* 9 Personalità legate a Gerusalemme

* 10 Note

* 11 Voci correlate

* 12 Altri progetti

* 13 Collegamenti esterni

o 13.1 Mappe

o 13.2 Status della città

o 13.3 Notizie e media

o 13.4 Istituzioni

Geografia [modifica]

Gerusalemme è sita a 31°47′N, 35°13′E sull'estremità meridionale di un altopiano dei monti di Giudea, che include il Monte degli Olivi (Har HaZeitim) a est e il Monte Scopus (Har HaTzofim) a nord-est; l'altitudine (della città antica) è circa 760 m s.l.m. (la moderna è percorsa da continui saliscendi), la sua superficie è 125 km².

Gerusalemme dista 60 km a est di Tel Aviv e del mar Mediterraneo e 35 km a ovest del Mar Morto. Le città vicine sono Betlemme e Beit Jala a sud, Abu Dis e Maale Adumim a est, Ramallah e Givat Zeev a nord e Mevaseret Zion a ovest.

Città antica [modifica]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi le voci Città Vecchia di Gerusalemme e Città di David.

In Gerusalemme possiamo identificare la città antica, circondata ancora oggi da mura difensive con camminamento perimetrale e passaggi obbligati (Porta Nuova, Porta Damasco e Porta di Erode a Nord; Porta di Santo Stefano o dei Leoni e Porta d'Oro murata sulla fiancata della Spianata a Est; Porta del letame o dei Magrebini ePorta di Sion a Sud; Porta di Jaffa ad Ovest) posta su quattro colline:

* a NordOvest è presente il monte Golgota, che con una propaggine meridionale detta "sperone centrale", si insinua tra la valle del Tyropoeon e la valle trasversale. Lo sperone centrale è stato, fin dai tempi antichi, sede di mercato, difeso dalle Mura di Manasse nel 650 a.C. circa. Il Golgota fu usato stabilmente dai Romani per le crocifissioni, ai tempi extra muras.

* a NordEst un complesso collinare che, col rilievo di NordOvest, fu compreso nelle mura della città in epoca romana, sotto Tito, prendendo il nome di "Città Nuova".

* a SudOvest c'è una grossa collina (detta "di Gareb") che raggiunge i 770 m s.l.m., le cui falde meridionali e occidentali costituiscono la valle della Geenna. Il punto più basso di questa è alla confluenza col Cedron, e risulta intorno ai 600mlsm. A Nord si trova la valle trasversale che divide la collina di Gareb dai promontori settentrionali. In questa fu costruito l'acquedotto superiore (V-VI secolo a.C.), che portava le acque alla piscina di Migdal o Amygdalon. Già in periodo gebuseo la collina di Gareb prende nome di Urusalim.

* a SudEst abbiamo il complesso Sion-Ophel-Moria: si tratta di un rilievo a forma di clava con asse NordSud, la parte più grossa e alta (raggiunge i 750 m s.l.m.) rivolta a Nord. È individuato dalla valle del fiume Cedron sul lato Est, e dalla valle centrale del Tyropoeon a Ovest. Sion è la parte più bassa, il manico di questa clava, e qui fu fondato il nucleo originario della città. L'Ophel, spesso chiamato "Sion" per estensione del termine, è il nome dato al pendio che sale al monte Moriah, dov'è la spianata delle moschee (detta anche spianata del Tempio).

Sebbene Sion e Ophel costituissero il nucleo originario, attualmente si trovano al di fuori delle mura che individuano la cosiddetta città vecchia.

Clima [modifica]

Gerusalemme gode di un clima Mediterraneo, con estati calde e secche e inverni freschi e umidi (anche con innevamento sporadico tra gennaio e marzo). Il mese più freddo è gennaio secondo le serie storiche (temperatura media: 8 °C) ma con deciso e costante spostamento negli ultimi anni verso febbraio o addirittura la prima decade di marzo, i più caldi luglio e agosto (temperatura media: 23 °C); l'escursione termica tra giorno e notte è notevole: le sere sono tipicamente fresche anche in estate. Le precipitazioni annue medie toccano i 590 millimetri, concentrandosi tra ottobre e maggio (particolarmente tra gennaio e marzo). Nei restanti mesi non è raro avere completa assenza di pioggia. Una grande percentuale delle case antiche è dotata di reservoirs (cisterne sotterranee) per la raccolta e conservazione dell'acqua e la quasi totalità è dotata di serbatoi esterni sui tetti. La città pesca inoltre acqua fino a 2000 mt di profondità. Diffusa la tecnologia del solare, in espansione il fotovoltaico. L'inquinamento dell'aria, ampiamente mitigato dal clima collinare e dal vento costante, deriva principalmente dal traffico automobilistico (responsabile del pesante inquinamento acustico), indiscipliato ed eccessivo rispetto alla capacità di strade costruite in tempi antichi, e non tanto dall'industria.

Storia [modifica]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Storia di Gerusalemme.

Le origini di Gerusalemme risalgono all'età della pietra, ma viene menzionata in alcuni testi egiziani del II millennio a.C. e in alcune lettere risalenti al 1400 a.C. .

Ricostruzione grafica del primo tempio

La città rimase occupata dal clan amorrita dei Gebusei (1000 a.C. circa) fino alla conquista di David, il quale fece di Gerusalemme la capitale del suo regno; David inoltre fece costruire sull’acropoli una reggia assieme a molti altri edifici e ordinò la ricostruzione delle mura di cinta. Successivamente Salomone fece erigere al posto della reggia il tempio di Dio; quest’ultimo fu distrutto nel 587 a.C. a seguito della violenta invasione dei Babilonesi guidati dal re Nabucodonosor che saccheggiarono la città e deportarono la popolazione a Babilonia. Rientrati i Giudei in patria dopo l'editto di Ciro del 538 a.C., costruirono il Secondo Tempio; più tardi Neemia elevò nuovamente le mura.

La distruzione di Gerusalemme operata da Tito (W. Kaulbach)

Nel 331 a.C. Gerusalemme venne occupata da Alessandro Magno e in seguito occupata dai Tolomei d'Egitto sino al 198 a.C., quando cadde sotto il dominio dei Seleucidi di Siria. Questi ultimi invano cercarono di ellenizzare la città, anzi provocarono la famosa rivolta dei Maccabei che, nel 165 a.C., si risolse con la loro vittoria e l'instaurazione della dinastia degli Asmonei, la quale durò fino a quando Gerusalemme (63 a.C.) fu conquistata da Gneo Pompeo. Con la conquista romana Gerusalemme fu consegnata ad Erode che la ricostruì secondo i criteri urbanistici greco-romani e vi fece ampliare il Tempio. Probabilmente sotto il governatorato di Ponzio Pilato, Gesù fu crocifisso sul monte Golgota.

Il malgoverno romano e i fermenti religiosi tuttavia provocarono due gravissime rivolte nella città; la prima che si protrasse dal 66 al 70 per la quale fu necessario l’intervento delle legioni romane comandate da Tito; quest'ultimo sedata la rivolta distrusse la città e il tempio; la seconda insurrezione comandata da Simon Bar Kokheba nel 132 permise agli Ebrei la riconquista di Gerusalemme (l'imperatore Adriano voleva infatti trasformarla in colonia romana), ma per breve tempo; i Romani difatti rapidamente mobilitarono le truppe al confine ed eliminarono ogni resistenza ribattezzando la città con il nome di Aelia Capitolina e trasformandola in colonia romana. L’imperatore Costantino e i suoi successori fecero restaurare ed abbellire i luoghi legati alle storie evangeliche e ad erigere la prima chiesa cristiana, quella del Santo Sepolcro.

Panorama di Gerusalemme alla fine del XV secolo (Hartmann Schedel, Nürnberg 1493)

Nel 614 Gerusalemme fu conquistata dai Persiani sasanidi di Cosroe II, che fecero strage della popolazione e s'impadronirono della reliquia della Vera Croce; la città fu riconquistata da Eraclio I di Bisanzio nel 629. Nel 637 si arrese al califfo ʿUmar ibn al-Khaṭṭāb e restò amministrata dai califfi omayyadi di Damasco e da quelli abbasidi di Baghdad.

Nel 972 fu presa dagli Imām/califfi ismailiti Fatimidi e nel 1076 passņ ai Turchi selgiuchidi. Nel 1099, dopo essere stata occupata dai crociati, divenne capitale del Regno Latino di Gerusalemme. Nel 1187 fu riconquistata dai musulmani di Saladino e da quel momento fu sotto la dominazione musulmana degli Ayyubidi e quindi dei Mamelucchi.

Gerusalemme rimase mamelucca fino al 1517, anno in cui l'Egitto e la Siria furono occupate dal Sultano ottomano Selim I; il dominio ottomano vi durò fino al novembre del 1917, allorquando fu occupata dai britannici comandati dal generale Edmund Allenby, cui partecipò anche un contingente italiano. Con il trattato di Versailles, la città fu dichiarata capitale del Mandato britannico della Palestina. Nel 1949, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamò l’internazionalizzazione di Gerusalemme, sotto il controllo dell'ONU per favorire la convivenza di cristiani, musulmani ed ebrei. La componente ebraica pre-israeliana accettò il piano generale di partizione della Palestina in due Stati, uno ebraico ed uno arabo, mentre la componente araba palestinese e il resto del mondo arabo e islamico lo respinsero. Entrambe le parti non erano tuttavia disposte in alcun modo a rinunciare alla Città Santa e per questo le forze ebraiche e quelle arabe giordane della Legione Araba occuparono Gerusalemme: le prime occuparono il settore occidentale della città e le seconde la sua parte orientale.

Nel 1950 Gerusalemme fu scelta quale capitale del nuovo Stato israeliano.

Nel corso della guerra dei sei giorni gli israeliani occuparono il settore giordano, suscitando la condanna da parte dell'Assemblea generale dell'ONU. Con un decreto approvato dal Parlamento israeliano (Knesset) si dichiarò, il 30 luglio del 1980, l'ufficiale annessione del settore giordano e la proclamazione di Gerusalemme capitale "unita e indivisibile" di Israele.

Tale proclamazione tuttavia suscitò il malcontento non solo degli arabi, ma anche della gran parte delle diplomazie mondiali, a causa del timore che il riconoscimento di tale status legittimasse l'uso della forza nella soluzione delle controversie internazionali.

Status internazionale [modifica]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Status di Gerusalemme.

Lo status internazionale di Gerusalemme rappresenta un problema nodale complesso e di difficile risoluzione nel quadro dei conflitti arabo-israeliani. Svariati tentativi sono stati fatti negli ultimi decenni per definirne lo status giuridico internazionale, tramite risoluzioni ONU e negoziazioni fra le parti, nessuno dei quali ha portato finora ad alcun esito definitivo. La sovranità territoriale di Gerusalemme è attualmente rivendicata sia da Israele che dal popolo palestinese in modalità finora inconciliabili. La varietà di composizione della popolazione della città, luogo di culto delle tre religioni abramitiche, la sua peculiarità storica e l'importanza di luoghi considerati patrimonio dell'umanità rendono la ricerca di una soluzione ancora più complessa, chiamando in causa, oltre ai leader dei due popoli e agli organi internazionali, anche altri soggetti tra cui la Santa Sede.

Israele, dal 1967, ha il controllo de facto dell'intera Gerusalemme, includendovi Gerusalemme Est - il cui territorio ha annesso e di cui rivendica la piena sovranità - e ne ha affermato per legge costituzionale lo status di capitale "completa e indivisa"[8]. Il popolo palestinese, tramite i suoi rappresentanti, rivendica una parte o la totalità di Gerusalemme (in arabo al-Quds, ossia "la Santa") come capitale del futuro stato palestinese. La maggior parte dei membri dell'ONU e delle organizzazioni internazionali non accetta né che Gerusalemme sia capitale di Israele, né l'annessione ad Israele di Gerusalemme Est.[9] La maggior parte delle ambasciate si trova nel distretto di Tel Aviv.

Secondo lo studioso Stephen Zunes la "comunità internazionale" in generale non avrebbe accettato di riconoscere Gerusalemme come capitale di israele[10]. Il ministero degli esteri israeliano in proposito afferma come sia "la maggioranza degli stati" a non aver accettato di riconoscere a Gerusalemme lo status di capitale[11].

Recentemente (maggio 2007), in occasione dei festeggiamenti per il quarantesimo anniversario della riunificazione della città, ha creato sconcerto nel mondo politico israeliano l'assenza di rappresentanze diplomatiche alla cerimonia di Stato. Il primo a declinare l'invito fu l'ambasciatore tedesco, seguito da quello statunitense. [12] Il sindaco Lupolianski reagì rifiutando la necessità di un riconoscimento internazionale [13], mentre membri della Knesset auspicarono che lo status di capitale potesse essere riconosciuto in futuro.[14]

I tentativi di dare uno status definito alla città risalgono al periodo che seguì la fine del mandato britannico della Palestina. Il regime internazionale originariamente previsto dall'ONU per la città di Gerusalemme (corpus separatum)[15], ideato nel quadro del Piano di partizione della Palestina del 1947, non fu mai realizzato e venne abbandonato negli anni seguenti. Dal 1948 al 1967, a seguito dell'assedio della città vecchia da parte della Legione Araba, sfociato nell'espulsione della popolazione ebraica dalla stessa, la città fu separata tra Gerusalemme Est, inclusa la città vecchia più alcuni quartieri orientali minori con sovranità giordana, e Gerusalemme Nuova con sovranità israeliana. Israele acquisì il controllo dell'intera città in seguito alla guerra dei sei giorni del 1967. La città fu proclamata capitale di Israele nel 1950 e designata in seguito come tale nella legislazione israeliana il 30 luglio 1980, data di promulgazione della Jerusalem Law[5].

Tali proclamazioni sono state condannate da Risoluzioni ONU e sentenze di corti internazionali, poiché la città di Gerusalemme comprende territori non riconosciuti come israeliani dal diritto internazionale. La Corte Internazionale di Giustizia ha confermato nel 2004 che i territori occupati dallo Stato di Israele oltre la "Linea Verde" del 1967 continuano ad essere "territori occupati" e dunque con essi anche la parte est di Gerusalemme.

Il 7 ottobre 2002 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato la Risoluzione 1322 (2002) confermando le precedenti Risoluzioni 476 e 478 del 1980, 672 del 1990 e 1073 del 1996 e "tutte le proprie altre Risoluzioni rilevanti".

La Corte Internazionale di Giustizia in una sua opinione ufficialmente espressa nel 2004 ha confermato la validità di tali risoluzioni, in particolare della Risoluzione 478, affermando come sia (Ris. CdS 476) "inammissibile l'acquisizione di territorio con la forza" e che tutte le misure amministrative e legislative intraprese da Israele e volte ad alterare lo status di Gerusalemme, inclusa la "legge base" Israeliana che dichiara Gerusalemme quale propria capitale, costituiscono una "violazione del Diritto internazionale".

Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha richiamato tutti i membri ONU a "(a) accettare tale decisione e (b) a ritirare le proprie missioni diplomatiche presso Israele che fossero presenti a Gerusalemme". Tale ritiro è effettivamente avvenuto, anche di quegli Stati che avevano proprie ambasciate presso Israele a Gerusalemme. Nella cartografia ONU, non è attualmente indicato alcun centro quale capitale d'Israele (Vedi: mappa di Israele, mappa del Mediterraneo sudorientale, mappa del Medio Oriente).

Tutti gli Stati che hanno rapporti diplomatici con Israele mantengono le proprie ambasciate fuori da Gerusalemme, in genere a Tel Aviv o nelle immediate vicinanze. Nel 2006 gli unici due Stati che avevano l'ambasciata a Gerusalemme, il Salvador e la Costa Rica, hanno notificato al governo israeliano la decisione di spostare le proprie rappresentanze diplomatiche verso Tel Aviv[16]. Successivamente a tale notifica il Salvador l'ha spostata a Herzliya Pituach (un sobborgo di Herzliya che prende il nome da Theodor Herzl) e la Costa Rica a Ramat Gan (un sobborgo di Tel Aviv). Il Congresso degli Stati Uniti ha richiesto da diversi anni lo spostamento dell'ambasciata USA da Tel Aviv a Gerusalemme, ma nessuno dei governi succedutisi ha messo in atto la decisione. Su 83 ambasciate presenti nel 2008 in Israele, 64 (77%) si trovano a Tel Aviv, 10 (12%) a Ramat Gan (città presso Tel Aviv), 5 (6%) a Herzliya (città presso Tel Aviv), 2 (2,4%) a Herzliya Pituah (sobborgo marino di Herzliya), 2 (2,4%) a Mevaseret Zion (un insediamento israeliano retto da un Local council, ente amministrativo territoriale - ve ne sono 144 in Israele - simile in struttura a un municipio, ma non ancora tale, non raggiungendo la popolazione minima necessaria per esserlo secondo la legge israeliana; si trova nel Distretto di Gerusalemme, a circa 10 km dalla città di Gerusalemme, lungo l'autostrada che la collega a Tel Aviv). In totale, 81 ambasciate su 83 (97,6%) si trovano nel Distretto di Tel Aviv e solo due (Paraguay e Bolivia) in quello di Gerusalemme, ma fuori dalla città di Gerusalemme. (Fonte).

Oltre ai pronunciamenti in sede internazionale, particolarmente esplicita è la posizione ufficiale britannica su Gerusalemme, che in proposito afferma come non sia possibile nessun riconoscimento, e che lo status definitivo della città sarà oggetto di negoziati.

Il congresso statunitense, nel 1995, tentò di imporre all'amministrazione un riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele, cosa non ancora avvenuta. [17].

Cultura [modifica]

I gerosolimitani sono 743.000 (maggio 2007), di cui 68% ebrei, 30% musulmani, e 2% cristiani; la densità è 5.750,4 abitanti per km². Benché riceva dall'estero alcune migliaia di immigranti ebrei l'anno, lasciano la città più persone di quante vi arrivino; tuttavia l'alta natalità degli arabi e degli ebrei ultra-ortodossi (Haredi) continua a far crescere la popolazione in linea con la media nazionale. Il tasso di fertilità (4,02) e la dimensione familiare (3,8) sono quindi assai superiori alle medie nazionali.

Di conseguenza, cambia la composizione religiosa ed etnica della città: ampia maggioranza, gli ebrei hanno solo il 31% dei bambini sotto i 15 anni, e infatti la quota di ebrei declina dal tempo della riunificazione della città (1967), quando era pari al 74%. Peraltro, fra gli ebrei cresce la quota degli Haredi (ormai più di un terzo degli ebrei locali), che non sono sionisti e il cui stile di vita spinge i giovani ebrei laici a trasferirsi sulla costa mediterranea. Il tema della composizione è politicamente molto sensibile e oggetto di dibattito.

La presente tabella mostra l'evoluzione demografica, con attenzione a quella ebraica. Confronti fra anni vanno effettuati con cautela perché le aree coperte variano con il variare dei confini della città e del distretto.

Popolazione di Gerusalemme Anno Ebrei Musulmani Cristiani Totale Fonte

1471 250f ? ? ? (f=n° famiglie); Baron, 1983

1488 76f ? ? ? (f=n° famiglie); Baron, 1983

1489 200f ? ? ? (f=n° famiglie); Yaari, 1943

1525 199f 616f 119f ? (f=n° famiglie); Baron, 1983

1539 1.630m ? ? ? (m=maschi adulti); Tahrir

1553 1.958m 11.750 358m ? (m=maschi adulti); Masters, 2004

1556 2.350m ? ? ? (m=maschi adulti); Tahrir

1563 1.720m ? ? ? (m=maschi adulti); Tahrir

1568 1.160m ? ? ? (m=maschi adulti); Censimento Ottomano[18]

1597 11f ? ? ? (f=n° famiglie); Tahrir

1640 4.000 ? ? ? Roger[19]

1723 2.000 ? ? ? Van Egmont & Heyman[20]

1844 7.120 5.000 3.390 15.510 Harrel, 1974

1850 13.800 ? ? ? Censimento della Anglo-Jewish Association

1869 3.200f ? ? ? (f=n° famiglie); H.J. Sneersohn, 1869[21]

1876 12.000 7.560 5.470 25.030 Harrel, 1974

1896 28.110 8.560 8.750 45.420 Harrel, 1974

1922 33.971 13.413 14.669 62.578 Harrel, 1974

1931 51.200 19.900 19.300 90.053 Harrel, 1974

1944 97.000 30.600 29.400 157.000 ?

1947 100.000 ? ? 205.000 inclusi Betlemme e villaggi arabi nei dintorni; ONU, 1983

1948 100.000 40.000 25.000 165.000 Harrel, 1974

1967 195.700 54.963 12.646 263.307 Harrel, 1974

1980 292.300 ? ? 407.100 Città di Gerusalemme

1985 327.700 ? ? 457.700 Città di Gerusalemme

1987 340.000 121.000 14.000 475.000 Città di Gerusalemme

1990 378.200 131.800 14.400 524.400 Città di Gerusalemme

1995 417.100 182.700 14.100 617.000 Città di Gerusalemme

1996 421.200 ? ? 602.100 Città di Gerusalemme

2000 448.800 ? ? 657.500 Città di Gerusalemme

2004 464.500 ? ? 693.200 Città di Gerusalemme

2005 469,300 ? ? 706.400 Città di Gerusalemme

Fonti:

* Salo Baron, A Social and Religious History of the Jews, Columbia University Press, 1983.

* Manashe Harrel, "The Jewish Presence in Jerusalem through the Ages", in: Sinai and Oestericcher, eds., Jerusalem, John Day, 1974.

* Bruce Masters, Christians And Jews In The Ottoman Arab World, Cambridge University Press, 2004.

* Avraham Yaari, Igrot Eretz Yisrael, Tel Aviv, 1943, p. 98.

* Nazioni Unite, International Conference on the Question of Palestine—The Status of Jerusalem, 1983 United Nations Information System on the Question of Palestine . Accesso del 26 febbraio 2006.

* Tahrir (registro fiscale turco) Jewish history timeline; Turkish/Ottoman Rule, 1517—1917

Composizione etnica [modifica]

Tradizionalmente chiuse all'interno dei propri quartieri abitano le quattro maggiori comunità etnico-religiose che popolano la capitale: l’ebraica, la musulmana, la cristiana e l'armena. Le prime due comunità costituiscono oggi la stragrande maggioranza della popolazione cittadina; gli ebrei israeliani rappresentano il 74% del totale, mentre gli arabi palestinesi circa il 25%.

Una città unica [modifica]

Il Muro occidentale

" Quale gioia, quando mi dissero:

"Andremo alla casa del Signore".

E ora i nostri piedi si fermano

alle tue porte Gerusalemme! "

(Salmo 121 (122))

Ciò che rende davvero unica Gerusalemme è l’essere città santa per le tre più grandi religioni monoteiste del mondo. La città è sacra infatti per gli ebrei, in quanto storico simbolo della patria ebraica, luogo dove fu eretto il Tempio di Gerusalemme (l'edificio sacro più importante per la religione ebraica), nonché capitale del Regno di Giuda e Israele dal 1000 a.C. circa e del Regno di Giuda dal 933 a.C. al 597 a.C.; allo stesso modo sacra per i cristiani poiché luogo in cui Gesù Cristo ha vissuto e sofferto gli ultimi momenti della propria vita terrena, è stato sepolto e poi, secondo i cristiani, è risorto; altrettanto sacra per i musulmani in quanto essi sostengono che Maometto vi sia giunto al termine d'un miracoloso viaggio notturno (isrāʾ) per ascendere poi al cielo pur rimanendo vivo (miʿraj).

Dunque Gerusalemme è da considerarsi uno dei luoghi più affascinanti e ricchi di storia del mondo. Il fatto stesso che un'unica città sia 'sospesa' tra le tre più grandi religioni monoteiste del pianeta è un evento assolutamente straordinario. Gerusalemme in poche parole è luogo simbolo dei più sottili equilibri teologici, religiosi e sociali tra occidente e medio oriente intesi come macroentità culturali.

La Knesset

Cinema [modifica]

* La Gerusalemme liberata, film del 1913 di Enrico Guazzoni

* La Gerusalemme liberata, film del 1918 di Enrico Guazzoni

* La Gerusalemme liberata, film del 1957 di Carlo Ludovico Bragaglia

* 7 km da Gerusalemme, film del 2007 di Claudio Malaponti

Arti e lettere [modifica]

Tra il 1559 e il 1575 Torquato Tasso scrisse la "Gerusalemme liberata", un poema ambientato all'epoca delle Crociate in ottave e in 20 canti (raggruppati in 5 parti corrispondenti ai 5 atti della tragedia classica).

Nel 1931 Marc Chagall ha dipinto a olio un quadro intitolato a Gerusalemme.

Nel 1967 Naomi Shemer ha scritto e musicato la canzone "Gerusalemme d'oro" (in ebraico ירושלים של זהב, Yerushalayim shel zahav, /jəʀuʃa'lajim ʃɛlza'hav/ ), il cui ritornello è uno dei più famosi in Israele e nel mondo ("Jerusalem of Gold") e compare, incongruamente, alla fine del film Schindler's List.

Nel 2002 Amos Oz ha pubblicato il romanzo autobiografico Una storia di amore e di tenebra, in gran parte ambientato nella Gerusalemme degli anni 30 e 40. Anche vari romanzi di Abraham B. Yehoshua sono almeno in parte ambientati a Gerusalemme.

Istruzione e ricerca [modifica]

Gerusalemme è sede di varie università, in ebraico, arabo e inglese e lingua italiana:

* l'Università Ebraica di Gerusalemme (Hebrew University of Jerusalem), fondata nel 1925, una delle due istituzioni più prestigiose in Israele, patria di svariati premi Nobel, tra cui Avram Hershko, David Gross, e Daniel Kahneman, e della Biblioteca Universitaria e Nazionale Ebraica, ricca di oltre cinque milioni di volumi e aperta già nel 1892, situata in tre campus: Monte Scopus (Gerusalemme), Givat Ram e Ein Kerem (Ospedale Hadassah), sede delle facoltà di area medico-sanitaria.

* l'Università araba di Gerusalemme (Al-Quds University), fondata nel 1984 come simbolo arabo-palestinese, in un campus a sud-est della città.

* la Bezalel Academy of Art and Design, aperta nel 1906 e la Jerusalem Academy of Music and Dance, aperta nel 1958, i cui edifici sono situati nei campus dell'Università Ebraica (a Monte Scopus e a Givat Ram, rispettivamente).

* il Jerusalem College of Technology, fondato nel 1969 e con sede a Givat Mordechai, una di molte istituzioni che combinano studi laici (ingegneria dell'alta tecnologia e gestione aziendale, nel caso del JCT) e studi religiosi (ebraismo

* Studium Biblicum Franciscanum, fondato a Gerusalemme nel 1924

* numerose facoltà rabbiniche (Yeshivot)

* Numerose le scuole di lingua ebraica (Ulpan, plurale Ulpanim), legate alla consistente immigrazione ed alla presenza di studenti stranieri (tenuti a superare quasi sempre un severo esame di qualificazione per potersi laureare) nonché all'interesse per il giudaismo di non pochi studiosi

Il sistema di istruzione pubblica è separato fra ebraico e arabo. Nel settore ebraico le scuole pubbliche sono affiancate da numerose scuole religiose (con materie laiche ed ebraiche), incluse quelle ultra-ortodosse (Haredi) che in genere non hanno materie laiche e quindi non consentono di sostenere l'esame di maturità (Bagrut) né quindi di accedere all'università. Nel settore arabo, che si lamenta di essere sotto-finanziato, le scuole offrono un'istruzione di qualità inferiore, come sembrerebbero dimostrare gli esiti della Bagrut (indispensabile per alcune facoltà universitarie); per contrastare il sovraffollamento sono in costruzione nuove scuole e nel 2007 il governo ha approvato un piano quinquennale.

Turismo [modifica]

Luoghi di interesse [modifica]

Entrata del Santo Sepolcro

La grandissima importanza storica di Gerusalemme, la rende una delle città medio-orientali più interessanti dal punto di vista dei luoghi storicamente rilevanti. La concentrazione maggiore di siti storici e religiosi ha sede nella Città Vecchia di Gerusalemme, Patrimonio dell'Umanità dal 1981, circondata dalle mura costruite nel 1538 durante il regno del sultano ottomano Solimano I il Magnifico.

Il quartiere cristiano, situato nella zona nord-occidentale, è confinante a sud-ovest con il quartiere armeno, che sorge oltre la porta di Giaffa; il quartiere cristiano inoltre confina a nord con quello musulmano, il quale si estende in un'area compresa tra la porta di Damasco, la porta di Santo Stefano e la Porta Dorata (oggi murata), a est della quale si trovano il Monte degli Ulivi e l’orto del Getsemani. Il quartiere ebraico, compreso tra le sezioni musulmana e armena, occupa il quadrante sud-orientale della Città Vecchia.

Il Muro occidentale

Numerosi sono i monumenti di Gerusalemme, tra questi: la moschea islamica della Cupola della Roccia, che rappresenta il simbolo della città, costruita in età omayyade sul luogo che, secondo il Corano, è quello da cui il profeta islamico Maometto ascese da vivo al Cielo per grazia divina; il secondo è la basilica cristiana del Santo Sepolcro, costruita su una preesistente basilica del IV secolo, a sua volta eretta sul luogo tradizionalmente considerato la tomba di Cristo; il terzo è l’emblematico Muro Occidentale o Muro del Pianto, luogo sacro per eccellenza degli ebrei, residuo del Tempio costruito da Erode il Grande, re di Giudea.

Si segnala inoltre la Chiesa di San Salvatore, fondata nel 1559 dai Francescani, all'interno del complesso ancora oggi sede della Custodia di Terra Santa, dell'archivio storico, della biblioteca, delle edizioni Franciscan Printing Press. Dal 2008 è dotata del più importante organo a canne della città, opera di artigiani austriaci e dono della diocesi di Innsbruck. Nella struttura opera l'Istituto Magnificat, dedicato all'insegnamento musicale (canto, coro, pianoforte, archi, fiati) in collegamento con il Conservatorio di Vicenza, con docenti e studenti ebrei e cristiani, israeliani e palestinesi. Il coro del Magnificat accompagna le celebrazioni cattoliche solenni del Santo Sepolcro e delle altre Basiliche e Santuari.

Nella Città Nuova sono situati il Museo d'Israele (con l'esposizione di alcuni rotoli originali od in riproduzione del Mar Morto), l'Università Ebraica (1918, tra le migliori al mondo, un campus della quale è nella parte araba), il Museo dell'Olocausto o "Yad Veshem", il Cimitero nazionale del monte Herzl, sede inoltre del Centro Sionistico Internazionale, la Biblioteca nazionale e universitaria ebraica e il Palazzo del parlamento israeliano (Knesset), sia la sede precedente che quella attuale. Pregevoli la Sinagoga di rito italiano, trasportata e riassemblata qui da Conegliano Veneto, la parte più antica dei quartieri di Rehavia e Morasha composte da vicoli stretti e silenziosi. Diverse comunità nazionali (Russia, Francia, Spagna, Italia, Olanda...) hanno ricostruito nella città nuova simboli architettonici dei loro paesi (ad esempio Piazza della Signoria di Firenze nello spiazzo del servizio dell'educazione municipale, chiese ortodosse nel Russian Compound vicino al carcere centrale cittadino, un mulino a vento a Rechavia...). Il passeggio e lo shopping si praticano soprattutto nel triangolo tra Jaffa road, King George street e rechov Ben Jehuda (l'artefice della lingua ebraica moderna) oppure in Salach-Din street, la via principale del quartiere arabo ad Est. Un intero quartiere quasi è dedicato al terziario ed allo shopping (Talpiot) oltre al grande Mall "Malha" (Regina), nei pressi dell'omonima stazione ferroviaria. Il mercato popolare ebraico è in Mahanè benJehuda, il suk da Porta Damasco verso Nord. La parte moderna di Gerusalemme si è sviluppata attorno alla Città Vecchia anche con insediamenti di grandi dimensioni (quartiere di Ghilo).

Dal 1981 la Città Vecchia di Gerusalemme è inserita tra i patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. L'anno seguente viene elencata tra i "patrimoni in pericolo" in seguito alla richiesta avanzata dalla Giordania.

Economia [modifica]

Storicamente, l'economia di Gerusalemme, città lontana dai porti e dalle vie commerciali (Giaffa, Gaza), dipendeva dai pellegrini, ossia, come diciamo oggi, dal turismo religioso internazionale. Il turismo culturale e religioso, oltre alla consistente presenza di studenti stranieri presso le università civile e le facoltà ecclesiastiche(Studium Biblicum Franciscanum dei Frati Minori, Ecole Biblique et Archeologique Francais dei Domenicani, S. Paul Theological Institute dei Salesiani ed altri centri ecumenici e riformati), è ancor oggi il volano principale (6,1% degli addetti solo in alberghi e ristoranti), ma da 40 anni è sempre più chiaro che il benessere della città non può affidarsi solo ad esso.

L'urbanistica favorisce il turismo ma scoraggia lo sviluppo economico: una legge approvata durante il Mandato britannico per conservare l'estetica della città impone che ogni edificio sia costruito in pietra di Gerusalemme; inoltre, solo il 2,2% della superficie della città è destinabile a industria e infrastrutture (la metà di Tel Aviv, un settimo di Haifa), in gran parte ad Atarot.

Di conseguenza, solo l'8,5% della forza lavoro è impiegata nell'industria manifatturiera (in Israele 15,8%), anche se un numero crescente di imprese high-tech internazionali si sta localizzando nel parco industriale di Har Hotzvim, periferia nord della città.

In quanto polo religioso e culturale, ma anche in quanto città afflitta da una non trascurabile povertà (vedi sotto), la quota di addetti nell'istruzione (17,9%), nella sanità (12,6%), nei servizi sociali (6,4%), è ampiamente superiore alla media nazionale.

In quanto capitale dello Stato di Israele, Gerusalemme è sede anche di una quota importante di posti di lavoro pubblici (8,2% del totale, contro una media nazionale del 4,7%), in misura crescente dopo l'unificazione della città sotto controllo israeliano in seguito alla guerra dei sei giorni (1967); inoltre da allora il governo offre sussidi e incentivi alle nuove imprese che si localizzano in città.

Dal 1967 (ma in realtà già dalla divisione del 1948) la parte araba fino al 1967 (Gerusalemme Est) si è sviluppata a ritmi più lenti della parte israeliana dal 1948 (Gerusalemme Ovest). Ciononostante, le famiglie con persone occupate sono il 76% a est e solo il 67% a ovest, a causa del gran numero di ebrei ultra-ortodossi (Haredi) maschi che non entrano nella forza lavoro. Il tasso di disoccupazione (2007) è leggermente migliore a Gerusalemme (8,3%) che nel resto di Israele (9,0%), anche se in gran parte a causa del relativamente basso tasso di attività. Per queste ragioni, oltre che per la seconda Intifada, la quota di abitanti sotto la soglia di povertà è cresciuta in entrambe le parti della città fra il 2001 e il 2007 (+40%). Nel 2006, il reddito mensile medio per occupato era a Gerusalemme NIS 5.940 (1.080 euro), NIS 1.350 (245 euro) sotto alla media di Tel Aviv.

Trasporti [modifica]

L'aeroporto più vicino è Atarot (IATA: JRS, ICAO: LLJR), a nord della città e incluso nei suoi confini dal 1967, in seguito alla guerra dei sei giorni. Impiegato solo per voli interni, è stato chiuso e affidato alle Forze Armate nel 2001 a causa della seconda Intifada. Da allora tutto il traffico aereo per Gerusalemme passa dall'Aeroporto Internazionale Ben Gurion, a Lod.

L'unica linea ferroviaria è la Tel Aviv - Bet Shemesh - Gerusalemme (stazione di Malha), tortuosa e con scarse frequenze, con prezzi e tempi non concorrenziali con i taxi collettivi. È in costruzione una linea ad alta velocità da Tel Aviv a Gerusalemme, di cui si prevede il completamento nel 2011 ma che oggi è in forse per motivi di bilancio.

La cooperativa Egged, la seconda più grande società di trasporto pubblico del mondo, gestisce dal 1948 quasi tutto il trasporto pubblico urbano e inter-urbano in Israele, quest'ultimo dalla stazione centrale degli autobus a Rechov Yafo (ingresso ovest alla città, dall'autostrada 1).

Ancora nel 2007 il trasporto pubblico locale offre la scelta di autobus (Egged), o taxi anche collettivi (Sherut). Il sistema ostacola la continuità di spostamento tra la zona araba e quella israeliana. Per gennaio 2010 è previsto il completamento della metropolitana di superficie di Gerusalemme (Jerusalem Light Rail), dotata di 24 fermate ed esteso fino ad alcuni quartieri arabi della cintura metropolitana. I lavori di posa delle rotaie e cementificazione, in forte ritardo, stanno ormai procedendo celermente anche nel cuore della città.

Amministrazione [modifica]

La municipalità di Gerusalemme fu istituita sotto l'Impero Ottomano nel 1863.

Dal 1948 al 1967 sono esistite due diverse amministrazioni per la città, una israeliana e una giordana (Amanat al-Quds o Gerusalemme Est).

La città, divisa in seguito alla guerra arabo-israeliana del 1948, è stata riunificata nel 1967, dopo la guerra dei sei giorni e l'azione dei paracadutisti israeliani in Città Vecchia. Il camminamento delle mura conserva alcune indicazioni delle postazioni giordane durante il conflitto.

Il consiglio comunale conta 31 consiglieri eletti, uno dei quali è il sindaco, che ha un mandato quinquennale e può nominare sei delegati (assessori). Solo il sindaco e i delegati sono remunerati. Le riunioni del consiglio sono pubbliche almeno una volta al mese. La municipalità ha sede a Piazza Safra (Kikar Safra) che si affaccia sulla parte di Jaffa Road vicina alla Città Vecchia e nelle vicinanze del palazzo della Posta Centrale e della Banca Nazionale (Bank Leumì).

La città è anche la capitale dell'omonimo distretto israeliano (prefisso telefonico distrettuale 02).

Sindaci [modifica]

* Nir Barkat (novembre 2008-) Indipendente (ex Kadima)

* Uri Lupolianski (2003-2008) Giudaismo Unito della Torah

* Ehud Olmert (1993-2003) Likud

* Teddy Kollek (1965-1993) Laburisti

Città gemellate [modifica]

* Bandiera della Polonia Cracovia, Polonia

* Bandiera degli Stati Uniti New York, USA

* Bandiera dell'Argentina Buenos Aires Argentina

* Bandiera del Marocco Fes, Marocco

Personalità legate a Gerusalemme [modifica]

* Melchisedec, principe di Salem

* Re Salomone, re d'Israele

* Gesù

* Maria, madre di Gesù di Nazaret

* Flavio Giuseppe, storico

* San Cirillo di Gerusalemme, padre della Chiesa

* Papa Teodoro I

* Melisenda di Gerusalemme, regina

* Isaac Luria (o Yitzhak Ashkenazi), cabbalista

* Shmuel Yosef Agnon, scrittore e premio Nobel

* Aref al-Aref, sindaco

* Daniel Auster, sindaco

* Mili Avital, attrice

* Uzi Baram, uomo politico, più volte ministro

* Mustafa Barghuti, medico e uomo politico

* Zeev Boim, uomo politico, più volte ministro

* Avraham Burg, presidente della Knesset

* Eli Cohen, spia

* Aref al-Dajani, sindaco

* Mordechai Eliyahu, rabbino capo d'Israele

* Ruth Gavison, giurista

* Brian George, attore

* David Grossman, scrittore

* Sami Hadawi, dirigente del catasto e scrittore

* Amira Hass, giornalista

* Naomi Chazan, accademica e politica

* Amin al-Husayni, Gran Mufti di Gerusalemme e uomo politico

* Musa al-Husayni, sindaco e uomo politico

* Eliahu Inbal, direttore d'orchestra

* Dalia Itzik, presidente della Knesset

* Hussein al-Khalidi, sindaco e uomo politico

* Yussef al-Khalidi, sindaco, presidente del parlamento ottomano

* Ruhi al-Khatib, sindaco

* Dan Meridor, uomo politico, più volte ministro

* Dorrit Moussaieff, gioielliera, first lady d'Islanda

* Raghib al-Nashashibi, sindaco e uomo politico

* Yitzhak Navon, Presidente dello Stato d'Israele

* Amos Oz, scrittore

* Shahar Peer, tennista

* Natalie Portman, attrice

* Yitzhak Rabin, generale e Primo ministro

* Reuven Rivlin, presidente della Knesset

* Edward Said, docente universitario

* Renen Schorr, sceneggiatore, regista e produttore

* Tom Segev, storico

* Sirhan Sirhan, assassino di Robert Kennedy

* Adin Steinsaltz, talmudista

* Shmuel Tamir, uomo politico

* Suha Tawil, moglie di Yasser Arafat

* Ahmet Kutsi Tecer, poeta e insegnante

* Aaron Valero, medico

* Yitzhak Yedid, pianista e compositore

* Yigael Yadin, archeologo, militare e politico

* Abraham B. Yehoshua, scrittore

* Farid Hanania, accademico

* Bayan Hout, storica

* Ruhi al-Khalidi, saggista

* Khalil al-Khalidi, shaykh e presidente del Shari'a-Berufungsgerichts (Il Cairo)

* Walid Khalidi, storico

* Nurit Zarchi, poetessa e giornalista

* Sobhi Zubaydi, artista

Note [modifica]

1. ^ Capitale del Regno di Giuda e Israele dal 1000 a.C. circa e del Regno di Giuda dal 933 a.C. al 597 a.C.

2. ^ "Statements of the Prime Minister David Ben-Gurion Regarding Moving the Capital of Israel to Jerusalem"

3. ^ Gerusalemme è la capitale secondo la legge israeliana. La sede presidenziale, gli uffici del governo, la corte suprema e il parlamento (Knesset) sono qui situati. L'Autorità Nazionale Palestinese prefigura Gerusalemme Est come la capitale del suo futuro stato. Le Nazioni Unite e la maggior parte degli stati non riconoscono Gerusalemme come capitale di Israele, affermando come lo status definitivo di Gerusalemme debba dipendere da futuri negoziati tra Israele e l'Autorità paestinese. La maggior parte degli stati mantiene le proprie ambasciate a Tel Aviv. Per maggiori dettagli, vedi la sezione #Status internazionale e più diffusamente la voce Status di Gerusalemme.

4. ^ Lo stesso termine "sionismo" deriva dal nome del monte Sion, considerato il primitivo nucleo della città di Gerusalemme.

5. ^ a b Basic Law: Jerusalem, Capital of Israel

6. ^ Il 6 ottobre 2002 Yasser Arafat promulgò una legge che proclamava formalmente Gerusalemme Est (vale a dire la parte cosiddetta "araba", comprendente la Città Vecchia di Gerusalemme) capitale del futuro stato della Palestina.

7. ^ Gerusalemme Est si trova al di fuori dei confini internazionalmente riconosciuti di Israele; la sua annessione è stato considerata non valida dall'ONU. Per maggiori dettagli, vedi la sezione #Status internazionale e più diffusamente la voce Status di Gerusalemme.

8. ^ Legge Fondamentale: Gerusalemme capitale di Israele, approvata dall Knesset il 30 luglio 1980.

9. ^ Risoluzione 478 del Consiglio di Sicurezza dell'ONU del 20 agosto 1980.

10. ^ "The international community refused to recognize Jerusalem as Israel's capital, believing that to do so would establish the dangerous precedent of legitimizing territorial expansion by military conquest--in direct contravention of United Nations resolutions" (Stephen Zunes) [1]

11. ^ "Most states have not respected Israel's sovereign right to determine its own capital city, and have refused to recognize Jerusalem as the capital of Israel Israel Ministry of Foreign Affairs

12. ^ Fonti: Israel Insider; Perché non riconoscere Gerusalemme capitale? di Dimitri Buffa L’Opinione.it, 15 maggio 2007

13. ^ "La città ebraica di Gerusalemme è parte integrante di Israele, anche se la maggioranza mondiale non lo riconosce ", Uri Lupolianski, sindaco di Gerusalemme (Israel heute, maggio 2007) [2]

14. ^ " Mi auguro che Gerusalemme diventi la capitale di Israele riconosciuta internazionalmente come tale.", Colette Avital, Israel heute, maggio 2007 [3]

15. ^ IMEU: Links: 2.7 - Jerusalem and the Corpus Separatum proposed in 1947

16. ^ Il Jerusalem Post, dopo lo spostamento dell'ambasciata del Costa Rica, ha chiesto sarcasticamente ai suoi lettori di rispondere a un quiz: "Nomina l'unico paese al mondo che riconosce Gerusalemme come capitale di Israele. Molti avrebbero difficoltà a indovinare, ma la sorprendente risposta alla domanda è: El Salvador." jerusalem post, agosto 2006. Poco dopo, anche El Salvador ha spostato la sua ambasciata nei pressi di Tel Aviv.

17. ^ "Il Congresso americano, dal 1995, impone alla Casa Bianca di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele e di trasferire il corpo diplomatico americano da Tel Aviv alla città santa, malgrado l’Amministrazione trovi sempre una scusa per non farlo." 29 marzo 2006, Rocca su Il foglio [4]

18. ^ Jewish history timeline; Turkish/Ottoman Rule, 1517—1917

19. ^ French traveler, Jewish history timeline; Turkish/Ottoman Rule, 1517—1917

20. ^ Christian travelers Johann Aegidius Van Egmont and John Heyman, Jewish history timeline; Turkish/Ottoman Rule, 1517—1917

21. ^ New York Times, February 19, 1869

Voci correlate [modifica]

* Giudaizzazione di Gerusalemme

* Basilica del Santo Sepolcro

* Chiesa di Gerusalemme

* Cupola della Roccia

* Custodia di Terra Santa

* Gerusalemme Celeste

* Monte Moriah

* Moschea al-Aqsa

* Regno di Gerusalemme

* Sindrome di Gerusalemme

* Spianata delle moschee

* Status di Gerusalemme

* Storia di Gerusalemme

* Tempio di Gerusalemme

 

 

 

PORTA DI JAFFA MURA DI GERUSALEMME

http://www.tourism.gov.il/Tourism_Ita/Articles/Attractions/The+Gates+of+Jerusalem.htm

http://www.gliscritti.it/gallery2/v/album_001/Gerusalemme/mura+gerusalemme+cioni.jpg.html

Le mura di Gerusalemme

Le mura sono simbolo della protezione divina, danno una sensazione di sicurezza e pace.

Inoltre divengono segno di speranza: il bastione dopo la Porta nuova (costruita nel 1887) è il Bastione di Tancredi, il punto in cui i crociati penetrarono in Gerusalemme. Ai fiumi di sangue versati in questo luogo si contrappongono le speranze di pace della Bibbia. Le mura di Gerusalemme diventano segni di contraddizioni: luogo di massacri e guerre ma anche luogo simbolo di pace.

Il Signore promette a Gerusalemme un futuro di pace; il cristiano è uomo di speranza come la sentinella che sta sulle mura di Gerusalemme ad annunziare la pace.

"L'immagine della sentinella mi ricorda la mia prima salita a Gerusalemme, che avvenne in piena notte. Cielo scuro, niente stelle. Gerusalemme dormiva nell'oscurità ed io stessa sperimentavo il grido del profeta: "Sentinella, a che punto è la notte?". Quante volte, da quel giorno, questa domanda è salita al mio cuore. Dove siamo noi? Una grande e profonda notte ricopre la terra e sembra che il suo punto più oscuro si concentri su questo angolo di mondo dove, allo stesso tempo, si percepisce qualche cosa e si crede di intravedere qualche vago sprazzo d'aurora. Posti come sentinelle sulle mura di Gerusalemme noi vegliamo perché l'ora è troppo grave, ed allora noi gridiamo. Noi gridiamo verso Dio e noi gridiamo verso i nostri fratelli. Il mio grido vuole essere, senza alcuna pretesa, il grido della sentinella, ma anche il suo canto di speranza perché dopo la notte verrà l'aurora" (R. GEFTMAN, Sur tes murailles, Jérusalem).

La Bibbia ci dà scarse indicazioni topografiche sull'ubicazione delle mura; l'unica fonte è rappresentata dalla descrizione che ce ne fa Giuseppe Flavio nella sua opera La Guerra Giudaica (5, 4, 2).

Egli, narrando l'assalto delle truppe romane contro Gerusalemme, dice che l'esercito dovette superare ben tre cinte di mura fortificate.

Non si tratta, come potrebbe sembrare, di un triplice ordine di mura concentriche, bensì dei diversi sbarramenti aggiunti sul lato nord della città per conglobarvi dei quartieri che andavano sorgendo a ridosso delle vecchie mura. Le indicazioni dello storico ebreo, che pure nel suo testo sembrano abbastanza chiare, non sono sufficienti per permettere di disegnare il tracciato preciso delle diverse cinte difensive. L'impossibilità di eseguire scavi sistematici in una zona così densa di abitazioni, ha aperto il campo a diverse ipotesi, spesso contraddittorie fra loro. Nel disegno le indicazioni più attendibili.

Il primo muro risaliva forse ancora alla prima epoca dei re. Partendo dall'attuale Cittadella, andava a congiungersi in direzione ovest-est al muro del Tempio, dopo aver superato con un viadotto la valle del Tyropeion.

Per il secondo muro costruito all'epoca di Ezechia, nel 700 circa a.C., nelle descrizioni di Giuseppe Flavio abbiamo le indicazioni precise del punto di partenza (Porta dei Giardini) e del punto di arrivo (Torre Antonia). La Porta dei Giardini, corrisponde all'incirca all'attuale Porta di Giaffa.

Per il percorso più preciso delle mura mancano i punti di riferimento che, al tempo in cui Flavio scriveva, erano conosciuti. I vari e saltuari reperti trovati, ci danno l'impressione di una costruzione imponente con torri e bastioni, con un andamento irregolare, imposto evidentemente dalla configurazione del suolo.

Il terzo muro di cinta fu costruito da Erode Agrippa I, negli anni 41-44 d.C., ma l'impresa non poté essere portata a termine per l'opposizione dell'imperatore romano. Questo muro rimase incompleto fino al tempo dell'insurrezione del 66, quando gli ebrei si affrettarono a completarlo per servirsene contro i romani.

Sul terzo muro si sono avanzate due ipotesi completamente diverse. Una teoria fissa il suo tracciato molto più a nord delle mura attuali, nei pressi del quartiere occupato attualmente dall'ex ospedale italiano. La seconda teoria è quella che sembra anche la più probabile; essa ritiene che il muro debba corrispondere al tracciato di quello settentrionale attuale.

 

 

 

 

MONTE DEGLI ULIVI

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

http://it.wikipedia.org/wiki/Monte_degli_Ulivi

Coordinate: 31°46′35″N 35°14′37″E / 31.77639, 35.24361

Il cimitero ebraico sul Monte degli Ulivi e sullo sfondo la città di Gerusalemme.

MountofOlives2009.JPG

Il Monte degli Ulivi (anche Monte Oliveto, in ebraico הר הזיתים, Har HaZeitim; in arabo جبل الزيتون, الطور, Jebel ez-Zeitun, Jebel et-Tur, "Monte della Sommità") è una montagna situata ad est di Gerusalemme.

È chiamato così dalla pianta dell'olivo di cui, in antichità, i suoi fianchi erano coperti.

Ai piedi del monte c'è il Getsemani (detto anche Orto degli Ulivi) dove, secondo i vangeli, Gesù si sarebbe ritirato prima della passione. Il Monte è il luogo in cui si sono verificati molti eventi biblici importanti.

I soldati romani si accamparono sul monte durante l'assedio di Gerusalemme del 70 durante la prima guerra giudaica. Tale assedio portò alla distruzione della città ed in particolare del Secondo Tempio.

Nel libro di Zaccaria il Monte degli Ulivi è identificato come il luogo da cui Dio comincerà a far rinascere i morti alla fine dei secoli. Per questo motivo, gli ebrei hanno sempre cercato di essere sepolti sulla montagna; dai periodi biblici ad oggi il monte è stato usato come cimitero per gli ebrei di Gerusalemme. Si valuta che vi siano 150.000 tombe.

Luoghi importanti collocati sul Monte degli Ulivi [modifica]

* Yad Avshalom

* Chiesa del Pater Noster

* Tomba di Zaccaria

* Chiesa di tutte le Nazioni

* Chiesa di Maria Maddalena

* Chiesa del Dominus Flevit

* Getsemani

* Chiesa dell'Assunzione di Maria (Tomba di Maria)

 

 

Chiesa del Pater Noster

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http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_del_Pater_Noster

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Chiesa del Pater Noster

Chiesa del Pater Noster

Città Gerusalemme

Regione Monte degli Ulivi

Stato Israele

Religione Chiesa cattolica

Diocesi

Anno di consacrazione

Architetto

Stile architettonico

Inizio della costruzione

Completamento

Sito web

Note

La Chiesa del Pater Noster è una chiesa situata sul Monte degli Ulivi a Gerusalemme. In tale luogo viene commemorato l'insegnamento prestato da Gesù ai suoi discepoli del Padre Nostro. In essa sono presenti ottanta traduzioni, di tale preghiera, in diverse lingue e dialetti.[1]

Storia [modifica]

Venne edificata in tale luogo una chiesa per volere della madre di Costantino, Elena. Tale chiesa venne distrutta dai persiani nel 514 e successivamente ricostruita dai crociati. L'edificio attuale è stato costruito nel XIX secolo.[2]

 

 

 

Zaccaria (profeta)

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http://it.wikipedia.org/wiki/Zaccaria_%28profeta%29

Il profeta Zaccaria dipinto da Michelangelo nella Cappella Sistina

Zaccaria (?, ? – ?, ...) è uno dei dodici Profeti minori.

Il suo nome significa "Jahvé ricorda" [1] ed è autore dell'omonimo libro classificato tra i libri profetici (detti Neviìm) nella Bibbia ebraica e nell'Antico Testamento nella Bibbia cristiana.

Visse nel periodo dopo l'esilio babilonese e si preoccupo' molto della ricostruzione del tempio di Gerusalemme. [1]

Come il profeta Ezechiele ebbe un'estrazione sacerdotale. [1]

Zaccaria è venerato come santo dalla Chiesa cattolica e celebrato il 6 settembre.

Note [modifica]

1. ^ a b c La Bibbia, ed. Piemme, Casale Monferrato (AL), 1996, ISBN 88-384-2400-4, pag. 2245

Collegamenti esterni [modifica]

* Scheda su san Zaccaria profeta, da Santi, beati e testimoni - Enciclopedia dei Santi, SantieBeati.it

* Profeta Zaccaria in Musei Vaticani online

 

 

 

 

Chiesa di tutte le Nazioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_tutte_le_Nazioni

Città Gerusalemme

Regione Distretto di Gerusalemme

Stato bandiera Israele

Religione Cattolica

Diocesi Patriarcato Latino di Gerusalemme

Anno di consacrazione

Architetto {{{Architetto}}}

Stile architettonico

Inizio della costruzione 1919

Completamento 1924

Sito web

Note

La chiesa di tutte le Nazioni è una chiesa di Gerusalemme, posta sul monte degli Ulivi, in quello che la tradizione riconosce come il Getsemani.

Essa è costruita sul luogo dove, a partire dal IV secolo, esisteva un luogo di culto bizantino, trasformato poi dai crociati in basilica, andata in rovina con la definitiva occupazione islamica.

Il nome della chiesa ricorda il contributo di numerosi paesi alla sua costruzione, avvenuta tra il 1919 ed il 1924 ad opera dell’architetto italiano Antonio Barluzzi. La chiesa è conosciuta anche come chiesa dell’agonia in riferimento alla notte che Gesù vi trascorse alla vigilia del suo arresto. In essa sono armoniosamente fusi assieme elementi architettonici tipici delle basiliche cristiane (per esempio la facciata) con tratti tipici degli edifici islamici (per esempio la copertura caratterizzata da numerose piccole cupole).

La facciata della chiesa si eleva in cima ad una scalinata, ed è caratterizzata da una serie di colonne che sorreggono i tre grandi archi che delimitano l’atrio; inserito nel timpano un grande mosaico che raffigura Cristo tramite tra Dio e il popolo riunito attorno.

L’interno, a tre navate, è dominato dal grande presbiterio e dal catino absidale, decorato a mosaico: nell’abside centrale il mosaico dell’agonia di Gesù nell’orto degli ulivi; nelle absidi delle navate laterali il bacio di Giuda e la scena dell’arresto. Ai piedi dell’altare maggiore, protetta da una bassa recinzione in ferro battuto, è visibile una larga porzione di roccia originale, che la tradizione ritiene il luogo dove Gesù abbia pregato la notte prima dell’arresto.

Nel pavimento dell’attuale chiesa sono messi in vista, protetti da spessi vetri, alcune tracce dei mosaici pavimentali dell’antica basilica bizantina.

Il soffitto è a cupolette, al cui interno sono rappresentati simboli delle nazioni che contribuirono alla costruzione della chiesa.

 

 

 

Chiesa di Maria Maddalena

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Maria_Maddalena

Città Gerusalemme

Regione Distretto di Gerusalemme

Stato bandiera Israele

Religione cristiana ortodossa

Diocesi Chiesa ortodossa russa

Anno di consacrazione

Architetto {{{Architetto}}}

Stile architettonico

Inizio della costruzione

Completamento 1886

Sito web

Note

La Chiesa di Maria Maddalena (in russo: Храм Марии Магдалины[?], Chram Marii Magdaliny) и una chiesa della Chiesa ortodossa russa che si trova sul Monte degli Olivi, presso l'Orto del Getsemani a Gerusalemme.

Indice

[nascondi]

* 1 Storia

* 2 Altri progetti

* 3 Collegamenti esterni

* 4 Note

Storia [modifica]

La chiesa è dedicata a Maria Maddalena, seguace di Gesù, che secondo il sedicesimo capitolo del Vangelo di Marco per prima lo vide risorto. La chiesa, che riprende il tradizionale stile architettonico russo del XVI secolo ed include sette cupole dorate, fu edificata nel 1886 dallo zar Alessandro III di Russia, in memoria di sua madre l'imperatrice Maria Aleksandrovna.

Nella chiesa sono state sepolte le salme della granduchessa Santa Elizaveta Feodorovna, della sua consorella Varvara Jakovleva,[1] e delle principesse Alice di Battenberg e Tatiana Konstantinovna Romanova; quest'ultima fu badessa dell'annesso convento, fino alla morte nel 1979.

 

 

 

Chiesa del Dominus Flevit

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_del_Dominus_Flevit

Città Gerusalemme

Regione Distretto di Gerusalemme

Stato bandiera Israele

Religione Cattolica

Diocesi Patriarcato Latino di Gerusalemme

Anno di consacrazione

Architetto {{{Architetto}}}

Stile architettonico

Inizio della costruzione

Completamento

Sito web Sito ufficiale

Note edificata su resti di chiesa bizantina

La chiesa del Dominus Flevit (il Signore pianse) è una chiesa di Gerusalemme, posta sul monte degli Ulivi, appartenente alla Custodia di Terra Santa.

La chiesa fu costruita dall’architetto Antonio Barluzzi nel 1955 sui resti di una chiesa bizantina di cui si conservano alcuni mosaici sul pavimento della chiesa attuale, risalenti al VII secolo. Un’iscrizione dello stesso periodo attesta l’esistenza sul luogo di un piccolo monastero oltre ad una cappella, dedicati alla profetessa Anna, di cui parla il vangelo dell’infanzia di Luca (2,36-38).

La denominazione della chiesa ricorda il pianto di Gesù davanti alla città di Gerusalemme, come ricorda ancora l’evangelista Luca (19,42-44): la tradizione di legare a questo luogo l’episodio evangelico risale al XVI secolo. L’interno della chiesa è dominato dalla grande finestra posta sopra l’altare maggiore, da cui si può ammirare un notevole panorama sulla città.

Scavi condotti dai Francescani negli anni cinquanta hanno portato alla luce resti di un’antica necropoli risalente all’epoca romana e bizantina, con una serie di tombe con sarcofagi e ossari; di questi alcuni hanno evidenti segni cristiani e risalgono alla prima comunità giudeo-cristiana di Gerusalemme.

 

 

 

Getsemani

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http://it.wikipedia.org/wiki/Getsemani

Coordinate: 31°46′46″N 35°14′25″E / 31.779402, 35.240197

Il giardino del Getsemani a Gerusalemme.

Il Getsemani (parola aramaica che significa frantoio) è un piccolo uliveto poco fuori la città vecchia di Gerusalemme ed ai piedi del Monte degli Ulivi, nel quale Gesù Cristo, secondo i Vangeli, si ritirò dopo l'ultima cena prima di essere tradito da Giuda ed arrestato.

Il luogo è noto anche come Orto degli ulivi.

Indice

[nascondi]

* 1 Nei Vangeli

* 2 Nella tradizione cristiana

* 3 Nell'arte

* 4 Note

* 5 Voci correlate

* 6 Altri progetti

Nei Vangeli [modifica]

Secondo quanto descritto dai Vangeli, Gesù, terminata la cena con i suoi apostoli, si avvia verso il monte degli Ulivi[1] e si ferma nel podere chiamato Getsemani:

" Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare. " (Matteo 26,36)

In questo podere, mentre gli apostoli dormono, Gesù prega ed accetta la passione che ormai gli si prospetta davanti:

" Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà. " (Matteo 26,41)

Poi arriva Giuda con una folla armata di spade e bastoni mandata dai sommi sacerdoti per arrestarlo; Giuda bacia Gesù, come segno convenzionale:

" Ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una gran folla con spade e bastoni, mandata dai sommi sacerdoti e dagli anziani del popolo. Il traditore aveva dato loro questo segnale dicendo: Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!.

E subito si avvicinò a Gesù e disse: "Salve, Rabbì!". E lo baciò. E Gesù gli disse: Amico, per questo sei qui! Allora si fecero avanti e misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. " (Matteo 26,47-50)

Nella tradizione cristiana [modifica]

Agonia al Getsemani. Andrea Mantegna.

Il giardino del Getsemani è stato sempre meta di pellegrinaggio da parte dei cristiani. È stato visitato nel 333 dall'anonimo di Bordeaux il quale lo descrive nel suo Itinerarium Burdigalense. Eusebio di Cesarea nel suo Onomasticon cita il luogo del Getsemani "ai piedi del Monte degli Ulivi" ed aggiunge che "i fedeli sono soliti ad andare là a pregare"

Il luogo fu poi acquisito da una comunità francescana nel 1681, che vi creò un giardino, oggi visitabile, nel 1848.

 

 

 

 

Chiesa dell'Assunzione di Maria

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http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_dell%27Assunzione_di_Maria

Città Gerusalemme

Regione Distretto di Gerusalemme

Stato bandiera Israele

Religione {{{Religione}}}

Diocesi {{{Diocesi}}}

Anno di consacrazione

Architetto {{{Architetto}}}

Stile architettonico

Inizio della costruzione

Completamento VI secolo

Sito web Sito ufficiale

Note

La chiesa dell’Assunzione di Maria (più conosciuta come la tomba di Maria o Tomba della Vergine o la chiesa della Dormizione di Maria) è una chiesa di Gerusalemme, posta ai piedi del monte degli Ulivi, proprietà comune dei cristiani greco-ortodossi e degli armeni, secondo i regolamenti previsti dallo Statu Quo, firmano emanato dalla Sublime Porta l'8 febbraio 1852 e confermato dal Trattato di Berlino nel 1878.

Indice

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* 1 Storia

* 2 L’interno

* 3 Altri progetti

* 4 Voci correlate

* 5 Bibliografia

Storia [modifica]

Nessun passo biblico parla della morte di Maria: è solo un testo apocrifo, il Transito della Vergine, che parla della morte e assunzione di Maria in cielo, in cui l’autore raccoglie tradizioni dell’epoca apostolica (I secolo). La tradizione e la devozione popolare hanno sempre riconosciuto, fin dal II secolo, questo luogo come il luogo in cui la madre di Gesù fu assunta in cielo.

Nel IV secolo fu costruita una prima chiesa, scavata nella roccia viva, consacrata dal vescovo Giovenale di Gerusalemme alla Madre di Dio, subito dopo il Concilio di Efeso del 431, che aveva proclamato il dogma della maternità divina di Maria. Nel VI secolo fu costruita una grande basilica a pianta rotonda sopra la chiesa precedente, la quale divenne la cripta del nuovo edificio che custodiva il sepolcro della Madonna.

Prima dell’arrivo del Crociati la parte superiore della chiesa era già stata distrutta, ed i benedettini negli anni 1112-1130 edificarono sopra la cripta una nuova chiesa con monastero. Anche questo venne distrutto da Saladino nel 1187, che risparmiò però la cripta in onore della "beatissima madre del profeta Gesù".

Di proprietà dei francescani, nel 1757 venne loro tolta ed affidata in comune ai cristiani greco-ortodossi ed armeni.

Di fatto, dunque, a noi è giunta solo la cripta, a cui si accede per una lunga scalinata. Il forte dislivello fra l’entrata e l’ambiente sotterraneo è causa di frequenti inondazioni, l’ultima delle quali risale al 1972.

L’interno [modifica]

La facciata ha subito diversi rifacimenti nel corso dei secoli, ma conserva ancora l’austero stile crociato. Di epoca crociata è anche la scala che conduce all’ambiente sacro: disposte ai lati della scala vi sono la cappella di san Giuseppe (ove in epoca crociata vi erano le tombe di Baldovino III e della madre di Boemondo III), e la cappella dei santi Gioacchino e Anna (costruita sulla tomba della regina Melisenda, madre di Baldovino II).

La chiesa sotterranea è impreziosita da quadri, lampade e pregevoli icone, tipico dello stile cristiano-orientale di ornare le chiese. La tomba della vergine Maria consiste in un blocco di pietra, alto da 1,50 a 1,80 metri, con due aperture che servono da passaggio per i pellegrini. La roccia su cui la tradizione dice che fu deposto il corpo di Maria è corroso dal tempo e dalla devozione dei fedeli, che in passato asportavano pezzetti di pietra come reliquie.

 

 

Basilica del Santo Sepolcro

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http://it.wikipedia.org/wiki/Basilica_del_Santo_Sepolcro

Coordinate: 31°46′43″N 35°13′46″E / 31.77861, 35.22944

bussola Disambiguazione – Se stai cercando altre chiese, vedi Chiesa del Santo Sepolcro (disambigua).

Basilica-Cattedrale Patriarcale del Santo Sepolcro

Ingresso principale alla chiesa del Santo Sepolcro

Ingresso principale alla chiesa del Santo Sepolcro

Città Gerusalemme

Regione

Stato Israele

Religione cattolica

Diocesi Patriarcato di Gerusalemme dei Latini

Anno di consacrazione

Architetto {{{Architetto}}}

Stile architettonico Romanico

Inizio della costruzione

Completamento

Sito web

Note {{{Note}}}

Il Santo Sepolcro visto dall'alto

La basilica del Santo Sepolcro, (in ebraico כנסיית הקבר - Cnesiat HaChever, ovvero Chiesa della Tomba; in arabo: كنيسة القيامة, Kanīsat al-Qiyāma, ossia "Chiesa della Resurrezione"), chiamata anche la chiesa della Resurrezione (Anastasis in greco e Surp Harutyun in armeno dai cristiani di rito ortodosso), è una chiesa cristiana di Gerusalemme, costruita sul luogo che la tradizione indica come quello della crocifissione, unzione, sepoltura e resurrezione di Gesù.

Attualmente è ricompresa all'interno delle mura della città vecchia di Gerusalemme, al termine della Via Dolorosa, e ingloba sia quella che è ritenuta la "collina del Golgota", luogo della crocifissione, sia il sepolcro scavato nella roccia, dove il Nuovo Testamento riferisce che Gesù fu sepolto.

La chiesa del Santo Sepolcro è una delle mete principali e irrinunciabili dei pellegrini che visitano la Terra Santa, insieme alla Basilica dell'Annunciazione di Nazaret e alla Basilica della Natività di Betlemme. Ma, a differenza di queste ultime, il Santo Sepolcro è l'unico luogo della cui esistenza si possiedono prove archeologiche risalenti ad appena un centinaio d'anni dopo la morte di Gesù.

Oggi è la sede del Patriarca ortodosso di Gerusalemme, il quale, al centro della chiesa[1], vi ha il proprio Katholikon, ossia la propria cattedrale, e la propria cattedra[2][3].

Formalmente è anche la sede del Patriarcato di Gerusalemme dei Latini; tuttavia il Patriarca cattolico latino non ha la libertà di celebrare se non negli spazi e nei tempi assegnati nel 1852 dallo Statu Quo alla della Custodia di Terra Santa e secondo gli accordi con la stessa comunità monastica. Il Patriarca latino risiede in una sede presso la concattedrale del Santissimo Nome di Gesù, chiesa principale della diocesi e chiesa madre, dove egli ha la propria cattedra e celebra normalmente [4].

Secondo la tradizione ortodossa, ogni anno, a mezzogiorno, durante la celebrazione del Sabato Santo della Pasqua ortodossa, vi si ripete il "miracolo del Fuoco Santo"[5]

Indice

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* 1 Storia

o 1.1 Dal 1852: lo "Statu quo"

* 2 Sistemazione moderna della chiesa

* 3 Autenticità

* 4 Note

* 5 Bibliografia

* 6 Voci correlate

* 7 Altri progetti

* 8 Collegamenti esterni

Storia [modifica]

Il luogo del Calvario e della Tomba di Cristo (I-IV secolo)

Il luogo del Santo sepolcro, originariamente la tomba vuota di Gesù, fu sempre oggetto di venerazione da parte dei cristiani.

La prova archeologica della sua esistenza risale al II secolo, ed è inconfutabile poiché viene da fonte non cristiana. Nel 135 l'esercito romano represse la lunga rivolta di Bar Kokhba (132–135). Per punire gli ebrei, l'imperatore Adriano ordinò la distruzione di Gerusalemme, facendo radere al suolo anche i luoghi più sacri per gli ebrei. Gerusalemme fu ricostruita come Aelia Capitolina, mentre sui luoghi sacri vennero eretti templi pagani. Uno solo di questi fu costruito fuori dalle mura della città, in mezzo a un cimitero. Dal momento che mai un ebreo si sarebbe recato a pregare in una zona funeraria, il luogo non poteva che essere, dunque, il punto principale di ritrovo per i cristiani, cioè il luogo dove essi si ritrovavano per fare memoria di Gesù.

Il sito fu ricoperto di terra e vi fu edificato sopra un Tempio dedicato a Venere [6].

Al Concilio di Nicea del 325, il vescovo di Gerusalemme, Macario, invitò l'imperatore Costantino, da poco convertitosi al cristianesimo, a distruggere i templi pagani nella Città Santa [7]. Costantino ordinò che il luogo sacro venisse riportato alla luce (325-326) e ordinò a Macario di costruire una chiesa su quel luogo. Venne costruita così la Basilica costantiniana.

Socrate Scolastico (nato nel 380), nella sua Storia Ecclesiastica dà una descrizione completa della scoperta (che venne ripresa in seguito da Sozomeno e da Teodoreto) che enfatizza il ruolo giocato negli scavi e nella costruzione del nuovo tempio dalla madre di Costantino I, Elena, alla quale è attribuita anche la riscoperta della Vera croce.

L'edicola del Santo Sepolcro (La tomba di Cristo)

La chiesa di Costantino fu costruita attorno alla collina della crocifissione, ed era in realtà composta da tre chiese collegate, costruite sopra tre differenti luoghi santi:

1. una grande basilica (il martyrium visitato dalla Pellegrina cristiana Egeria negli anni 380),

2. un atrio chiuso colonnato (il triportico) costruito attorno alla tradizionale roccia del Calvario,

3. una rotonda, chiamata anastasis ("resurrezione"), che conteneva i resti della grotta che Elena e Macario avevano identificato come luogo di sepoltura di Gesù.

L'anastasis e il martyrium vennero inaugurati il 14 settembre del 335, in occasione della festa dell'Esaltazione della Croce[8]. La roccia circostante venne scavata e la tomba venne incapsulata in una struttura chiamata edicola (in latino aediculum, piccolo edificio) o kouvoulkion (in greco, sacrario) al centro della rotonda. La cupola della rotonda venne completata alla fine del IV secolo, sostituendo un deambulatorio che anticamente circondava il Sepolcro.

Il nuovo edificio venne danneggiato dal fuoco nel 614 quando i persiani di Cosroe II invasero Gerusalemme e catturarono la Vera Croce. Nel 630, l'imperatore Eraclio marciò trionfalmente in Gerusalemme e riportò la vera Croce nella ricostruita chiesa del Santo Sepolcro. Sotto i musulmani il luogo rimase una chiesa cristiana. I primi governanti musulmani protessero i luoghi cristiani della città, proibendone la distruzione e l'uso come abitazione, ma dopo una rivolta nel 966, quando le porte e i tetti vennero bruciati, l'edificio originale venne distrutto completamente, il 18 ottobre 1009, dal "pazzo" Imam/Califfo fatimide al-Hakim bi-Amr Allah, che sradicò la chiesa fino alle fondamenta. L'edicola, i muri orientale e occidentale e il tetto della tomba scavata nella roccia in essa racchiusa vennero distrutti o danneggiati (i resoconti dell'epoca sono discordanti), ma i muri nord e sud vennero probabilmente protetti da ulteriori danni dalle macerie.

Ad ogni modo una serie di piccole cappelle venne eretta sul sito - a seguito di un accordo tra Il Cairo e Bisanzio - da parte di Costantino IX di Bisanzio nel 1048, in base a rigide condizioni imposte dall'Imamato fatimide. I siti ricostruiti vennero presi dai cavalieri della prima crociata il 15 luglio 1099. La prima crociata venne raffigurata come un pellegrinaggio armato, e nessun crociato poteva considerare completo il viaggio senza aver pregato come un pellegrino sul Santo Sepolcro. Il capo dei crociati, Goffredo di Buglione, che divenne il primo monarca crociato di Gerusalemme, decise che non avrebbe usato il titolo di "re", e si dichiarò Advocatus Sancti Sepulchri, "Protettore (o Difensore) del Santo Sepolcro". Il cronista Guglielmo di Tiro, riporta della ricostruzione a metà del XII secolo, quando i crociati iniziarono a rinnovare la chiesa in stile romanico e aggiunsero un campanile. Questi rinnovamenti unificarono i luoghi santi e vennero completati durante il regno della regina Melisenda, nel 1149. La chiesa divenne sede dei primi patriarchi latini e fu anche sede dello scriptorium del regno. La chiesa, assieme al resto della città, fu presa da Saladino nel 1187, anche se il trattato firmato dopo la terza crociata permetteva ai pellegrini cristiani di visitare il sito. L'imperatore Federico II riconquistò la città e la chiesa con un trattato del XIII secolo, quando egli stesso era stato scomunicato dalla chiesa, con il curioso risultato che la chiesa più sacra della Cristianità si trovò sotto interdetto. Sia la città che la chiesa vennero conquistate e pesantemente saccheggiate dall'impero corasmio (Khwarezmshah) nel 1244.

La chiesa fu di ispirazione per altre chiese in Europa, spesso a pianta circolare. Costruzioni ispirate al Santo Sepolcro furono, tra le altre, il Battistero di Pisa o la chiesa di Santa Gerusalemme a Bologna.

I frati francescani la rinnovarono ulteriormente nel 1555, essendo stata trascurata nonostante un sempre maggior numero di pellegrini. Un nuovo incendio danneggiò gravemente la struttura nel 1808, provocando il crollo della cupola della rotonda e la distruzione delle decorazioni esterne dell'edicola. L'esterno della rotonda e dell'edicola vennero ricostruiti nel 1809–1810 dall'architetto Komminos di Mitilene, nello stile barocco turco dell'epoca. Il fuoco non raggiunse l'interno dell'edicola, e le decorazioni in marmo della tomba risalgono principalmente al restauro del 1555. La cupola attuale risale al 1870. Un grande restauro moderno ebbe inizio nel 1959, compreso il restauro della cupola nel 1994–1997. Il rivestimento in marmo rosso applicato all'edicola da Komminos si è molto deteriorato e si sta staccando dalla struttura sottostante. Dal 1947 viene tenuto in posizione da un'impalcatura in travi di ferro installata dal mandato britannico. Non si è ancora concordato un piano per il suo restauro.

Nel 1840, decine di pellegrini vennero calpestati a morte a causa di un incendio.

Nel 1847 papa Pio IX ristabilì a Gerusalemme il patriarcato di Gerusalemme dei Latini ed eresse la basilica del Santo Sepolcro a cattedrale patriarcale.

Il 20 giugno 1999, tutte le denominazioni cristiane che dividono il controllo della chiesa concordarono sulla decisione di installare una nuova uscita per la chiesa. Non si ha notizia che questa porta sia stata completata.

Dal 1852: lo "Statu quo" [modifica]

Diverse giurisdizioni ecclesiastiche cooperano, spesso con difficoltà, nell'amministrazione e manutenzione della chiesa e del terreno su cui sorge, in base a un decreto ottomano del 1852 (conosciuto in Occidente come Statu Quo) emanato per porre fine ai violenti dissidi soprattutto tra la Chiesa ortodossa greca e la Chiesa apostolica romana, rappresentata dalla Custodia di Terra Santa dell'ordine francescano. Il decreto, tuttora in vigore, ripristinava la situazione risalente al 1767, tenendo conto degli ulteriori diritti acquisiti anche da altre comunità cristiane, quali la Chiesa apostolica armena, la Chiesa ortodossa copta e la Chiesa ortodossa siriaca. Esso assegna la Basilica quasi interamente ai greci ortodossi, il cui Patriarca vi ha infatti la cattedra ed il katholikon, regolando altresì tempi e luoghi di adorazione e celebrazione per ogni chiesa.[9] Dal XII secolo, le famiglie palestinesi musulmane Nusayba e Ghudayya, incaricate da Saladino in quanto neutrali, sono custodi della chiave dell'unico portone di ingresso, sul quale nessuna chiesa ha diritto.

Sistemazione moderna della chiesa [modifica]

La Pietra dell'Unzione, ritenuta il luogo dove il corpo di Gesù venne preparato per la sepoltura. È la tredicesima stazione della Croce.

Planimetria del piano terra

L'ingresso alla chiesa avviene tramite una singola porta nel transetto sud. La chiave dell'ingresso viene custodita, per mantenere la pace tra le varie fazioni cristiane, dalla famiglia musulmana Nusayba, che ne mantiene la custodia fin da 1192, quando le fu affidata dal Saladino. Dopo periodi di tensione tra la famiglia Nusayba e le autorità ottomane, nel XVIII secolo, queste ultime nominarono la famiglia Joudeh per aiutare i Nusayba nel loro compito. Oggi la famiglia Jude assiste ancora i Nusayba, portando la chiave della chiesa a un membro della famiglia Nusayba, che apre e chiude la porta giornalmente.

Appena oltre l'ingresso si trova la Pietra dell'Unzione, che è ritenuta il luogo dove il corpo di Gesù venne preparato per la sepoltura. A sinistra (a ovest), si trova la Rotonda dell'Anastasi, sotto la più grande delle due cupole della chiesa, al centro della quale è posta l'edicola del Santo Sepolcro. In base a un decreto ottomano del 1852 (conosciuto in Occidente come "Statu Quo") le Chiese ortodossa, cattolica e armena hanno diritto di accesso all'interno della tomba, e tutte e tre le comunità vi celebrano quotidianamente la Messa. Viene usata inoltre per altre cerimonie in occasioni speciali, come la cerimonia del "Fuoco santo" che si tiene nel sabato santo, celebrata dal Patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme. Dietro la rotonda, all'interno di una cappella costruita con una struttura in ferro su una base semicircolare in pietra, si trova l'altare usato dalla Chiesa ortodossa copta. Oltre a questa, sul retro della rotonda, si trova una cappella in stile grezzo che si crede sia la tomba di Giuseppe di Arimatea, nella quale la Chiesa ortodossa siriaca celebra la sua liturgia nelle domeniche. A destra del sepolcro, sul lato sud-orientale della rotonda, si trova la cappella dell'Apparizione, riservata all'uso della Chiesa cattolica.

Sul lato est opposto alla rotonda si trova la struttura, risalente alle Crociate, che ospita l'altare principale della chiesa, oggi il Catholicos greco-ortodosso. La seconda e più piccola cupola poggia direttamente sopra il centro del transetto che attraversa il coro dove è situato il compas, un omphalos un tempo ritenuto essere il centro del mondo.

A est di questo si trova una grossa iconostasi che demarca il santuario greco-ortodosso, davanti al quale sono posti il trono patriarcale e un trono per i celebranti episcopali in visita.

Sul lato sud dell'altare, attraversato un atrio chiuso, si trova una scalinata che sale alla Cappella del Calvario, o Golgota, ritenuta essere il luogo della crocifissione di Gesù, che è la parte più riccamente decorata della chiesa. L'altare principale della cappella appartiene alla chiesa greco-ortodossa, mentre alla chiesa cattolica è riservato un altare laterale.

Più a est nell'atrio chiuso ci sono delle scale che discendono fino alla Cappella di Sant'Elena, che appartiene agli armeni. Da lì, un altro insieme di scale porta alla Capella dell'Invenzione della Santa Croce, cattolica, ritenuta il luogo dove venne ritrovata la Vera Croce.

Autenticità [modifica]

Come notato in precedenza, sia Eusebio che Socrate Scolastico registrarono che la tomba di Gesù era in origine un luogo di venerazione per la comunità cristiana a Gerusalemme e la sua posizione fu ricordata dalla comunità anche quando il sito venne coperto dal tempio di Adriano. Eusebio in particolare nota che la scoperta della tomba "permise a tutti quelli che arrivarono di testimoniarne la vista di una chiara e visibile prova delle meraviglie di cui quel luogo era stato un tempo teatro" (Vita di Costantino, Capitolo XXVIII [1]).

L'archeologo Martin Biddle dell'Università di Oxford ha teorizzato che questa "chiara e visibile prova" potrebbero essere stati dei graffiti con scritte tipo "Questa è la tomba di Cristo", incisi nella roccia dai pellegrini cristiani prima della costruzione del tempio romano.[10]

Dall'epoca della sua costruzione nel 335, e nonostante i numerosi ammodernamenti, la chiesa del Santo Sepolcro è stata venerata come il luogo autentico della crocifissione e sepoltura di Gesù.

Pianta del sito nel IV secolo

Nel XIX secolo, diversi studiosi disputarono l'identificazione della chiesa con il vero luogo della crocifissione e sepoltura di Gesù. Essi ragionarono sul fatto che la chiesa fosse all'interno delle mura cittadine, mentre i primi resoconti (ad esempio: Ebrei 13,12) descrivevano questi eventi come avvenuti fuori delle mura. Il giorno seguente al suo arrivo a Gerusalemme, il generale Gordon selezionò una tomba scavata nella roccia, posta in un'area coltivata al di fuori delle mura, come luogo più probabile per la sepoltura di Gesù. Questo luogo viene solitamente indicato come "Tomba del Giardino", per distinguerlo dal Santo Sepolcro, ed è ancora un popolare luogo di pellegrinaggio per quelli (solitamente i protestanti) che dubitano dell'autenticità dell'Anastasi e/o non hanno il permesso di tenere funzioni religiose nella chiesa.

Comunque, da allora è stato determinato che il sito era in effetti al di fuori delle mura cittadine all'epoca della crocifissione. Le mura della città di Gerusalemme vennero espanse da Erode Agrippa nel 41–44, e solo allora inclusero il sito del Santo Sepolcro e venne costruito il giardino circostante, menzionato nella Bibbia. Per citare lo studioso israeliano Dan Bahat, ex archeologo, cittadino di Gerusalemme:

"Potremmo non essere assolutamente certi che il sito del Santo Sepolcro sia il luogo della sepoltura di Gesù, ma non abbiamo un altro sito che possa rivendicare di esserlo con la stessa forza, e non abbiamo davvero motivo di respingere l'autenticità del sito. (Bahat, 1986)

Note [modifica]

1. ^ Holy Sepulcher, Jerusalem

2. ^ Il Katholikon, dal sito del Patriarcato Ortodosso di Gerusalemme.

3. ^ Foto del Katholikon, cattedrale greco-ortodossa.

4. ^ La concattedrale sul sito ufficiale del Patriarcato Latino di Gerusalemme:

(EN)

" The Co-Cathedral is the principal or "mother" church of the Diocese of Jerusalem, the church in which the Latin Patriarch of Jerusalem has his official chair (cathedra) as the teacher and overseer (episcopus) of all those who, by God's grace, have been entrusted to his care. "

(IT)

" La Concattedrale è la chiesa principale, o "chiesa madre", della diocesi di Gerusalemme, la chiesa nella quale il Patriarca Latino di Gerusalemme ha il suo seggio ufficiale (cathedra) come dottore e capo (episcopus) di tutti coloro che, per grazia di Dio, sono stati assegnati alle sue cure. "

(La concattedrale sul sito ufficiale del Patriarcato Latino di Gerusalemme, pagina 3.)

5. ^ cfr. il sito ortodosso Holyfire.org.

6. ^ Eusebio di Cesarea, De Vita Costantini. cfr. in proposito il sito dei francescani in Terra Santa

7. ^ Giorgio Bernardelli, Avvenire, 4 aprile 2010.

8. ^ Eusebio, De Vita Costantini

9. ^ Lo Status Quo sul sito dei francescani di Terra Santa.

10. ^ Simili antichi graffiti sono ancora visibili nelle catacombe di Roma, indicanti le tombe di santi particolarmente venerati, o addirittura (per dare un esempio moderno e secolare) incisi sulle lapidi del cimitero di Pére Lachaise per dirigere i fan dei Doors alla tomba di Jim Morris

 

 

 

SANTO SEPOLCRO

FRANCESCANI A CUSTODIA

http://www.custodia.fr/Santo-Sepolcro,2929.html

http://www.custodia.fr/

http://198.62.75.4/www1/ofm/TSspmain.html

Santo Sepolcro

Basilica del Santo Sepolcro (pianta attuale):

- A. Atrio.

- B. Pietra dell’unzione.

- C. Rotonda o Anastasi.

- D. Cappella dell’Apparizione.

- E. Cappella di S. Elena.

- F. Cappella del ritrovamento della Croce.

- G. Calvario.

- H. Coro dei Greci.

- 1-6. Cappelle di S. Giacomo, S. Giovanni Battista, 40 Martiri, S. Abramo, S. Giovanni Evangelista, S. Michele.

- 7. Ingresso della Basilica.

- 8. Cappella dei Franchi (piano superiore).

- 9. Cappella di S. Maria Egiziaca.

10. Portinai.

- 11. Luogo delle tre Marie.

- 12. Cappella dell’Angelo.

- 13. Santo Sepolcro.

- 14. Cappella dei Copti.

- 15. Cappella dei Siriani.

- 16. Tomba di Giuseppe d’Arimatea.

- 17. Passaggio.

- 18. Cappella crociata.

- 19. Cisterna.

- 20. Altare di S. Maria Maddalena.

- 21. Convento francescano.

- 22. Sacrestia dei francescani.

- 23. Archi della Vergine.

- 24. Carcere di Cristo.

- 25-27 Cappelle di S. Longino, Divisione delle vesti, Colonna degli Improperi.

- 28. Cappella di Adamo (sotto il Calvario).

 

Messo on line il lunedì 14/04/2008 a 16h08 da fr. Stephane

La basilica del Santo Sepolcro racchiude le memorie delle ultime ore del Signore Gesù sulla terra: il Calvario dove ha redento il mondo e il Sepolcro dove fu deposto e da dove risuscitò il terzo giorno. La pietà cristiana ha collocato all’interno della basilica altri ricordi della passione e risurrezione del Signore.

Basilica della Risurrezione

- P.O.B. 428

- 91001 Jerusalem

- ISRAEL

- Telefono: +972. 2 6267.000

- +972. 2 6267.011 (Sacrestia)

- Fax: +972. 2 6276.601

Orario d’apertura del santuario

Estivo: 5.00-21.00

Invernale: 4.00-19.00

La tradizione cristiana

Prima dei lavori intrapresi per ordine dell’imperatore Costantino (327-335), Eusebio di Cesarea scrive: "Il luogo del Cranio, dove Cristo fu crocifisso, ancora oggi è mostrato in Èlia (Gerusalemme), a settentrione del monte Sion", e questo nonostante che un culto idolatrico (della dea Venere/Afrodite) si fosse da lungo tempo impadronito del sito. Una croce preziosa, andata perduta in posteriori saccheggi, non tardò a prendere posto sulla sommità del monticello roccioso che è considerato dai cristiani come l’ombelico o centro spirituale del mondo (S. Cirillo di Gerusalemme, IV sec.).

Eusebio di Cesarea (verso il 340) riferisce sulle circostanze che portarono alla riscoperta della tomba di Cristo, celata sotto un poderoso terrapieno dal tempo dell’imperatore Adriano (135 d. C.): racconta infatti come l’imperatore Costantino (poco dopo il 325) avesse ordinato di abbattere il tempio pagano e di scavare in profondità "e allora, contro ogni speranza, apparve… il venerando e santissimo testimonio della risurrezione salvifica". Da allora la tomba ritrovata rimase sempre in venerazione e fino alla distruzione (1009) la si potè osservare completamente scavata nella roccia, essendo rivestita di marmi solo all’esterno (Arculfo, VII sec.).

Della tripartita basilica costantiniana (Martyrion, Triportico e Anastasi) rimane oggi solo la rotonda dell’Anastasi, benché più volte restaurata, come un grandioso mausoleo sopra la tomba vuota di Cristo. Il resto della costruzione (comprendente l’ingresso a sud, il Catholicòn al centro, il deambulatorio e la cappella sotterranea di S. Elena) è opera crociata (1141). I restauri, iniziati nel 1960, hanno permesso di approfondire meglio le conoscenze sulla storia e topografia del luogo all’epoca di Cristo: un’antica cava di pietra (fuori della città) trasformata in giardino e un sepolcro scavato nella roccia.

I francescani ufficiano nella basilica dal XIV secolo insieme con altri riti cristiani, dei diritti dei quali disposero a loro piacimento i sultani, prima del Cairo e poi (dal 1517) di Costantinopoli, fino al riconoscimento dello "Statu quo" (1757 e 1852), ferreo ordinamento che regola la convivenza delle diverse comunità.

Il Luogo

Basilica del Santo Sepolcro (pianta attuale):

- A. Atrio.

- B. Pietra dell’unzione.

- C. Rotonda o Anastasi.

- D. Cappella dell’Apparizione.

- E. Cappella di S. Elena.

- F. Cappella del ritrovamento della Croce.

- G. Calvario.

- H. Coro dei Greci.

- 1-6. Cappelle di S. Giacomo, S. Giovanni Battista, 40 Martiri, S. Abramo, S. Giovanni Evangelista, S. Michele.

- 7. Ingresso della Basilica.

- 8. Cappella dei Franchi (piano superiore).

- 9. Cappella di S. Maria Egiziaca.

- 10. Portinai.

- 11. Luogo delle tre Marie.

- 12. Cappella dell’Angelo.

- 13. Santo Sepolcro.

- 14. Cappella dei Copti.

- 15. Cappella dei Siriani.

- 16. Tomba di Giuseppe d’Arimatea.

- 17. Passaggio.

- 18. Cappella crociata.

- 19. Cisterna.

- 20. Altare di S. Maria Maddalena.

- 21. Convento francescano.

- 22. Sacrestia dei francescani.

- 23. Archi della Vergine.

- 24. Carcere di Cristo.

- 25-27 Cappelle di S. Longino, Divisione delle vesti, Colonna degli Improperi.

- 28. Cappella di Adamo (sotto il Calvario).

Testi biblici

Crocifissione, morte e sepoltura di Gesù

Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: "Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno". Dopo essersi poi divise le sue vesti, le tirarono a sorte. Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: "Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto". Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell’aceto, e dicevano: "Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso". C’era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei.

Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: "Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!". Ma l’altro lo rimproverava: "Neanche tu hai timore di Dio benché condannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male". E aggiunse: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno". Gli rispose: "In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso".

(Luca 23,33-43)

Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco il tuo figlio!". Poi disse al discepolo: "Ecco la tua madre!". E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: "Ho sete". Vi era lì un vaso pieno d’aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. E dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù disse: "Tutto è compiuto!". E, chinato il capo, spirò.

Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all’altro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua.

Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.

Dopo questi fatti, Giuseppe d’Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo, quello che in precedenza era andato da lui di notte, e portò una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre. Essi presero allora il corpo di Gesù, e lo avvolsero in bende insieme con oli aromatici, com’è usanza seppellire per i Giudei. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. Là dunque deposero Gesù, a motivo della Preparazione dei Giudei, poiché quel sepolcro era vicino.

(Giovanni 19, 25-42)

Risurrezione di Gesù

Passato il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare il sepolcro. Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve. Per lo spavento che ebbero di lui le guardie tremarono tramortite. Ma l’angelo disse alle donne: "Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. È risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: È risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l’ho detto". Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annunzio ai suoi discepoli. Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: "Salute a voi". Ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: "Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno".

(Matteo 28,1-10)

Preghiamo

Signore Gesù Cristo, che per noi hai subito la morte e deposto nella terra sei risorto il terzo giorno, dona a noi pellegrini, che qui veneriamo il tuo Sepolcro glorioso, di seguirti sulla via della croce e di partecipare un giorno alla gloria della tua risurrezione. Tu che vivi e regni con Dio Padre nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.

http://198.62.75.4/www1/ofm/TSspmain.html

 

 

 

ORDINE EQUESTRE DEL SANTO SEPOLCRO

DI GERUSALEMME

http://www.vatican.va/roman_curia//institutions_connected/oessh/index.htm

http://www.vatican.va/roman_curia//institutions_connected/oessh/subindex.html

1. Cenni storici

Le Origini dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro, risalgono ai tempi della liberazione di Gerusalemme da parte di Goffredo di Buglione, capo delle milizie della crociata, che nell’ambito dell’ordinamento dato alle Istituzioni religiose militari e civili del territorio appena liberato dalla dominazione musulmana, costituì l’Ordine dei canonici del Santo Sepolcro. Secondo quanto riportato dai cronisti delle Crociate, nel 1103, fu Balduino I, primo Re di Gerusalemme che si pose a capo dell’Ordine dei Canonici del Santo Sepolcro con la prerogativa, per se e per i suoi successori, di creare Cavalieri. Questa facoltà era concessa in subordine al Patriarca di Gerusalemme, in caso di assenza o impedimento del Sovrano.

Quest’Ordine accoglieva tra i propri membri non solo i Canonici Regolari (Fratres), ma anche quelli che erano chiamati Canonici Secolari (Confratres) e Sergentes. Questi ultimi erano quei Cavalieri armati scelti tra le Milizie Crociate per il loro valore e il loro impegno e che, abbracciata la regola di Sant’Agostino della povertà e dell’ obbedienza, si erano impegnati specificamente alla difesa del Santo Sepolcro e dei luoghi Santi sotto il comando del re di Gerusalemme e ne costituivano la milizia scelta.

Già subito dopo la prima Crociata il ritorno delle varie componenti della Milizia, e quindi dei Cavalieri dell’Ordine dei Canonici del Santo Sepolcro, ai propri paesi di origine, determinò la creazione di Priorati dell’Ordine in tutta Europa. Priorati che operavano sotto la giurisdizione locale di quei Cavalieri Nobili o Prelati che avevano ricevuto l’investitura sul Santo Sepolcro e continuavano a far parte di quell’Ordine anche se non più impegnati a servire direttamente il Re di Gerusalemme.

Già dopo la riconquista di Gerusalemme da parte di Saladino nel 1182, e poi definitivamente dopo la disfatta di Acri nel 1291, venne meno l’unitarietà organizzativa dell’Ordine, intesa come Corpo Militare Cavalleresco. La scomparsa del Regno Cristiano di Gerusalemme lasciò l’Ordine senza un capo. L’Ordine continuò ad esistere in Europa in quei Priorati che, sotto la protezione di Sovrani, Principi, Vescovi e della Santa Sede, mantenevano vivi gli ideali della Cavalleria Crociata di propagazione della fede, di difesa dei più deboli, della carità verso il prossimo. Raramente i Cavalieri del Santo Sepolcro parteciparono ancora ad eventi militari a difesa della cristianità, ad eccezione di quanto avvenne in Spagna.

Nel XIV secolo la S. Sede ottenne dal Sultano d’Egitto, dietro il pagamento di un altissimo riscatto, che la custodia dei Santuari della Fede cristiana fosse affidata ai Frati Minori di S. Francesco. Durante tutto il periodo di soppressione del Patriarcato Latino, la facoltà di creare nuovi Cavalieri rimase prerogativa di chi in mancanza del Patriarca rappresentava la più alta autorità religiosa cattolica in Terra Santa e cioè il Custode di Terra Santa.

Quando, nel 1847, il Patriarcato venne ripristinato, Pio IX conferì un assetto moderno all’Ordine con la promulgazione di un nuovo statuto. Esso venne posto direttamente sotto la protezione della S. Sede e la reggenza affidata al Patriarca Latino. Si venne inoltre a definire il ruolo fondamentale dell’Ordine, ossia il mantenimento delle opere del Patriarcato Latino di Gerusalemme, pur conservando il compito più propriamente spirituale di propagazione della Fede.

Pio XII nel 1949 stabilì che il Gran Maestro dell’Ordine fosse un Cardinale di Santa Romana Chiesa, assegnando al Patriarca di Gerusalemme la prerogativa di Gran Priore. Giovanni XXIII nel 1962 e poi Paolo VI nel 1977 diedero un ulteriore impulso inserendo nello statuto norme più precise al fine di consentire una azione più coordinata ed efficiente.

Nel Febbraio del 1996 il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II ha elevato la dignità dell’Ordine. Oggi esso è infatti un’Associazione Pubblica di fedeli, eretta dalla Sede Apostolica a norma del can. 312 par.1, 1°.

Gode di personalità giuridica canonica e civile. Ma al di là dei riferimenti storici e delle vicissitudini che ne hanno contraddistinto la vita, ciò che oggi ha valore ed interesse, è il ruolo affidato all’Ordine e che esso svolge tramite la sua struttura operativa nell’ambito della Chiesa Cattolica e delle Comunità ove è presente.

2. L’Ordine oggi

a) Le finalità attuali dell’Ordine:

L’Ordine ha per scopo di:

rafforzare nei suoi membri la pratica della vita cristiana, in assoluta fedeltà al Sommo Pontefice e secondo gli insegnamenti della Chiesa, osservando come base i principi della carità dei quali l’Ordine è un mezzo fondamentale per gli aiuti alla Terra Santa.

Sostenere ed aiutare le opere e le istituzioni culturali, caritative e sociali della Chiesa Cattolica in Terra Santa, particolarmente quelle del Patriarcato Latino di Gerusalemme, con il quale l’Ordine mantiene legami tradizionali.

Zelare la conservazione e la propagazione della fede in quelle terre, interessandovi i cattolici sparsi in tutto il mondo, uniti nella carità dal simbolo dell’Ordine, nonché tutti i fratelli cristiani.

Sostenere i diritti della Chiesa Cattolica in Terra Santa.

L’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme è l’unica Istituzione laicale dello Stato Vaticano a cui, come già detto, è affidato il compito di sopperire alle necessità del Patriarcato Latino di Gerusalemme e di tutte le attività ed iniziative a sostegno della presenza cristiana in Terra Santa. Le oblazioni dei suoi membri rappresentano dunque la principale fonte contributiva istituzionale del Patriarcato.

b) La struttura operativa dell’Ordine

l’Ordine ha una struttura prettamente gerarchica, al vertice della quale si pone il Cardinale Gran Maestro che, nominato direttamente dal Santo Padre, regge e governa l’Ordine. Il Gran Maestro si avvale della collaborazione di un ente consultivo, il Gran Magistero, cui affidato il compito di concordare e definire annualmente con il Patriarcato Latino di Gerusalemme i programmi operativi e gli interventi a favore delle Strutture cristiane in Terra Santa, nonché i relativi tempi e le modalità di attuazione.

La Presidenza del Gran Magistero costituita dal Governatore Generale, dai Vice Governatori Generali e dal Cancelliere dell’Ordine rappresenta l’organo esecutivo del Gran Magistero.

La struttura operativa si articola poi su due distinte gerarchie, quella Ecclesiastica, cui è affidata la responsabilità dello sviluppo spirituale dell’Ordine, sotto la guida del Cancelliere e del Cerimoniere, e quella Laica, cui è affidata la responsabilità gestionale dell’Ordine sotto la guida del Governatore Generale.

Alla gerarchia Ecclesiastica è affidato il compito della definizione dell’ attuazione dei programmi e delle iniziative per lo sviluppo spirituale dei membri dell’Ordine, mentre alla gerarchia Laica è affidato il compito della gestione della struttura operativa dell’attività sociale e caritativa verso la Terra Santa.

L’Ordine è suddiviso in Luogotenenze le quali sono suddivise in Sezioni, che a loro volta, se ne esistono i presupposti, possono essere suddivise in Delegazioni.

Il Luogotenente, i Presidi (Responsabili delle Sezioni) ed i Delegati (Responsabili delle Delegazioni), sono affiancati da una struttura Ecclesiastica parallela costituita dai Priori rispettivamente di Sezioni e Delegazioni.

Tutte queste cariche hanno carattere prettamente operativo in quanto deleghe gestionali, e quindi non rappresentano titoli onorifici. Soggette a valutazione sulla efficacia e la correttezza esecutiva dei compiti affidati, hanno durata quadriennale eventualmente rinnovabile.

La proposta di nomina dei Responsabili ai vari livelli operativi è affidata al diretto superiore, e sottoposta all’approvazione finale delle gerarchie superiori e del Gran Magistero.

L’Ordine attualmente è suddiviso in 52 Luogotenenze: 24 in Europa, 15 nel Nord America, 5 in Sud America e 6 in Australia ed Estremo Oriente.

Il numero degli appartenenti attivi dell’Ordine, cioè di coloro che partecipano alla sua vita nell’impegno di servizio e di carità assunti all’atto dell’ammissione, è di circa 23000.

c) Le attività svolte

Come già accennato l’Ordine è presente in quasi tutte le Nazioni del mondo laddove vi sia una consistente comunità cattolica e dove esistono i presupposti per una attività che possa essere utile al raggiungimento delle finalità istituzionali.

Nell’ambito delle Sezioni e Delegazioni in cui è suddivisa ogni Luogotenenza ogni anno viene stabilito un programma di incontri e di manifestazioni orientate alla crescita spirituale dei Membri dell’Ordine, e vengono promosse iniziative ed incontri con la Comunità di appartenenza che costituiscono occasioni per illustrare il ruolo e l’attività svolta dall’Ordine. Per quanto riguarda la raccolta, la destinazione e l’utilizzazione delle oblazioni a favore della Terra Santa, ogni Luogotenenza tiene un bilancio gestito secondo le regole amministrative e fiscali del Paese di appartenenza, di cui rende conto al Gran Magistero.

Quanto fatto dal Patriarcato Latino e le altre Istituzioni Cattoliche, con il sostegno dell’Ordine, a supporto della presenza cristiana in Terra Santa può essere così sintetizzato.

Il momento particolarmente difficile che la Terra Santa sta attraversando, a seguito della seconda Intifada, che ha bloccato le attività lavorative ed economiche in gran parte della Terra Santa, ha provocato la perdita del lavoro di molti cristiani ed ha impegnato il Patriarcato Latino, la Nunziatura Apostolica e le altre Istituzioni Cattoliche in un’azione di distribuzione di aiuti sociali e umanitari per dare un aiuto economico diretto delle famiglie più bisognose. Ma è bene sottolineare che non rientra nella normale strategia dell’Ordine fare della carità sotto forma di sovvenzioni dirette che possono assumere l’aspetto di elemosina. L’elemosina umilia chi è costretto a riceverla e diseduca abituando a vivere di sovvenzioni.

La strategia dell’Ordine è stata e continua ad essere quella di portare i cristiani di Terra Santa ad un livello culturale e professionale tale da consentire loro un inserimento attivo nella vita sociale del proprio Paese a pari livello degli appartenenti ad altre professioni di Fede.

In quest’ultima metà del secolo si è assistito ad un esodo dalla Terra Santa di famiglie cristiane di stato sociale medio che hanno cercato all’estero un inserimento atto a garantire un futuro certo per la propria famiglia. Oggi i cristiani rappresentano una percentuale che varia dal 2 al 4% della popolazione nei diversi territori della Terra Santa ed è costituito per la stragrande maggioranza da piccoli artigiani, commercianti e operatori turistici impegnati principalmente nelle attività del turismo collegate ai pellegrinaggi. Minoranze così esigue hanno la possibilità di sopravvivere solo se possono eccellere e divenire apprezzate e stimate dalla società in cui sono inserite. Ciò si può ottenere solo grazie alla preparazione professionale e culturale superiore.

Dalla fine del secolo scorso ad oggi l’Ordine ha finanziato la realizzazione di 41 Scuole Patriarcali in Israele, Palestina e Giordania ed è oggi impegnato a sostenere i costi di gestione. Queste scuole ospitano oggi circa 18.600 allievi distribuiti nelle varie classi: asilo, scuola elementare, scuola media, liceo ed alcune scuole professionali. Le scuole sono frequentate mediamente da un 65% di Cristiani (tra cattolici, ortodossi, etc.) e da un 35% di Musulmani.

L’impegno nel settore dell’educazione consente di affrontare un importantissimo problema esistente in quei Paesi, creare fin dalla tenera età l’abitudine alla convivenza pacifica ed al rispetto reciproco tra diverse etnie e professioni di fede. Promuovere questi valori sin dall’infanzia, può far si che questi possano radicarsi nell’animo dei giovani, altrimenti non c’è speranza di poterla realizzare nell’adolescenza più avanzata, età in cui si è facile preda delle ideologie estremiste.

I costi di gestione del Patriarcato e delle sue 68 Parrocchie, i salari dei circa 1500 Insegnanti ed Impiegati delle strutture scolastiche, i costi del Seminario Patriarcale e degli Orfanotrofi e dispensari, nonché delle nuove iniziative e degli altri progetti del Patriarcato (inclUSA la costruzione di alloggi per le giovani famiglie cristiane), sono ingenti e continuano ad aumentare gravando sul nostro Ordine e quindi possono essere sostenuti solo grazie alla generosità dei Membri attivi dell’Ordine.

d) Cosa significa essere membri all’Ordine

Entrare a far parte dell’Ordine significa assumere, per tutta la vita, l’impegno di Testimonianza di Fede, di pratica di vita cristiana esemplare e di impegno caritativo continuativo per il sostegno economico delle comunità cristiane di Terra Santa, da attuare con discrezione così come deve essere il vero impegno caritativo cristiano.

Si entra a far parte dell’Ordine per svolgere un’attività di servizio a favore della Chiesa Cattolica e di carità verso le iniziative promosse per preservare la presenza cristiana in Terra Santa. Non si entra nell’Ordine per diventare membri di una prestigiosa istituzione grazie a cui poter vantare uno "status" o per ottenere benefici e vantaggi personali.

Per candidarsi di norma, ma non necessariamente, ci si avvale della presentazione di un appartenente all’Ordine. Il Delegato ed il Preside della Sezione territorialmente competente, attraverso un primo colloquio, verificano le caratteristiche del Candidato. Se giudicate in linea di massima compatibili con i requisiti richiesti il candidato potrà iniziare un periodo di formazione della durata non inferiore ai 12 mesi. Superato positivamente questo periodo il candidato potrà presentare istanza di ammissione attraverso la Luogotenenza di appartenenza.

Gran Magistero dell'O.E.S.S.G.

00120 - Città del Vaticano

Tel. 39 - 06 - 6828121

Fax 39 - 06 - 68802298

 

 

Monte degli Ulivi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

http://it.wikipedia.org/wiki/Monte_degli_Ulivi

Coordinate: 31°46′35″N 35°14′37″E / 31.77639, 35.24361

Il cimitero ebraico sul Monte degli Ulivi e sullo sfondo la città di Gerusalemme.

MountofOlives2009.JPG

Il Monte degli Ulivi (anche Monte Oliveto, in ebraico הר הזיתים, Har HaZeitim; in arabo جبل الزيتون, الطور, Jebel ez-Zeitun, Jebel et-Tur, "Monte della Sommità") è una montagna situata ad est di Gerusalemme.

È chiamato così dalla pianta dell'olivo di cui, in antichità, i suoi fianchi erano coperti.

Ai piedi del monte c'è il Getsemani (detto anche Orto degli Ulivi) dove, secondo i vangeli, Gesù si sarebbe ritirato prima della passione. Il Monte è il luogo in cui si sono verificati molti eventi biblici importanti.

I soldati romani si accamparono sul monte durante l'assedio di Gerusalemme del 70 durante la prima guerra giudaica. Tale assedio portò alla distruzione della città ed in particolare del Secondo Tempio.

Nel libro di Zaccaria il Monte degli Ulivi è identificato come il luogo da cui Dio comincerà a far rinascere i morti alla fine dei secoli. Per questo motivo, gli ebrei hanno sempre cercato di essere sepolti sulla montagna; dai periodi biblici ad oggi il monte è stato usato come cimitero per gli ebrei di Gerusalemme. Si valuta che vi siano 150.000 tombe.

Luoghi importanti collocati sul Monte degli Ulivi [modifica]

* Yad Avshalom

* Chiesa del Pater Noster

* Tomba di Zaccaria

* Chiesa di tutte le Nazioni

* Chiesa di Maria Maddalena

* Chiesa del Dominus Flevit

* Getsemani

* Chiesa dell'Assunzione di Maria (Tomba di Maria)

 

 

 

 

 

 

Fouad Twal Patriarca Latino di Gerusalemme

Monsignor Twal è anche Gran Priore dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

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Arcivescovo della Chiesa cattolica

Immagine di Fouad Twal

Il Patriarca Twal, a Codogno, 20 settembre 2009

Patriarca di Gerusalemme

titolo

Gerusalemme

Stemma di Fouad Twal

Cor unum

Nato 23 ottobre 1940 a Madaba

Ordinato

sacerdote 29 giugno 1966

Consacrato

vescovo 22 luglio 1992 da monsignor Michel Sabbah

Consacrato

arcivescovo

Elevato

arcivescovo 31 maggio 1995

Elevato

patriarca 21 giugno 2008

Ruoli

ricoperti

Deceduto

Fouad Twal (Madaba, 23 ottobre 1940) è un arcivescovo cattolico giordano.

Indice

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* 1 Biografia

o 1.1 La Chiesa di Djerba

o 1.2 Successione

o 1.3 La Palestina

* 2 Genealogia episcopale

* 3 Voci correlate

* 4 Altri progetti

* 5 Collegamenti esterni

Biografia [modifica]

Nato il 23 ottobre 1940 a Madaba, Giordania, Fouad Twal (arabo: فؤاد طوال) ‎ entra nel 1959 nel seminario di Beit Jala presso Gerusalemme. È ordinato sacerdote il 29 giugno 1966.

Nel 1975 consegue la licenza in diritto canonico presso la Pontificia Università Lateranense, e nel 1977 inizia la carriera diplomatica, che lo porterà in Honduras, Germania e Perù, che terminerà nel 1992.

È stato anche rettore del seminario di Beit Jala.

Il 30 maggio 1992 è stato nominato Prelato di Tunisi, succedendo a mons. Michel Callens M. Afr., deceduto nel 1990. Ha ricevuto l'ordinazione episcopale il 22 luglio successivo.

Nel 1995 la prelatura territoriale di Tunisi, anche per merito suo, diventa diocesi e il 31 maggio dello stesso anno mons. Twal è il primo vescovo arabo di un paese del Nord Africa. Assume il titolo personale di Arcivescovo.

La Chiesa di Djerba [modifica]

Mons. Twal, nelle vesti di Arcivescovo coadiutore di Gerusalemme, 30 ottobre 2005.

Durante il suo Ministero, è stata riaperta al culto la Chiesa di Djerba, nota località tunisina, conosciuta méta turistica da tutto il mondo.

Successione [modifica]

Nel settembre 2005 gli succede, come nuovo Vescovo di Tunisi, Mons. Maroun Elias Nimeh Lahham.

La Palestina [modifica]

L'8 settembre 2005 è promosso vescovo coadiutore del Patriarcato di Gerusalemme dei Latini con diritto di successione.

Nel marzo 2006 è nominato presidente dell'Università di Betlemme

Il 19 marzo 2008 succede a Michel Sabbah, diventando Patriarca di Gerusalemme. Il 29 giugno dello stesso anno riceve ufficialmente il pallio arcivescovile da Benedetto XVI in San Pietro.

Monsignor Twal è anche Gran Priore dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusaalemme.

 

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